Arezzo, grande entusiasmo per la presentazione ufficiale della squadra

Ieri sera, domenica 24 agosto, al Prato di Arezzo, si è svolta la presentazione ufficiale dell’ S.S. Arezzo. Un evento che ha coinvolto l’intera famiglia amaranto: dalle squadre del settore giovanile fino alla prima squadra, con lo staff tecnico e dirigenziale al completo. A rendere ancora più suggestiva la serata, la presenza degli sbandieratori, simbolo di tradizione e appartenenza. Davanti a una piazza gremita e calorosa, ha preso la parola il presidente Guglielmo Manzo, visibilmente emozionato.
Il cammino amaranto: da pochi a tanti
“Cinque anni fa eravamo davvero in pochi. Era appena iniziata la nostra avventura, con tante speranze e con un pazzo visionario che diceva: ‘Tranquilli, lotteremo per salire’. I primi due anni non sono stati facili, ma poi ci abbiamo messo volontà, lavoro e soprattutto abbiamo scelto le persone giuste. Oggi essere qui è bellissimo. La curva, che c’è sempre, in qualunque momento, è qualcosa di fantastico. Vi ringrazierò sempre: siete stati con noi anche nelle trasferte più lontane e difficili. Davvero, grazie di cuore per esserci sempre”.
Un club sano, strutturato e sostenibile
“Il percorso è iniziato e sta andando avanti. Il club si è strutturato, lo abbiamo visto con i bambini che ci sono nelle nostre squadre. Come dicevo in una vecchia intervista: l’Arezzo deve partire dai cinque anni. Oggi abbiamo un club sano, ed è la cosa più importante. Abbiamo uno staff, giocatori importanti e soprattutto un aiuto fondamentale dalla città. Gli sponsor ci seguono e crescono ogni anno. E noi, una cosa la promettiamo: non faremo mai il passo più lungo della gamba, ma daremo il massimo per stare lassù, in cima”.
I ringraziamenti del presidente
“Questa è anche la serata dei ringraziamenti. Senza il supporto di alcune persone, oggi non saremmo qui. Penso a Sabatino Selvaggio, che al tempo si è preso una responsabilità enorme quando siamo arrivati. Io ero a Roma, lui era qui a combattere. E abbiamo combattuto. Poi ci sono gli sponsor, fondamentali per noi. Un ringraziamento speciale va a Don Alvaro: da quando l’ho conosciuto, ho sentito una tranquillità morale che per me è importantissima”.
Lo stadio nuovo: un sogno che prende forma
“In questo anno e mezzo sono stato parecchio petulante, lo ammetto. Ho rotto le scatole, ho chiamato, ho insistito: ‘Ragazzi, dobbiamo fare lo stadio, troviamo il modo’. E devo dire che l’amministrazione ha fatto un lavoro pazzesco. Ora ci siamo. Nei prossimi 15-20 giorni, massimo un mese, firmeremo gli ultimi documenti ufficiali che servono al Comune per fare l’ultimo passetto: darci l’autorizzazione definitiva. Ho scherzato col sindaco dicendo: ‘Occhio che il 1° febbraio sono lì con le ruspe’. Ovviamente era per mettere pressione, ma noi come società siamo pronti. Dobbiamo solo aspettare l’ok ufficiale, che spero arrivi nei tempi promessi. Ma che ad Arezzo verrà fatto lo stadio nuovo, ne sono convinto al 100%. E ci arriveremo senza indebitare la società”.
L’intervento dell’assessore Federico Scapecchi
“Ricordo bene: sono passati cinque anni dall’arrivo del presidente ad Arezzo e poco meno di quattro anni e mezzo da quando ho avuto l’onore di vedere il primo rendering dello stadio. Mi si sono illuminati gli occhi, perché prima di essere assessore sono tifoso. All’epoca sembrava impossibile pensare a una cosa del genere: mancava poco alla retrocessione in Serie D, e lo stadio nuovo sembrava utopia. Poi sappiamo cosa è successo, le soddisfazioni che ci siamo tolti. E sono convinto che una di queste sarà proprio lo stadio. Ringrazio il presidente per i complimenti all’amministrazione, ma vanno estesi a tutti: dal sindaco all’ultimo dipendente comunale, compreso tutto il consiglio che ha votato favorevolmente all’unanimità la fase preliminare del progetto. Spero che in autunno, magari prima di Natale, ci sia una nuova votazione simile. C’è davvero la volontà di tutti di arrivare il prima possibile a questo traguardo”. Il presidente Manzo ha poi aggiunto: “In questo momento ci sono 40 persone che lavorano alla progettazione dello stadio, coordinate dall’architetto Carlo Fayer che è sempre sul pezzo. Lo ringrazio di cuore. Gli ho cambiato cinque volte le cose, non è carino, ma gli ho detto: ‘Deve essere bello’. E vi do un’anteprima: porteremo il campo sotto la tribuna. Avremo uno stadio all’inglese. Questo è fondamentale”.
L’ambizione e il futuro
“Il futuro che ci attende è radioso, ne sono sicuro – ha concluso il numero uno amaranto -. Ma dobbiamo essere noi gli artefici di ciò che verrà. Le chiacchierate con Nello Cutolo e con il mister sono interminabili, ci metto tutto me stesso. Penso di essere uno stalker di categoria, ma l’obiettivo è chiaro. Lo diciamo sottovoce, per scaramanzia, ma l’obiettivo è uno: dobbiamo stare là, su, su, su… e poi vediamo cosa succede a marzo e aprile, quando si vincono i campionati. Se però, non si dovesse riuscire per qualche ragione noi non scappiamo. Anzi, continueremo ad insistere”.
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