La "ruvidezza" di Piero Braglia per svegliare un Grifo che dorme

Appena tre punti in sette giornate, con tanto di due allenatori a busta paga in questa stagione.
Vabbé sembra la storia di un club neopromosso in terza serie. E invece no.
Perché stiamo parlando del Perugia, una delle compagini meglio attrezzate del girone B di Serie C.
Incredibile davvero.
Un club che ha in rosa un portiere da serie superiore come Luca Gemello, centrali difensivi come capitan Angella o Dell’Orco, un centrocampista come Paolo Bartolomei, esterni offensivi come Matos o Kanoutè e una prima punta come Ogunseye.
Assurdo.
Ma che sta succedendo nel capoluogo dell’Umbria? Ah bella domanda.
C’è chi dà la colpa ad una proprietà che sembra letteralmente assente, chi all’uscita dall’organigramma societario di Molinari, chi ad una preparazione atletica non propriamente eccelsa durante il ritiro estivo in Argentina.
Il responsabile dell’area tecnica, Mauro Meluso è corso ai ripari e ha chiamato un generale come Piero Braglia in panchina. E le parole dell’ex dirigente dello Spezia dopo la sconfitta interna con la Pianese riecheggiano ancora nello spogliatoio biancorosso: “Braglia è un allenatore ruvido di suo. Chi non lo sopporta meglio che si fa da parte così come chi non sopporta il peso della maglia.
La squadra è impaurita, bisogna trovare le soluzioni per aiutarla”.
Adesso un ritiro, pare voluto fortemente dal trainer toscano, per preparare al meglio la sfida di Carpi. Bisogna posare il fioretto e prendere la sciabola, anche perché la terza serie era, è e sarà sempre un inferno.
E sappiamo tutti che un club di questa portata non può non centrare almeno i playoff. Il tempo è dalla parte del Grifo, ma bisogna iniziare a correre. Anche perché Ravenna, Ascoli ed Arezzo sembrano aver inserito marce alte eh.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
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