Il dato è tratto - Il progetto Inter U23 funziona, ma la stella è in panchina

Il dato è tratto - Il progetto Inter U23 funziona, ma la stella è in panchinaTMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 00:00Il Punto
di Matteo Ferri

Quindici punti in otto partite, terzo posto in coabitazione con l’Union Brescia e la sensazione di aver anche perso un’occasione domenica sera, contro l’Ospitaletto. Il debutto dell’Inter U23 nel campionato di Serie C ha superato ogni aspettativa e mette i nerazzurri davanti a tutti come ruolino di marcia tra le seconde squadre. Certo, otto giornate non sono tantissime, ma è pur sempre più di un quinto della stagione ed è un lasso di tempo sufficiente per tracciare un primo bilancio. Atalanta, Juventus e Milan non hanno mai fatto meglio dell’Inter nello stesso arco  temporale, nelle dodici partecipazioni (stagione in corso inclusa) complessive: la Dea si è fermata a 13 lo scorso anno (4 vittorie, 3 sconfitte e un pareggio), i bianconeri hanno toccato l’apice nel torneo 2020-21 (12 punti, frutto di 3 vittorie, altrettanti pari e 2 sconfitte) mentre il Milan, lo scorso anno, si fermò appena a 6 (una vittoria, 3 pareggi e 4 ko) per poi retrocedere in Serie D a fine stagione. Di quanto fosse sbagliato l’approccio alla categoria dei rossoneri, si è disquisito fin dall’estate e ogni nefasta previsione si è puntualmente avverata: dalle dichiarazioni di Zlatan Ibrahimović, che parlò di Milan Futuro come di una specie di Alcatraz per i ribelli (di questi, l’unico a finire effettivamente in C fu Ballo-Touré), alla gestione dei vari Camarda, Álex Jiménez e Zeroli, fino alla scelta dell’allenatore.

Errori che l’Inter pare aver analizzato, assimilato e compreso molto bene, favorito dalla qualità della rosa e dalla scelta del tecnico. Sul primo punto, giova ricordare che la Primavera nerazzurra è Campione d’Italia in carica e dei 22 giocatori in lista nella finale Scudetto contro la Fiorentina, ben 17 fanno parte della squadra U23, con gli altri cinque  (Aidoo, Quieto, De Peri, Motta e Zamarian) ceduti ma soltanto in prestito. Dei cinque acquisti a titolo definitivo, due sono 2006 (Agbonifo e Avitabile), uno (Melgrati) è tornato nel club in cui è cresciuto dopo anni in giro per l’Italia. L’età media – 21,7 anni – è in linea con quella delle altre seconde squadre e, ad oggi, le uniche rose sotto i 21 anni di media sono state quelle del debutto della Juventus (20,7) e dell’Atalanta (20,9).

Il secondo punto, quello relativo all’allenatore, è forse quello che permette di spiegare meglio il rendimento dell’Inter. Tra i dieci allenatori che si sono succeduti alla guida delle seconde squadre, Stefano Vecchi domina in maniera incontrastata per numero di panchine in Serie C nel momento in cui hanno assunto l’incarico (292, il secondo, Francesco Modesto, era a quota 120 quando ha iniziato l’avventura a Bergamo). Ma non solo, perché l’allenatore nerazzurro è al secondo posto anche per presenze in panchina nel campionato Primavera: 115 (dietro a Massimo Brambilla che ne ha totalizzate 150) e tutte alla guida dell’Inter, con cui ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa e due Viareggio. Senza dimenticare che Vecchi è l’unico, tra gli allenatori delle seconde squadre passati e presenti, ad aver già vinto anche il campionato di Serie C. Non proprio un dettaglio di poco conto.