Cinque club col fiato sospeso per inciampi burocratici. Ma pesano più dei debiti?

19.07.2021 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Cinque club col fiato sospeso per inciampi burocratici. Ma pesano più dei debiti?
TMW/TuttoC.com

“A volte meglio un calciatore in meno e un professionista in più”. La frase, tratta dall’intervista del presidente Ghirelli alle nostre colonne, spiega buona parte delle cinque bocciature arrivate dalla Covisoc nei giorni scorsi. La partita, per la cronaca, è ancora aperta, almeno sulla carta, fino a fine mese quando arriverà il responso del Collegio di Garanzia del CONI: qualche speranza la vanta la Paganese, le altre dal decisamente meno al praticamente nulla. Colpiscono, in generale, alcuni aspetti: in primo luogo, che sulla carta, quattro delle cinque escluse siano inciampate su aspetti di natura burocratica. La spinta sull’organizzazione aziendale, in effetti, è necessaria. D’altra parte, non è tutto spiegabile così, perché non può essere certo casuale che a incappare nelle formalità siano stati, nella maggior parte dei casi, società della cui solidità finanziaria si dubitava già a prescindere. E poi c’è un’ulteriore riflessione: il rispetto delle forme è un presupposto indiscutibile ma, guardando ad altre situazioni, colpisce il paradosso che la sostanza qualche dubbio lo lasci. In altri termini: cinque (quattro, data la diversa situazione della Casertana) club bocciati per inciampi burocratici, mentre altri hanno rispettato i requisiti formali ma partecipano con finanze pericolanti. Emblematico, da questo punto di vista, il caso del Catania: le divergenze interpretative contano più di qualche decina di milioni di debiti?

Il corollario, per certi versi, è che in Serie C, cioè nel professionismo, sia più difficile entrarvi che restarvi. Intendiamoci: nulla da dire sulla procedura di ripescaggio e i suoi requisiti. Anzi: come ha sottolineato un altro presidente, Calcagno, sempre su queste pagine, è un meccanismo di ricambio positivo dei club che compongono la terza serie. Nell’ambito delle discussioni sulla riforma (ma se ne sta davvero parlando?), tra le riflessioni da fare vi potrebbe essere la previsione di una serie più consistente di controlli in itinere. Oggi la domanda è: saranno 60? Dall’inizio del campionato diventerà: saranno 60 alla fine? Tornando al ripescaggio, la differente rigidità sulla questione stadio tra l’uno e la riammissione in sostituzione (che poi spesso si rivela uno specchietto per le allodole, vedasi il caso Aglianese) è forse eccessiva e si potrebbe ripensare.