Crisi Piacenza: storia e blasone meriterebbero un progetto ambizioso. Il dubbio amletico dell'Avellino

10.12.2022 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Crisi Piacenza: storia e blasone meriterebbero un progetto ambizioso. Il dubbio amletico dell'Avellino
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L'editoriale di oggi si apre con un focus sul Piacenza. Abbiamo detto più volte che storia e blasone non scendano in campo e che non bastino per ottenere vittorie e promozioni. E' altrettanto vero, però, che una squadra con un passato importante, che ha messo in vetrina calciatori come Hubner, Di Napoli, Gautieri, Matuzalem e tanti altri campioni, non possa vivacchiare in terza serie condividendo l'ultimo posto con la Triestina. Limitandoci ad un discorso prettamente tecnico, possiamo dire sia stato un errore non dare a Manuel Scalise il tempo di trasmettere le proprie idee. Un esonero frettoloso, come certificano i numeri: Scazzola non ha fatto certamente meglio e non ci meraviglierebbe un dietrofront qualora la situazione non migliorasse entro la fine del girone d'andata. Ma il problema è più ampio e ci chiediamo da tempo cosa la società voglia fare da grande. A breve potrebbe esserci un cambio ai vertici, ci risulta che la proprietà sia tra quelle che paga regolarmente gli stipendi e tutto sommato la rosa allestita è discreta e non vale i punti racimolati. Ma è da tanto, troppo tempo che i tifosi aspettano un organico degno delle prime posizioni e che lotti per tornare in serie B a distanza di anni. Altrimenti lo stadio sarà sempre più vuoto e i giocatori d'esperienza preferiranno altri lidi. Focus anche sul Pescara, alla terza sconfitta di fila. Passi per il ko con un Catanzaro che, oggi, farebbe risultato anche contro alcune squadre di categoria superiore, ma le prestazioni con Francavilla e Taranto sono state negative al massimo. D'altronde anche il 2-3 con la Turris fece storcere il naso alla proprietà e alla dirigenza per una gestione tutt'altro che impeccabile del vantaggio e per le tante occasioni concesse agli avversari.

Occorre una riflessione seria sulla guida tecnica o basta qualche aggiustamento a gennaio nel rispetto di un'altra piazza che vale più della C? Quanto ai tre gironi, il Vicenza di Modesto si prende la vetta della classifica e ora dovrà dimostrare il proprio valore nello scontro diretto con il Pontedera. Il calendario ha dato una mano ai biancorossi che, però, per organico sembrano essere i più forti ma dovranno dimostrarlo nel big match di giornata. Un ulteriore successo saprebbe di svolta definitiva. Nel girone B si è ripresa alla grande la Reggiana che, a tratti, sta riproponendo il bel calcio della passata stagione. Merito di una società che non si è fatta prendere dallo scoramento ma che ha riconfermato i migliori prendendo una garanzia come Montalto. Il Gubbio insegue ed è poche lunghezze, ma alla lunga riteniamo che le qualità degli amaranto possano prevalere. Occhio anche all'Entella che, al netto di un fisiologico calo dopo una striscia positiva di due mesi, ha i mezzi per tenere testa fino alla fine. Forse manca qualche alternativa all'altezza dei titolari, ma la proprietà ha mezzi economici ed entusiasmo per intervenire a gennaio. Nel raggruppamento C, infine, dà un calcio alla crisi l'Avellino di Rastelli. Per la promozione diretta il discorso è ovviamente compromesso da settembre, resta l'amletico dubbio: allargare i cordoni della borsa già a gennaio prendendo 3-4 calciatori di spessore per essere la mina vagante dei playoff o rimandare il discorso a fine anno e allestire una corazzata? Si vedrà. Intanto il Catanzaro continua a infrangere record, continuando così sarà promozione con due mesi d'anticipo. E sarebbe un riconoscimento meritatissimo per una proprietà che ha speso tanto anche durante la pandemia senza mai far partire i pezzi migliori.