IL PROTOCOLLO MEDICO COSTA 500MILA EURO: IMPOSSIBILE ATTUARLO IN LEGA PRO. CON QUEI SOLDI MOLTI PRESIDENTI PAGANO MEZZA SQUADRA. ECCO L'UNICA SOLUZIONE PER DECIDERE SUL CAMPO LA QUARTA PROMOSSA IN B

14.05.2020 00:00 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
IL PROTOCOLLO MEDICO COSTA 500MILA EURO: IMPOSSIBILE ATTUARLO IN LEGA PRO. CON QUEI SOLDI MOLTI PRESIDENTI PAGANO MEZZA SQUADRA. ECCO L'UNICA SOLUZIONE PER DECIDERE SUL CAMPO LA QUARTA PROMOSSA IN B

Sgombriamo subito il campo da ogni possibile equivoco: è impossibile per quasi tutti i club di Lega Pro tornare a giocare, osservando i dettami del protocollo medico-scientifico stilato dalla Figc. Tra esami, tamponi, isolamento in strutture, ritiri, voli charter i costi lievitano a 500mila euro. Una cifra che parecchi presidenti di Lega Pro utilizzano per pagare gli stipendi (al netto) di metà organico. Insomma, è evidente - senza dimenticare il parere negativo dei medici sociali dei club della terza serie - come sia pura utopia parlare di campionato da terminare sul campo. La linea Gravina non è attuabile a queste latitudini. In Serie C, infatti, non sarà possibile terminare regolarmente i campionati e, onestamente, abbiamo altrettante perplessità per la Serie B. Non a caso diversi club cadetti (in primis Entella, Chievo e Perugia) sono contrari a tornare in campo a queste condizioni. Discorso differente per la Serie A, dove gli introiti sono giganteschi così come la disponiblità economica dei proprietari. Senza dimenticare la questione quarantena al primo positivo, il che rende probabilissimo un nuovo blackout dei tornei. In ogni categoria, D'altronde per il calcolo delle mere probabilità appare improbabile che tra le centinaia di tesserati appartenenti alle 60 società della terza serie non ci siano più casi. Non a caso è la stessa problematica che non ha ancora sbloccato, ufficialmente, la ripartenza della Serie A, nonostante il forcing della Lega Calcio e dei suoi presidenti. Giusto fermarsi ora, ma altrettanto corretto mantenere gli impegni nei confronti dei propri dipendenti. Positivi in tal senso gli esempi forniti da Como e Reggina che si sono impegnate a provvedere ai pagamenti di tutti gli stipendi, senza tagli, decurtazioni o spalmature. Se poi diversi club riescono a trovare un punto di intesa con i propri dipendenti (Monza ecc), ben venga. L'importante è che non ci siano furbetti o ci si nasconda dietro la pandemia Covid19 (Siena, Catania ecc) per non pagare...

Altro tema rovente di questi giorni è quello relativo alla quarta promossa in Serie B. Se non ci sarà modo di tornare in campo è giusto premiare il merito sportivo e secondo i criteri Uefa - seppur per un misero 0,01 - toccherebbe al Carpi come votato dalla maggioranza (al netto delle parecchie astensioni) durante l'ultima Assemblea della Lega Pro. Giusto così come altrettanto comprensibili sono le rimostranze delle tre seconde in classifica (Carrarese, Reggiana e Bari) che nutrono ambizioni di B e avrebbero meritato di giocarsi sul rettangolo verde il salto di categoria. Con così tante gare ancora da giocare tutte e quattro queste formazioni avrebbero le carte in regola e diritto a un posto in B. I verdetti arriveranno in Consiglio Federale e politicamente. Se invece a fine giugno ci fosse una possibilità minima di tornare in campo - ovviamente seguendo scrupolosamente tutti gli iter regolamentari e sanitari - allora l'unica soluzione plausibile sarebbe quella di un quadrangolare, sulla falsa riga di quelli estivi di qualche anno fa. Ve li ricordate il Birra Moretti o il Trofeo Tim? Tutti contro tutti: Carpi, Carrarese, Bari e Reggiana. A quel punto la squadra che ottiene più punti nelle tre giornate (si affronterebbero tutte le squadre tra loro naturalmente in campo neutro) otterrebbe l'ultimo pass per la Serie B. Che ne dite?