Top & Flop di Renate-Ravenna

Una vittoria "sporca", nel senso meno malizioso possibile. Una sconfitta "amara", nel più classico e scontato degli abbinamenti lessicali.
C'erano due rovesci da cancellare, per Renate e Ravenna, cadute per mano di Triestina e Teramo. Solo una è riuscita ad invertire subito una rotta che, sul far della primavera, rischia di mandare in porto o alla deriva senza nemmeno che il timoniere possa capire il perché e il per come.
Rovesci che consegnano al "Città di Meda" due squadre contratte, attente soprattutto a non lasciare scappare l'episodio beffardo. Che, ad ogni modo, prima o poi arriva. Quarto calcio d'angolo e il Ravenna decide le sorti di un pomeriggio e, inevitabilmente, gli umori di un'intera, lunga settimana. Il calcio piazzato di Papa trova il sinistro di prima intenzione di Selleri: ma davvero in Serie C si segnano gol così belli?
Un vantaggio quasi estemporaneo che è troppo prezioso per non essere protetto con le unghie e con i denti: così la ripresa vede un Renate giocoforza volitivo, poi una pausa che evidenzia le difficoltà di una formazione che non vive evidentemente il suo momento migliore, e poi un lungo, infruttuoso assedio. Ma quanto è costato quel gol al Pordenone che ha regalato sì un punto alle pantere ma che ha consegnato anche una radiografia impietosa del ginocchio di De Sena? Forse è costato troppo, perché è proprio con l'inserimento dell'ex-ravennate che mister Diana sembrava aver trovato gli equilibri, anche a beneficio di Gomez, naturale partner d'attacco. L'allenatore ex-Sicula lo aveva riconosciuto in tempi non sospetti, quando le cose "giravano" bene: in ogni azione vincente c'è De Sena. Ora sembra quasi suonare come una suggestione, ma è evidente che il Renate debba ora ritrovarsi, con le risorse che ha. Adeguate, collaudate, affidabili. Lo dovrà fare ad Imola, contro quei rossoblu già battuti nella gara d'andata. Quando il Renate era in crisi, in crisi vera. E dunque, se allora sì, perché non adesso?
Ecco coloro che, a nostro avviso, sono risultati i migliori e i peggiori nel match disputato questo pomeriggio al "Città di Meda".
TOP:
Cincilla-Piscopo (Renate): anche nelle giornate più turbolente si intuisce chi ha qualcosa in più. Una sconfitta non certo figlia di un errore del portiere, attento in diverse occasioni (anzi, quasi miracoloso sul tiro di Nocciolini deviato sul montante) e incolpevole sul bolide di un Selleri che ricorderà a lungo quel tiro di prima intenzione nell'angolino più lontano. Si è preso la responsabilità di condurre la squadra nella ripresa anche Reno Piscopo, soprattutto dopo l'uscita forzata di Pavan all'intervallo. L'ex torinista non si è tirato indietro, provando a pungere sulla fascia e a suggerire a più riprese: molto lontano dalla porta, a dire il vero, forse troppo. Non è bastato, ma è una prova almeno di personalità. Ed è un classe '98: non di primissimo pelo, ma con margini molto ampi di crescita. La stessa che sembra avere Quaini (autore probabilmente dell'occasione più clamorosa), coetaneo dell'italo-australiano, piacevole sopresa di questo momento un po' così. Insomma, la cassetta degli attrezzi per tappare le ultime falle è sempre fornita. PERCHE' NON CI SI DOVREBBE RIALZARE UNA SECONDA VOLTA?
Selleri (Ravenna): un top scontato? Eh, facile così: guardi il tabellino e la rubrica è subito fatta! Va bene, il numero 10 non ha fatto chissà che cosa nel corso del match, subendo pure lui una certa predominanza locale nella ripresa, ma ha comunque deciso una gara che ha consegnato tre punti fondamentali. Bravo perché ha segnato, ma bravo soprattutto per come ha segnato. Di prima intenzione, al volo, raccogliendo un tiro dalla bandierina di Papa che ha scavalcato tutta l'area di Cincilla. Un sinistro potente e preciso, come nei cartoni animati che hanno tirato su, nel bene e nel male, generazioni di eterni ed inguaribili sognatori. Ad ogni modo davvero bravo il centrocampista romagnolo (in tutti i sensi, lui di Lugo di Romagna), perché per provarci serve quella personalità e coraggio che non tutti dimostrano di avere. Bene anche la difesa: se il gioco era "tiriamo su un muro a protezione di Venturi e proviamo a ripartire", l'obiettivo è stato raggiunto in pieno. Con i vari Jidayi, Boccaccini e Lely che portano a casa pagnotta e companatico. Anzi, pagnotta e basta. Perché sul companatico sono decisamente più forti a casa propria. Lì tra il mare e la grassa, generosa pianura. A RIFARLO ALTRE VOLTE VIENE ANCORA? CHE IMPORTA, E' BUONA LA PRIMA
FLOP:
Vassallo (Renate): premettiamo che, per una formazione che perde in casa, i flop non possono essere circoscritti ad un momento o a un giocatore specifico. Nove minuti con il Pordenone, tredici a Trieste: oggi la grande occasione, una partita da condurre dal primo all'ultimo minuto. Falsa partenza per il classe '97, un po' spaesato in quella corsia poi cambiata in corso d'opera. La sfortuna sua è, in realtà, quella di aver operato nel tempo peggiore delle pantere, il primo. Con una mezz'ora priva di idee, povera di movimenti senza palla e molto, molto attendista. Poi è arrivato quel gol, bello per molti ma non per chi vede solo nerazzurro, e lì la squadra di casa ha rischiato addirittura di capitolare. Diciamo allora che il grigiore suo è stato anche il grigiore di molti altri. Perché c'è voluto un po' per riorganizzarsi e provare a cambiare le sorti di un incontro che nemmeno le occasioni capitate a Spagnoli (in verità sempre un po' precipitoso nella fretta di concludere) hanno saputo indirizzare verso un tabellino equilibrato. Un incontro iniziato dunque da alcuni dubbi post-Nereo Rocco, proseguito male e finito peggio: sotto di un gol, in inferiorità numerica. UNA STAGIONE DAI MILLE VOLTI
Maleh (Ravenna): tolto per...prudenza. Un cartellino e mezzo (il "mezzo" è nell'ambito dell'azione che ha sanzionato il compagno di squadra Jidayi), un fallo ancora e sarebbe stato il più indiscutibile dei "rossi". Finisce così, con una sostituzione che parla di saggezza paterna di chi (Foschi) ha visto molto, la prova del bolognesissimo prodotto del Cesena classe '98, apparso poco brillante anche per via di un infortunio in fase di smaltimento. A livello generale, sono due le fasi che Foschi dovrà in settimana rivedere, con la serenità di chi comunque ha vinto: la prima mezz'ora e i tanti rischi corsi nel cuore della ripresa. Rischi preventivabili, anche in ragione di un Ravenna sceso in campo con una formazione tutt'altro che tipo. E poi, non c'è nulla da fare, e pazienza se gli allenatori non sono mai d'accordo: le vittorie sofferte sono sempre le migliori. UNA PRONTA RISPOSTA
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