Basta derby vietati agli ospiti: nel 2025 non si può garantire l'ordine pubblico senza chiusure? Caos Cosenza, ma Guarascio tuteli i suoi investimenti

Editoriale di oggi che si apre con un focus sugli anticipi del venerdì. Partiamo dal Livorno. Sicuramente una neopromossa ha bisogno di tempo per esprimersi e per adattarsi alla categoria, soprattutto in un girone che è cresciuto esponenzialmente con il passare degli anni. Ragion per cui, pur comprendendo l'umore di una piazza ambiziosa e che ha fatto la A a buoni livelli in un passato nemmeno tanto remoto, rinnoviamo l'appello a restare uniti e a non perdere l'equilibrio. Cosa che, in ambienti caldi, può incidere in negativo. Tuttavia gli amaranto stanno palesando difficoltà organizzative tali da spiegare quest'avvio a rilento e al di sotto delle potenzialità di una rosa interessante. A questo punto non è affatto da escludere un ribaltone tecnico, con Formisano nuovamente sulla graticola. Allenatore giovane, con idee innovative, ma che - come tutti - va giudicato per i risultati. Un fine settimana di fuoco per una società che non nasconde le proprie ambizioni e che potrebbe sostituirlo con un elemento di maggiore esperienza. Cade a sorpresa il Benevento, conferma del fatto che non esistono partite scontate e che i grandi nomi non bastano quando affronti avversari cinici, concreti e in grado di colmare il gap tecnico con corsa e cattiveria agonistica. La stessa squadra che ha battuto il Trapani per 2-0 dominando per 90 minuti perde a Latina per 1-0 certificando una difficoltà inattesa lontano dalle mura del Vigorito. Prima il ko a Casarano, poi la rimonta di Picerno (da 0-2 a 2-2) fino all'1-0 nel segno di Ekuban che potrebbe consentire alla Salernitana di riconquistare il primato in solitaria qualora i granata battessero la Cavese nell'ennesimo derby monco visto che si disputerà senza tifosi ospiti sugli spalti. Un qualcosa che sta diventando inaccettabile e che toglie tanto ad uno sport popolare che, però, viene sempre più sacrificato sull'altare dei diritti tv. Tornando ai giallorossi, Auteri era stato buon profeta alla vigilia affermando che "il Latina ha 5-6 elementi di qualità, andremo a giocare su un campo in non perfette condizioni e dovremo calarci nel tipo di gara anche a costo di fare una partita sporca".
Una battuta d'arresto che non cambia di una virgola il giudizio sull'organico allestito in estate, ma che può far perdere qualche certezza ridando fiato a dirette concorrenti che sembravano già piuttosto staccate. Su tutte un Cosenza di cui si parla troppo poco, ma che ha un undici di base composto da tanti giocatori che erano titolari in B.
A proposito dei calabresi, in settimana c'è stato un incontro pubblico tra Guarascio, i tifosi, alcuni imprenditori interessati a rilevare la società ed esponenti dell'amministrazione comunale. La curva ha ribadito la propria linea: pretende che il patron si faccia da parte e ceda immediatamente per consentire a chi subentra di pianificare per tempo investimenti importanti nel mercato di gennaio. Senza voler entrare nel merito e rispettando il sentimento di una delle piazze più calde della C, riteniamo che chi è seriamente interessato ad acquistare una società lo fa lontano dai riflettori e in forma segreta. Fa bene Guarascio, dunque, a mantenere una posizione equilibrata, assicurando la volontà di fare un passo indietro ma a patto che il mister X di turno metta sul tavolo soldi, garanzie e progetti senza far leva sul malcontento popolare. Ok cuore e passione, ma qui ci sono di mezzo società private, milioni di euro e bilanci e ci vuole anche rispetto per chi, pur avendo commesso mille errori, ha comunque garantito la B al Cosenza per diverso tempo. A proposito di situazioni societarie, a Rimini si torna finalmente a parlare un po' di calcio al netto di penalizzazioni e querelle irrisolte. Ieri sera la squadra ha perso con un Arezzo più cinico che bello, ma bisogna dare atto ai calciatori di aver sempre gettato il cuore oltre l'ostacolo onorando la maglia senza aggrapparsi ad alcun tipo di alibi. Si riuscisse ad evitare la retrocessione diretta dopo tutte le peripezie estive sarebbe già una mezza impresa sportiva, un vero peccato però essere passati dalla conquista della coppa Italia alla paura di essere estromessi dal professionismo. Nel girone A sorprende il Lecco, guidato dal bravo Valente e unica squadra che, ad oggi, tiene il passo del Vicenza. Non ce ne voglia nessuno, ma i biancorossi sembrano comunque destinati a fare il vuoto col passare delle settimane. Il Menti è un fortino, Gallo ha già vinto in C, in trasferta si va quasi sempre in stadi semivuoti e il divario tecnico con le altre appare evidente. Il Brescia sta pagando lo scotto di una rosa costruita in ritardo per le note vicende che hanno riguardato l'ex proprietario Cellino e l'unica speranza per alimentare il sogno è quella di arrivare a gennaio con un distacco non eccessivo dalla vetta. Il Cittadella, invece, è in apnea e proprio non riesce a togliersi dalle sabbie mobili della classifica. Marchetti nel tempo ha dimostrato di essere un fenomeno, ottimizzando budget minimi e scovando talenti anche tra i dilettanti. Ma quando bisogna rialzarsi dopo una retrocessione occorre anche investire e affidarsi a gente esperta, abituata a vincere. Il rischio che dalla favola si passi all'anonimato in un Tombolato vuoto è concreto, la palla passa alla proprietà.
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