Crotone prima e Pordenone poi insegnano. Neanche il secondo posto, col primo più o meno a vista, garantisce la permanenza sulla panchina

08.03.2023 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
Crotone prima e Pordenone poi insegnano. Neanche il secondo posto, col primo più o meno a vista, garantisce la permanenza sulla panchina
TMW/TuttoC.com

Ormai neanche il secondo posto in classifica, anche con vista sul primo, dà più la certezza di evitare l'esonero in questa pazza Serie C dove la pazienza è ormai “questa sconosciuta”. Chiedere a Franco Lerda o Domenico Di Carlo per avere conferma. Un po' come, guardando più in su, se domani l'Inter decidesse di esonerare Simone Inzaghi o il Genoa di allontanare Alberto Gilardino. Decisioni che sarebbero difficili da capire e da spiegare, soprattutto dall'esterno.

Eppure in questa stagione nella terza serie abbiamo visto anche questo. Prima a Crotone e poi a Pordenone. Lerda è stato esonerato dagli Squali calabresi un mese fa nonostante stesse viaggiando alla media di 2,23 punti a partita, la miglior media mai tenuta dal tecnico classe '67 nella sua lunga carriera e anche nella storia del Crotone stesso. 60 punti in 27 partite che però non sono bastati a conservare la panchina complice anche un Catanzaro che sta viaggiando a ritmi insostenibili per tutti (non solo in Italia, ma anche in Europa) e a cui – come spesso accade in queste situazioni – alla forza e alla qualità si aggiunge quel pizzico di fortuna che fa girare tutto per il verso giusto. Un po' come accaduto qualche anno fa alla Ternana di Lucarelli che conquistò la Serie B a suon di record. Di più Lerda non poteva inventarsi, ma per la dirigenza non era abbastanza e così ha deciso di sollevarlo dall'incarico per dare una scossa all'ambiente pur nella consapevolezza che senza suicidi altrui il primo posto restava, e resta, un miraggio. Allora il distacco era di 10 punti, mentre ora fra le due squadre calabresi il distacco è salito a quota 14, segno che probabilmente la scossa non è arrivata.

Se il cambio di rotta in casa Crotone poteva avere qualche appiglio nella classifica, quello arrivato nei giorni scorsi a Pordenone lascia ancora più perplessi. È vero che i Ramarri erano stati costruiti per vincere – come del resto Vicenza o Padova che sono ancora più indietro in classifica – ma il primo posto è lì, ad appena tre punti dalla solita Feralpisalò e dalla sorprendente Pro Sesto. Una situazione che a 8 giornate dalla fine lascia aperto a ogni epilogo con anche Lecco e Vicenza che possono sperare nella promozione diretta visto che le prime cinque sono racchiuse in appena quattro punti. Anche la frenata nell'ultimo periodo, una sola vittoria nelle ultime sette gare, non appare una motivazione valida per spiegare l'esonero di Di Carlo. Evidentemente qualcosa si era rotto fra società e tecnico ben al di là dei risultati sul campo. E la scelta di affidarsi a un uomo-bandiera come l'ex capitano Stefani, alla sua prima esperienza in panchina, va letta in questo modo, nella volontà della società di avere un uomo di assoluta fiducia alla guida della squadra. E poi vada come vada con la speranza che da esordiente l'ex difensori compia subito l'impresa.

Due cambi difficili da spiegare, e non certamente gli unici nell'ennesima stagione in cui si fatica a stare dietro a esoneri, dimissioni, ritorni in sella e quant'altro che dimostra una certa schizzofrenia dettata più dalla pancia che dalla testa. Poi magari a fine stagione i due club saranno promossi e avranno avuto ragione loro, ma allo stato attuale i dubbi permangono.