Mori: "Dispiacere per il Livorno. Ascoli-Samb? Derby atteso da una vita"

Daniele Mori, ex difensore tra le altre di Triestina e Sambenedettese ed ora allenatore, è intervenuto come ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il 61.
Sei nato a Livorno, anche se non hai mai vestito la maglia amaranto. Conosci però molto bene la realtà della tua città, che finalmente, dopo quattro anni, è tornata nel calcio professionistico. L’avvio non è stato dei migliori, e la presa di posizione della curva contro il presidente, arrivata ieri, non fa ben sperare. Tu che conosci Livorno profondamente, che sensazioni hai su ciò che sta accadendo attorno all’Armando Picchi?
"Le sensazioni non sono positive. Dopo una stagione bellissima che ha riportato il Livorno nel calcio professionistico, ritrovarsi ora in queste condizioni societarie è imbarazzante. Livorno è una piazza calda, esigente, e vedere la squadra con soli sette punti in classifica, accompagnata dalla protesta della curva, è un dispiacere. Ci si aspettava un ritorno tra i professionisti in tutt’altro modo".
Tu sei stato calciatore in Serie B e Serie C, con maglie importanti come quella dell’Empoli. Ora che sei allenatore, ti chiedo: quanto può influire sulla serenità della squadra questa continua altalena tra conferme e crisi attorno alla figura di Alessandro Formisano sulla panchina amaranto?
"Quando le cose non vanno bene, l’allenatore è sempre il primo a essere messo in discussione, lo sappiamo tutti. Ma spesso il mister si trova a dover assorbire anche la negatività che circonda la società: tensioni con la piazza, problemi dirigenziali, infortuni. Tutto questo pesa. Agitare la posizione dell’allenatore può essere relativo, perché dietro ci sono dinamiche più complesse. Bisogna allargare lo sguardo e capire da dove nascono davvero i problemi".
Domani all’Ardenza arriva la Sambenedettese, una squadra e una piazza che conosci bene. È una partita particolare, legata a entrambe le realtà. Che gara ti aspetti? Quanto sarà difficile per il Livorno affrontare la Sambenedettese, e viceversa?
"Mi aspetto una Sambenedettese combattiva. Non dimentichiamo che contro il Ravenna, prima dell’episodio arbitrale che l’ha penalizzata, aveva giocato molto bene. È una realtà calda, come Livorno. Sono due piazze appassionate, dove il tifo è molto sentito. Il clima sarà intenso da entrambe le parti. Livorno, però, vive una situazione opposta: tanti rumors, tensioni, e bisogna capire come tutto questo si rifletterà sul campo. La Sambenedettese, invece, ha voglia di riscattarsi e recuperare i punti persi, anche per motivi non imputabili alla squadra o all’allenatore. Mi aspetto una partita accesa, con motivazioni forti da entrambe le parti".
Tua moglie è di San Benedetto del Tronto. Ti ha mai perdonato per aver indossato la maglia dell’Ascoli?
"Ho avuto la fortuna che non è appassionata di calcio, quindi sono salvo! Il fatto di aver giocato nell’Ascoli non ha creato problemi. Un po’ di sarcasmo ci sta, ma non ho avuto disagi".
Il 26 ci sarà il derby Ascoli-Sambenedettese in campionato, e il 29 la sfida di Coppa Italia. Che doppio confronto ti aspetti? Le due società stanno cercando di trasformarlo in una grande festa di sport. Sono 40 anni che non si affrontano in gare ufficiali, e l’adrenalina si sente anche a centinaia di chilometri.
"È un derby atteso da una vita. Finalmente si ritrovano avversarie sul campo, e c’è tanta voglia di giocarlo. Dispiace per le restrizioni che, se ho letto bene, vietano la trasferta ai tifosi ospiti in entrambe le gare. Sarebbe stato uno spettacolo bellissimo con entrambe le tifoserie presenti, nella maniera corretta e rispettosa. Purtroppo, a volte si va oltre l’aspetto sportivo, e questo non va bene. Deve essere uno spettacolo, non dimentichiamoci che è uno sport. Il tifo è importante, ma deve essere costruttivo, soprattutto per i bambini che guardano e devono vedere un esempio positivo, non teatrale".
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