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Pagliari: "Cittadella, tornare su sarà difficile. Triestina, il -20 è inconcepibile"

Pagliari: "Cittadella, tornare su sarà difficile. Triestina, il -20 è inconcepibile"TMW/TuttoC.com
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di Lorenzo Carini

Ospite delle frequenze di TMW Radio, all'interno della trasmissione 'A Tutta C', Giovanni Pagliari, allenatore con una lunga esperienza nel calcio di Serie C ha fatto il punto sul momento del torneo dopo la quarta giornata:

Questa Serie C ha iniziato a girare, a carburare un po’. Nel girone A Vicenza e Lecco stanno guidando, nel B c’è un Arezzo che ha vinto 4 su 4 con un ottimo ruolino, nel C invece Catania, Benevento e la Salernitana che può arrivare anch’essa a 12 punti. È sorpreso da questo andamento, soprattutto in vetta, o si aspettava qualcosa di diverso?
"No, non sono sorpreso. Forse un po’ il Lecco, ma siamo agli inizi. Poi le squadre forti vengono sempre fuori, perché all’inizio qualcosa viene un po’ falsato. Nel girone A penso che il Vicenza sia la favoritissima: ha un allenatore esperto, una squadra già forte che negli ultimi due anni ha perso il campionato in maniera particolare. Ma attenzione anche al Brescia, con il presidente Patroni e con Piana: può dire la sua fino alla fine. In C non c’è nulla di scontato, qualche sorpresa c’è sempre, basta ricordarsi il Lecco di qualche anno fa".

E nel girone B, che le è vicino anche geograficamente da marchigiano?
"Lì vedo un Arezzo con tutte le carte in regola. Ha un grande gruppo, ricambi, un bell’ambiente e soprattutto Cristian Bucchi. Lo conosco bene, dopo alcune esperienze difficili è tornato ad essere l’allenatore che sapevo. Secondo me è la carta in più: può portare l’Arezzo in alto fino alla fine".

E al Sud?
"Catania ha preso quattro gol domenica ed è stato un bene. Sembrava avesse già vinto il campionato, invece Toscano è un grande allenatore per queste categorie: saprà far tesoro della sconfitta. A volte una batosta è più salutare di tante vittorie, serve a riportare umiltà. Sono convinto sarà una lezione utile per il Catania".

Mi interessava sapere come valuta la situazione del Cittadella. È tornato in Serie C dopo tanti anni di B, con Marchetti ancora al timone, ma sta faticando ad adattarsi pur avendo un allenatore che conosce l’ambiente come Iori e giocatori di categoria. È solo una questione di tempi fisiologici per chi retrocede o c’è da preoccuparsi?
"Allenare una squadra dopo una retrocessione è durissimo, l’ho vissuto. È complicato da un punto di vista mentale per tutti, anche per uno come Marchetti che ha fatto miracoli in B con una realtà piccola. Adesso si trova in una Serie C con realtà più grandi, e vincere per tornare su sarà molto difficile. Bisogna ricostruire l’ambiente psicologicamente e ripartire da zero. Non è facile neppure per Iori, che è un allenatore giovane e con poca esperienza. Però lui è una persona seria, Marchetti è molto preparato: devono solo trovare la chiave giusta, smettere di guardare al passato e pensare al futuro".

A proposito di passato, lei ha vissuto tanto Perugia. Anche lì l’avvio non è stato positivo: tre pareggi e una sconfitta, già qualche dubbio su Cangelosi, nonostante un mercato buono e un dirigente esperto come Meluso. Se l’è spiegato?
"Conosco benissimo la piazza, ci ho passato vent’anni. Anche qui è una questione ambientale. La squadra non è male, Meluso è bravo, Cangelosi ha esperienza, ma si paga lo scotto delle grandi delusioni degli ultimi anni. A Perugia anche un pareggio è visto come una mezza sconfitta. È una piazza che vive di entusiasmo: quando manca diventa tutto difficile. Ha avuto una grande storia e adesso è diventata ipercritica. Servono un paio di vittorie per ricreare entusiasmo, e allora Perugia può tornare ad essere una delle piazze migliori d’Italia".

Quest’anno, da marchigiano, tornerà anche il derby tra Ascoli e Sambenedettese dopo tantissimi anni. Come se lo aspetta?
"Sono due piazze straordinarie. L’Ascoli lo sappiamo, la Sambenedettese l’ho vista di recente: quasi 10mila spettatori. Vivono di calcio e di passione. La rivalità è forte, sarà un derby bellissimo. L’Ascoli mi è piaciuto molto, è allenato da Francesco Domei che conosco bene, si vede la sua mano. Anche la Samb è forte, ben costruita. Sarebbe ora che una marchigiana tornasse in B, perché il calcio delle Marche non vive un gran periodo".

Nel salutarla, le chiedo una curiosità. Alla Triestina sono arrivati altri 13 punti di penalizzazione, dopo il -7 iniziale. Da allenatore, come si tiene in piedi uno spogliatoio in una situazione simile?
"La prima battuta che mi viene è: prendi la valigia e torni a casa! Perché un -20 non è giusto, falsano i campionati. Recuperare 20 punti significa fare almeno 7 vittorie, cosa difficilissima. Non è corretto né per i ragazzi, né per le altre società. Una penalizzazione di 2, 5 punti si può accettare, ma 20 è inconcepibile. Seriamente, per tenere insieme un gruppo bisogna lavorare sull’unità, sull’empatia, più che su tattica e tecnica. La capacità di entrare nel cuore dei ragazzi è fondamentale. L’ho fatto anche in piazze piccole come Recanati e abbiamo raggiunto grandi risultati. Però qui non parliamo di un peso normale: questo è un masso. Spero che la Triestina faccia ricorso e ottenga una riduzione, perché una penalizzazione così non si può sentire".