IL FRANCHI DI SIENA TEATRO DI DECISIONI STRANE, MA NON SI AVVELENINO ULTERIORMENTE GLI ANIMI. COSENZA SI SCALDA PER IL RITORNO: CON UN PUBBLICO DEGNO DELLA MASSIMA SERIE

08.06.2018 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
IL FRANCHI DI SIENA TEATRO DI DECISIONI STRANE, MA NON SI AVVELENINO ULTERIORMENTE GLI ANIMI. COSENZA SI SCALDA PER IL RITORNO: CON UN PUBBLICO DEGNO DELLA MASSIMA SERIE
TMW/TuttoC.com

L'Artemio Franchi di Siena in questi giorni è salito al centro delle cronache sportive nazionali e non solo per l'ottimo momento che sta vivendo la Robur, in semifinale play off di Serie C dopo un campionato sopra le attese, ma anche per le tante polemiche arbitrali che lo hanno visto come teatro. Dopo la Reggiana, che ancora si lecca le ferite per un'eliminazione difficile da digerire per via di un rigore molto più che dubbio – ancora non si è capito di preciso cosa abbia fischiato l'arbitro – a tempo ormai scaduto, è stato il turno del Catania. Gli etnei lamentano un rigore non fischiato a loro favore che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara d'andata e, chissà, quelle della qualificazione alla finalissima di Pescara. L'amministratore delegato Pietro Lo Monaco, come suo solito, non le ha mandate certo a dire evocando fantasmi sopiti da un anno come quelli della semifinale Parma-Pordenone che vide i ducali passare il turno fra le proteste vibranti dei neroverdi per una direzione arbitrale non all'altezza: “Non vogliamo fare la fine della Reggiana che giustamente meritava almeno la qualificazione a Siena e invece è stata punita al 99° per un rigore che solo l’arbitro ha visto. Da uomo di sport credo alla buonafede dell’arbitro ma molte cose non tornano. - e ancora - Sia chiaro che il Catania non ha nulla da invidiare al club toscano e merita rispetto per storia e blasone. Non vorrei che si ripetesse lo stesso episodio dello scorso anno quando non venne concesso un solare rigore al Pordenone e il Parma poi andò in B vincendo la finale”.

Polemiche che non fanno certo bene alla Serie C, ma che sono inevitabili quando la posta in palio è altissima e certe decisioni poco chiare. E che potrebbero essere lette anche come strategiche in vista della designazione della gara di ritorno al Massimino. Avvelenare ulteriormente gli animi non è, nè può essere, comunque una soluzione e possiamo solo sperare che l'arbitro che sarà designato possa essere sereno e, per quanto possibile, impermeabile alle tante polemiche di questi giorni. Per il bene della gara e del calcio in generale.

Se il rammarico del Catania è legato, anche a un episodio arbitrale, per il Cosenza – l'altra squadra del Girone C arrivata fin qui – l'amaro in bocca l'ha lasciato la poca freddezza e precisione sotto porta e un Offredi davvero monumentale che è riuscito a tenere la porta del suo Sudtirol inviolata ponendo le basi per una vittoria, forse non meritata, ma pesantissima. Per gli altoatesini il difficile viene però adesso perché al San Vito-Gigi Marulla non è mai facile giocare, soprattutto se davvero vi saranno 20mila spettatori (dovrebbero essere riaperte in via eccezionale anche la Curva Nord e la Tribuna B) a spingere i rossoblù calabresi verso una rimonta non impossibile, ma comunque difficile perché la squadra dell'emergente Paolo Zanetti - allenatore giovane, con ottime idee di calcio di cui sentiremo parlare a lungo – è stata spesso sottovalutata, arrivando però prima seconda in campionato (davanti a colossi come Sambenedettese o Reggiana) e ora si trova a un passo dalla finale potendo giocare per due risultati su tre.

Domenica assisteremo certamente a due gare spettacolari, tese e combattute su ogni pallone per 90 minuti (e magari anche oltre chissà) incastonate in cornici di pubblico degne di palcoscenici superiori. Da amanti del calcio ci auguriamo tutti che il lunedì successivo ci si possa concentrare solo sulle prodezze dei calciatori e lasciare da parte polemiche, accuse, sospetti e quant'altro che avvelenano troppo spesso il nostro calcio. Per quel che vale (anche se ho preso 3 semifinaliste su 4) la mia finale è Sudtirol-Catania.

PS: Siete liberi di lasciarvi andare a gesti scaramantici di vario genere.