TMW Radio

Ds Arzignano: "Momento difficile. Mi aspetto risposta importante da parte di tutti"

Ds Arzignano: "Momento difficile. Mi aspetto risposta importante da parte di tutti"TMW/TuttoC.com
Mattia Serafini
Oggi alle 21:00Primo piano
di Valeria Debbia

Mattia Serafini, direttore sportivo dell'Arzignano Valchiampo, ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il 61, ha offerto una panoramica approfondita sulla terza serie.

Prima di concentrarci sul vostro girone, un’analisi complessiva della Serie C. La sensazione è di un campionato in crescita nell’interesse e nella qualità. C’è una sfida per farne il palcoscenico dei giovani, possibilmente italiani, anche per aiutare la Nazionale di Rino Gattuso. Da un osservatorio privilegiato, come valuta il movimento?

"Stiamo notando una crescita esponenziale negli anni, grazie al presidente Marani. Siamo felici di farne parte con la nostra piccola società, cercando di rendere l’avventura competitiva e avvincente con le altre 59 squadre. Collegandomi al tema dei giovani italiani, domenica una nota positiva della partita contro l’Ospitaletto è stato l’esordio di un nostro 2007 (Castegnaro, ndr), con noi dal settore giovanile da oltre 10 anni. È un bel segnale per la società, la nostra vallata e il movimento calcistico. Speriamo non sia l’ultimo con questo percorso".

Non è semplice trovare punti d’incontro tra realtà diverse, ma ce ne sono in tutti i gironi. Quale sarà la prossima sfida della Serie C, oltre a una quadratura economica per evitare problemi come quelli della Triestina o del Rimini?

"Il momento economico-finanziario del paese non è florido, e per società che vivono di sponsorizzazioni e presidenti appassionati, fare calcio è sempre più difficile. Non basta l’uso dei giovani o plusvalenze sempre più rare: non sta a me parlare di normative, noi cercheremo di accettare e assecondare, sappiamo che saranno fatte cose per il bene del movimento calcistico, abbiamo piena fiducia".

Le seconde squadre non entusiasmano tutte le tifoserie, con alcune che le vedono come usurpatrici. Sono un valore aggiunto o un fastidio? Il progetto Under 23 di Marani è utile?

"Le seconde squadre le trovo molto utili per i club di appartenenza, perché consentono ai giovani di avere uno step intermedio tra Primavera e Serie A. Faccio un esempio: quando abbiamo affrontato la Juventus nel 2022/23 c’erano Barrenechea, Yildiz — giocatori che oggi con la Serie C c’entrano ben poco. Quindi, se il progetto è fatto con criterio, è un grande vantaggio.
Per noi, poi, è motivo d’orgoglio affrontare squadre come Inter, Juve o Atalanta: non capita spesso a realtà piccole di potersi confrontare con club così. In Europa questo sistema è diffuso da anni, basti pensare a Olanda, Francia o Spagna. Dobbiamo guardare al bicchiere mezzo pieno e concentrarci sulla crescita del movimento nella sua interezza".

Concordo, anche perché chi lavora bene — come Juventus o Atalanta — trae grandi benefici da questo modello.

"Sì, esatto. Penso a giocatori come Palestra dell’Atalanta, già pronti per la Serie B. Per queste società le seconde squadre sono un vantaggio reale: saltano un passaggio e permettono ai giovani di misurarsi con un campionato vero, più formativo della Primavera".

Raccontaci un po’ il mondo Arzignano, una realtà dove si fa calcio con serietà pur circondata da tante altre squadre.

"Cerchiamo sempre di fare il passo lungo quanto la nostra gamba, lavorando con un giusto mix di giocatori esperti e giovani da far crescere in un ambiente sano e sereno. Questo non significa che manchino regole o identità, anzi: sono fondamentali.
Da un punto di vista sportivo, però, stiamo vivendo un momento difficile: la prestazione di Ospitaletto è stata una delle peggiori nei miei nove anni qui, e me ne sono vergognato. Spero che tutto l’ambiente resti unito e che venerdì a Novara si veda una reazione forte. Arzignano deve sempre provare ad andare oltre le proprie possibilità, anche senza tifoserie o pressioni particolari. Mi aspetto una risposta importante da parte di tutti".

Il girone quest’anno sembra molto equilibrato.

"Sì, è un girone tosto e competitivo. Fare paragoni con altri gironi è sbagliato, ma il livello generale è molto alto. Non possiamo permetterci di mollare neanche un centimetro, e forse questo non è ancora chiaro a tutti. Stiamo cercando di accelerare il processo di crescita, perché il tempo passa e i punti pesano. Servono regole e idee chiare per raddrizzare la rotta".

Nel vostro girone ci sono squadre di grande spessore come Vicenza, Brescia e Lecco. Chi vedi favorito per la promozione diretta?

"Il Vicenza sta facendo un campionato a parte: ha mantenuto un’ossatura forte e inserito figure di spessore. Mi aspettavo che fosse competitivo e credo abbia ancora margini di crescita. Il Lecco mi sta sorprendendo per il percorso importante che sta facendo. Poi ci sono realtà come Alcione e Inter, che daranno filo da torcere a tutti.
Per quanto riguarda il Brescia, dopo una retrocessione e una fusione non era semplice ripartire, ma stanno facendo bene. Li vedo però un po’ più indietro rispetto a un Vicenza già rodato".

A proposito di Alcione e Inter, due realtà diversissime ma simboliche della bellezza della Serie C.

"Esatto, è proprio una storia da Serie C. L’Alcione è una società solida, strutturata, che sta investendo anche a livello infrastrutturale. L’Inter, con dirigenti di spicco e l’arrivo di mister Vecchi — che conosce bene la categoria e lavora molto bene con i giovani — sta semplicemente confermando le attese. Non avevo dubbi che avrebbe disputato una grande stagione".

Ultima curiosità: c’è qualche realtà degli altri gironi che ti ha colpito?
"Sì, ne seguo tante perché sono un appassionato e vado spesso a vedere partite dal vivo, anche grazie al supporto del mio staff — Sergio, Lorenzo e Federico — che ringrazio.
Mi sta stupendo il Forlì, neopromosso con un gioco spumeggiante e un allenatore, Miramari, che sta valorizzando al massimo i suoi ragazzi. Nel girone B anche il Carpi, come previsto, sta facendo benissimo, grazie a un grande direttore e un ottimo allenatore. Nel girone C vedo molto bene il Casarano, neopromosso e protagonista, e poi Ravenna, Salernitana, Catania e Benevento, tutte realtà che hanno investito tanto e lotteranno fino alla fine".

Vincere la Serie C è davvero difficile.
"Verissimo. Tutti i campionati sono duri, ma la Serie C lo è in modo particolare. Solo una sale direttamente e poi ci sono i playoff, che sono un vero e proprio “manicomio” sportivo. Il livello è altissimo e la competitività cresce di anno in anno".