Taranto, D'Addario: "Chiediamo il massimo da chiunque"

Ieri in tarda serata l’arrivo. Giusto in tempo per un rapido pasto e un veloce saluto a Brucato e Del Nevo. Oggi una giornata vissuta quasi interamente accanto alla AS Taranto. Senza trascurare nessuno. Enzo D’Addario, in compagnia della moglie Ernesta, fa il suo arrivo sul green del Centro Sportivo Roccaporena in mattinata e sul terreno di gioco stringe la mano a tutti i suoi uomini. Ai vecchi in segno di saluto, ai nuovi per presentarsi. A pranzo è il turno dello staff tecnico con D’Addario in compagnia di Brucato, Del Nevo, Re David e Spagnulo per gli ultimi aggiornamenti dal campo. Al pomeriggio, infine, è il momento di stampa e tifosi. Con Enzo D’Addario che prima assiste alla seduta pomeridiana in compagnia dei sostenitori ionici arrivati da Taranto e poi torna a parlare.
Con serenità e determinazione. “Ho aspettato di valutare ogni aspetto del ritiro prima di esprimermi e non posso che dirmi soddisfatto. Roccaporena è un angolo di paradiso, le strutture sono di altissimo livello e l’atmosfera è quella ideale per la preparazione. Non può che inorgoglirmi vedere questa creatura funzionare in questa maniera dopo neanche dodici mesi”.
Organizzazione e imprenditorialità, si sa, sono cardini iamovibili del D’Addario-pensiero. Al punto che il presidente della AS Taranto ne fa obiettivo programmatico per i rossoblù. “Sappiamo che il calcio da i suoi verdetti sul campo e che questi dipendono da una serie di fattori, non tutti controllabili. Il nostro obiettivo è chiedere il massimo a chiunque faccia parte di questa famiglia. Ovvero pretendere il massimo impegno da parte di tutti i calciatori in campo e la massima professionalità e organizzazione da parte di tutto lo staff. Al di là dei risultati voglio che i nostri tifosi possano essere orgogliosi di essere rappresentati da questa società. Se il buongiorno si vede dal mattino, questo ritiro ci restituisce buoni segnali rispetto alla qualità di un lavoro corale”.
Un coro diretto solo da qualche mese da un altro D’Addario, Valerio. “Se parliamo del Taranto, Valerio non va valutato come un figlio, ma come un dirigente. A cui va il merito di aver mostrato una grossa crescita con i fatti. Dall’organizzazione d’azienda al mercato, dalle forniture al ritiro, il suo primo bilancio è estremamente positivo”.
Passi l’organizzazione e la politica dei proclami zero. Ma davvero la famiglia D’Addario ha abbandonato l’obiettivo dell’approdo a quella categoria del calcio professionistico italiano individuata dalla seconda lettera dell’alfabeto? “L’esperienza serve per migliorare, lo dico da imprenditore prima ancora che da presidente. Chiunque vorrebbe vincere, Ma per farlo sappiamo che serve solidità e prospettiva. A me interessa che l’AS Taranto diventi un progetto affascinante, solido, divertente e di lungo periodo. Capace di restituire gioia a una piazza che viene da decenni di delusioni. Se saremo bravi lungo questo percorso le soddisfazioni verranno da sé”.
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