Il fatto della settimana - SPAL terzultima e contestata. Tacopina resta e rilancia con il nuovo socio Follano. Ma la Curva Ovest Ferrara non ci sta

Dalla dodicesima giornata (il ko del 6 novembre in casa del Rimini) la SPAL è precipitata all'interno della zona playout senza mai riuscire ad uscirne (dopo esserci scivolata una prima volta tre turni prima, 3-1 sul campo dell'Arezzo), nonostante una striscia di risultati utili consecutivi (6 pareggi e un successo). L'ultimo passo falso di Perugia, però, ha fatto esplodere l'ira della tifoseria organizzata, che fino a quel momento aveva provato a stare vicina alla squadra, nonostante la retrocessione e il già citato ruolino di marcia non esaltante (probabilmente condizionato anche dagli infortuni gravi, quelli di Arena e Sits su tutti, non rimpiazzati da sostituti all'altezza).
La Curva Ovest Ferrara è stata chiara: "La pazienza è finita, ci siamo rotti i c......i". E giù una trafila di fatti e protagonisti che non sono stati digeriti dagli ultras biancazzurri: dai "dirigenti incompetenti" ad un "mercato estivo raccapricciante", da una squadra di "mezzi uomini" a una sequela di mister che non capiscono nulla (eufemismo!) fino ad un presidente "totalmente assente". Il messaggio non lascia adito a fraintendimenti: "Vincete o scoprirete che Ferrara può essere un luogo molto inospitale".
Nel quadro di contestazione si è inserita anche la conferenza stampa del presidente Joe Tacopina, che non interveniva ai microfoni della stampa dallo scorso giugno. Conferenza - da noi ripresa dai colleghi di LoSpallino.com - che è stata anche l'occasione per dare il benvenuto a Marcello e Gabriella Follano. Con il primo che ha deciso di investire nella società ferrarese e che - a detta di Tacopina - aiuterà a far crescere la SPAL con il suo investimento, facendo parte del consiglio d’amministrazione e condividendo con lo stesso Tacopina le strategie. Il presidente della SPAL è stato perentorio sul punto: "Ho visto alcune ipotesi sui giornali riguardo al mio futuro e voglio sottolineare che sarò il proprietario e il presidente della SPAL ancora a lungo. I miei piani non sono cambiati”.
Ed ha poi proseguito: “Vedo che il mio desiderio di stare a Ferrara è continuamente messo in discussione. E non ne capisco il motivo. I fatti parlano da soli. Vengono spesso sollevati dei dubbi sulla solidità economica della SPAL. In due anni e mezzo sono stati investiti 28 milioni di euro. Mi dispiace doverlo ripetere. Però sembra quasi che non venga compresa la portata di questo sforzo economico. Nessuno aveva mai fatto altrettanto prima. I debiti che abbiamo ereditato erano noti e siamo riusciti a tagliarli di 14 milioni”.
Quindi il pensiero è volato al pubblico di fede biancazzurra, a cui è stato rivolto anche un appello: “Merita di più perché so che ama la SPAL. Noi come società lavoreremo per dargli delle soddisfazioni. Continueremo a investire denaro per fare il bene del club. Investiremo ancora nelle strutture e nel settore giovanile. Voglio fare un appello ai tifosi che ci tengono davvero alla SPAL. Domenica abbiamo una partita fondamentale, che va assolutamente vinta, e dobbiamo essere tutti compatti per aiutare la squadra”. Mentre con la Curva, Tacopina ha provato ad essere conciliante, ma pare essersi scontrato con un muro: “Si sta parlando di una piccola parte della tifoseria. C’è un problema con questa parte. Io ho dato disponibilità a un incontro. L’ho comunicata ieri e hanno rifiutato. Io volevo andare avanti nell’interesse di tutti e della SPAL, non certo il mio personale. Hanno chiuso la porta. Volevo provare a sistemare le cose per il bene club. Tutti hanno commesso errori. Loro a insultarmi personalmente e io a rispondere male. La cosa migliore era incontrarsi, ammettere gli errori e andare avanti senza altre tensioni. Anche senza la pretesa di piacersi a vicenda. Non c’è questa possibilità e allora andremo avanti come ora. Mi dispiace sia così, soprattutto per le persone che lavorano qui. Ma non sono preoccupato al riguardo”.
Un altro dei problemi sorti già negli scorsi mesi e di contrapposizione dura con la Curva era quello relativo al marchio (la Curva stessa aveva chiesto alla società di cederlo al Comune), ma Tacopina ci ha riso su: "I nostri avvocati se ne occuperanno visto che è una faccenda legale. Ma è una domanda sciocca. Se a qualcuno piace il marchio della Ferrari può chiedere di comprarlo? Non credo. Non ci ho perso il sonno, questo è sicuro. Se poi qualcuno vuole pagare 28 milioni di euro per averlo lo ascolterò volentieri”.
E ancora una volta, la Curva Ovest Ferrara non è stata in silenzio, ribattendo con un nuovo comunicato punto su punto le affermazioni di Tacopina. È stato a lui imputato di essere stato negli USA a curare i propri affari mentre la Curva continuava a spingere l'intera tifoseria a sostenere la squadra. Mentre sul marchio è stato evidenziato che "è a bilancio per 270.000 euro non ancora interamente ammortizzati, non per 28 milioni. Forse si è confuso. Di più, su questo tema, il giorno 6 febbraio avremo un incontro in Comune in cui è invitato anche il DG Di Taranto, lo sapeva? Quando gli è stata posta la domanda ha riso: magari un giorno rideremo noi". Ed hanno concluso dando a Tacopina "dell'inguaribile bugiardo" per la questione incontro: "Abbiamo rifiutato perché al momento sarebbe stato completamente inutile, ma senza chiudere porte in faccia a nessuno nonostante i trattamenti ricevuti in passato".
La battaglia dialettica pare essere solo all'inizio. E come reagirà la squadra sul campo? Lo scopriremo dopo le 18.30 quando gli spallini scenderanno in campo al 'Mazza' contro una Juventus Next Gen in serie positiva da cinque turni e capace - al contrario dei biancazzurri - di rilanciarsi e provare ad allontanarsi dalla zona calda.
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