Alessandro Romeo ❤ Ester Manfredino

Alessandro Romeo ❤ Ester ManfredinoTMW/TuttoC.com
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venerdì 31 ottobre 2014, 23:00Ho sposato 1 calciatore
di Claudia Marrone
La rubrica di TLP, con le interviste alle compagne dei calciatori in Lega Pro: mogli e fidanzate si raccontano

Alessandro Romeo, attaccante classe 1987 attualmente in forza alla Pistoiese, ma con alle spalle una carriera che lo ha visto affermarsi per diverse stagioni in Serie B. Forse proprio lì, dove spera di tornare presto, magari insieme a una squadra di cui si sta rivelando elemento di spessore, e insieme anche al suo grande amore. Ed è proprio lei, Ester Manfredino, che ai lettori di TuttoLegaPro.com racconta la loro storia, la storia di un principe testardo che per conquistare la sua principessa ha pazientato ben cinque anni. Cinque anni di tenacia e costanza, a cui però è seguita la promessa di non lasciarsi più.

Ester come vi siete conosciuti tu e Alessandro?

“In realtà ci conosciamo già da tempo, più o meno sei anni, ma se mi dovessi chiedere in quale giorno ci siamo conosciuti o chi ci ha presentato non te lo saprei dire perché in quel periodo ero fidanzata con un'altra persona. Infatti per me non è stato un colpo di fulmine, nemmeno lo presi in considerazione: calciatore, single da sempre…non era il mio tipo. Ma se mi dovessi chiedere quando ho visto Alessandro per la prima volta questo te lo so dire con precisione: era una sera della scorsa estate, avevamo "litigato" e ci siamo ritrovati per caso in un locale sulla spiaggia, dove mi ha dedicato “La donna cannone” di De Gregori… è bastato uno sguardo per cancellare tutto e fare in modo che la nostra storia potesse iniziare. Sono infatti molto legata a questa canzone, non so come mai ma mi fa pensare a lui; forse perché la cantavamo sempre insieme e in qualche modo la sento nostra, rappresenta noi”.

Mi sembra di capire che quindi ci sia stata un po’ di corteggiamento da parte sua…

“Decisamente sì, per cinque anni non ha mai smesso di corteggiarmi. Non c'è stata una festa, una ricorrenza o un mio compleanno dove alla mezzanotte precisa non mi siano arrivati gli auguri da parte sua: davvero una costanza allucinante”.

E questo potrebbe essere un suo lato positivo. Ci dici pregi e difetti di Alessandro come uomo?

“Beh, devo dire che quando ho cominciato a frequentarlo non immaginavo potesse avere così tanti difetti (ride, ndr). Potrei dire che è cinico, iracondo, presuntuoso, autoritario, testardo: io infatti lo chiamo Otello. E inoltre vuole fare tutto da solo, punta dritto al suo obiettivo e non lo molla mai, è disposto a tutto per raggiungerlo. Questo, a esser sincera, lo ha fatto anche con me, e magari forse è proprio grazie ai suoi difetti che alla fine è riuscito a conquistarmi. E riconosco che, al di là dei difetti, è estremamente dolce, coraggioso, è una di quelle persona che quando ama lo fa con tutto se stesso, senza limiti, su di lui puoi contare sempre: qualsiasi cosa dovesse accadere lui sarà sempre lì”. 

I regali che ti fa sono invece uno suoi dei suoi pregi?

“Alessandro è un esteta, ama prendersi cura di sé e di me. Di regali me ne fa tanti ma quello più bello, o meglio più significativo, è l'anello che mi ha regalato per il primo anno di fidanzamento. Non per il valore materiale, per me poteva essere anche acquistato alle bancarelle, ma perché mi ha stupito la situazione che ha creato: eravamo vicino al duomo di Firenze, in un ristorantino tipico toscano, dove lui aveva fatto apparecchiare un tavolo di bianco con una dozzina di rose rosse sopra, e nel ristorante solo noi, così raccolti e romantici. Finita la cena arriva una bottiglia di champagne insieme all'anello, e alla promessa di non lasciarci più (tra le foto inviateci dalla coppia e pubblicate qui sotto a corredo dell'articolo, ce n'è proprio una relativa a quella sera, ndr)”.

Veniamo invece al suo lavoro. Pur avendo cambiato alcune squadre, Alessandro non si è spostato tantissimo nel corso della sua carriera, si vedono nel suo curriculum diverse stagioni nella stessa squadra. E anche questo anno, da Viareggio si è spostato a Pistoia, città non lontanissime. Ma per te è un problema girare per seguirlo?

“Io abito vicino Roma, non lo seguo sempre nelle varie città, ma dal Lazio alla Toscana non ci metto molto a raggiungerlo, tanto che riusciamo a vederci tutti, o quasi, i fine settimana. Che, pensandoci bene, sono i giorni in cui tutte le coppie si vivono un po' di più”.

Quindi una sorta di storia a distanza, dovuta appunto alla sua professione. Il calcio ha pertanto influenzato la vostra vita di coppia…

“Per certi aspetti sì, ci impedisce di vivere la quotidianità dato che io durante la settimana lavoro e lui il fine settimana gioca. All’inizio non è stato facile, discutevamo sempre, quando si è lontani ogni cosa diventa un problema; poi con il tempo abbiamo cercato di prendere una nota positiva da questa situazione sfruttando al meglio i momenti in cui riusciamo a vederci. Ora, quando siamo insieme, è come stare sempre in vacanza: abbiamo deciso di vivere la nostra favola e non esiste più nulla intorno a noi”.

Si sarà però sempre fatto “perdonare” dedicandoti gol. Quanti?

“Mi ha dedicato due gol, uno di questi decisivo in una partita sofferta. E’ stata un'emozione indescrivibile, ha segnato e baciato l'anulare destro, dove ha l'iniziale del mio nome tatuata: mi vengono ancora i brividi a pensarci”.

Quale è stato il momento calcisticamente più bello per Alessandro?

“Dai suoi racconti credo che il momento più bello sia stato l’esordio in Serie A il 21 aprile 2007 nella partita Sampdoria-Messina, vinta dalla squadra genovese dove lui militava al tempo”.

Ma a te piace questo sport?

“Devo dire che non sono una sportiva, non mi è mai interessato il calcio. Mi vergogno anche a confessartelo, ma non avevo mai visto Ale giocare fino a quest'anno... La mia “prima” è stata Pistoiese-Ascoli, e da lì non ho più smesso perché mi regala tante emozioni, mentre lo guardo giocare percepisco quello che prova, la sua tenacia, la sua arroganza, la sua forza, la sua voglia di vincere. I suoi occhi sprizzano energia, sono sereni, sicuri, orgogliosi. Sì, orgogliosi di quello che fa perché per lui non è solo dare un calcio a un pallone ma la sua vita, e per me non c'è cosa più bella che incontrare quello sguardo”.

C’è qualcosa in particolare che vuoi dirgli tramite questa intervista?

“Vorrei dirgli che ringrazio il cielo ogni giorno per averlo al mio fianco, per non essersi mai stancato dei miei no e che lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma questo già lo sa. La verità è che mi ha cambiato la vita, per una volta il gol della vittoria è il mio... quello della vita però!”.

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