D'Alesio: "Ci crediamo tutti come Rimini città. Società? Proteggiamo ciò che siamo"

D'Alesio: "Ci crediamo tutti come Rimini città. Società? Proteggiamo ciò che siamo"TMW/TuttoC.com
Filippo D'Alesio
Ieri alle 22:00Girone B
di Valeria Debbia

Continua il percorso altalenante del Rimini, che alterna vittorie e sconfitte: quest'oggi è il turno del segno negativo, con il ko casalingo ad opera della Juventus Next Gen. In sala stampa è quindi giunta la disamina di mister Filippo D'Alesio, come raccolto dai colleghi di NewsRimini: "Forse il pareggio era il risultato più giusto, però è teoria. La pratica dice che abbiamo perso: di conseguenza incassiamo il colpo, analizzeremo i motivi. L'importante è essere consapevoli di aver fatto la prestazione. A Perugia siamo stati bravi a portarla dalla nostra. Ci sono state partite in cui abbiamo vinto e subito molto di più dalle occasioni, questa volta subito poco però subito quel gol. Poi secondo me c'è stata anche una buona gestione di quel momento. Siamo stati in equilibrio, abbiamo avuto pazienza, loro si sono abbassati. Siamo stati bravi a liberare i giocatori. La bravura è stata che in quel momento non serviva fare la guerra. Il secondo gol fa male perché va ad aumentare un passivo che secondo me non meritavamo".

I cambi non hanno inciso. "Non era facile giocare in una situazione in cui la Juve era in blocchi bassi. L'atteggiamento è di chi vuole dare un contributo. Un attaccante come Boli ha bisogno di spazi. Fiorini ha dato ordine, geometrie. Ferrarini ha avuto poche occasioni per incidere. Per me dovevamo gestire in questo modo. I cambi non mi sento di giudicarli: l'errore tecnico e di scelta non li giudico, giudico l'atteggiamento, che è stato positivo. La qualità tecnica sono cose che una volta può andarti bene a una volta meno bene".

Sull'arbitraggio e sulla società. "Per mia natura e mia forma mentis preferisco non appigliarmi a cose positive o negative dell'arbitro, a meno che non ci siano cose clamorose. Non ci sono state cose clamorose, al di là di qualche situazione sui cartellini in cui pendeva dalla parte della Juventus. Per le questioni societarie dobbiamo evitare di perdere energie e proteggere quello che siamo noi".

A fine gara la Curva Est ha intonato il coro: "Siamo tutti cani randagi", riprendendo una definizione del tecnico di qualche settimana fa. "È una cosa bella che identifica noi non come squadra, ma come ambiente, come città. Perché no? Creare un collegamento con tutti come una metafora è una cosa che ci lega. Io credo che per tentare l'impresa è l'ambiente che ci deve credere, ci deve spronare. Ci crediamo tutti non come Rimini Calcio ma come Rimini città. Ben venga, al di là della metafora è l'intento che abbiamo tutti noi: provare a salvarci".