2021 all'insegna delle riforme: dalla multiproprieta' al format della C. Gravina-Ghirelli, battaglia per la riapertura degli stadi. A Trieste il cambio di guida tecnica non ha comportato grossi cambiamenti

13.03.2021 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
2021 all'insegna delle riforme: dalla multiproprieta' al format della C. Gravina-Ghirelli, battaglia per la riapertura degli stadi. A Trieste il cambio di guida tecnica non ha comportato grossi cambiamenti
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Rimarcare quanto sia difficile portare avanti i campionati in un contesto del genere è diventata triste consuetudine, ancor di più ora che siamo in piena terza ondata e alcune squadre sono state costrette ad abdicare in virtù degli ormai famosi focolai che scoppiano improvvisamente al netto delle tante accortezze messe in atto dai club per evitare problematiche. Per fortuna, però, sta prevalendo la volontà di non vivere alla giornata ma di utilizzare questi mesi così complessi per una riforma a 360° che coinvolga anche il panorama calcistico della terza serie. Il presidente Francesco Ghirelli, nelle recenti interviste, è stato chiaro. Servono ristori da parte del Governo, bisogna lavorare non tanto sul numero di squadre iscritte e partecipanti ma sui parametri di iscrizione per evitare un altro caso Livorno o Trapani e ci si batterà per la riapertura, anche parziale, degli stadi. Il Comitato Tecnico Scientifico e il nuovo Governo capeggiato da Draghi sembrano andare in direzione opposta e solo un piano vaccinale efficace e rapido potrebbe spingere le autorità competenti ad andare incontro alle esigenze dei club. “Ma in uno stadio da 30mila posti cosa può mai succedere se si consente l’ingresso di qualche migliaio di spettatori?” si è chiesto Gabriele Gravina, convinto che anche per la famosa battaglia per i diritti tv stia diventando cruciale proporre uno spettacolo che preveda la presenza dei tifosi e non gradoni tristemente vuoti in impianti spesso obsoleti. Si parlerà anche della multiproprietà.

Molti presidenti di A sono disposti ad investire nelle categorie inferiori come hanno fatto Setti, Lotito e De Laurentiis, ma vogliono una garanzia: poter competere senza limitazioni, magari abolendo quel parametro del quarto grado di parentela che vieterebbe anche agli affini di raccogliere il timone. In un calcio senza soldi e messo in ginocchio dalla pandemia sarebbe davvero un controsenso impedire ad un imprenditore facoltoso di spendere solo perché il cognato, il nipote o lo zio detiene le quote di una società di A. Parlando dell’aspetto tecnico, il raggruppamento A continua ad essere meno intenso del previsto. Alessandria e Carrarese stanno avendo un rendimento altalenante, al Novara non resta che l’etichetta della nobile decaduta ma che deve guardarsi alle spalle, la Pistoiese ha cambiato il terzo allenatore. E così, in vetta, si ritrovano matricole come Renate e Pro Vercelli e quel Como retrocesso nel 2016 pur avendo una rosa interessante. Nel girone B focus sulla Triestina. Rapportando il rendimento, mister Pillon ha solo un punto in più rispetto a Gautieri e il cambio di guida tecnica non ha comportato grossi cambiamenti. A differenza del suo collega, però, Pillon ha avuto la possibilità di lavorare in una condizione di maggior tranquillità, senza focolai Covid e con rinforzi interessanti arrivati a gennaio come Lopez e Lepore. Rimarchiamo sempre quanto il ds Milanese abbia lavorato ben sul mercato, gli alabardati rifiutano l’etichetta di eterna incompiuta ma ormai la zona promozione diretta è un miraggio. Merito anche del Padova che, grazie al gol di Firenze, si è aggiudicato lo scontro diretto col Perugia che, ieri, ha impattato a Cesena nel recupero perdendo ulteriormente terreno. Il ds Comotto ha tuonato in conferenza stampa attaccando la classe arbitrale, altro problema assolutamente di moda e che rischia di rendere il clima incandescente. Ma se in B si vedono strafalcioni di ogni genere e in A il Var ha soltanto dimezzato le polemiche, figuriamoci come si può essere ottimisti in Lega Pro. Chiudiamo con il raggruppamento C e con l’ennesimo passo falso del Bari. Evidentemente la proprietà, certamente animata da ottimi propositi, non ha capito che in terza serie i nomi e i milioni non bastano ma servono persone di categoria.