Il ritorno in B del Catanzaro grazie a un Mago. Quando la carriera da calciatore non funziona in panchina: l’ennesima incompiuta di Pippo Pancaro

23.03.2023 00:00 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
Il ritorno in B del Catanzaro grazie a un Mago. Quando la carriera da calciatore non funziona in panchina: l’ennesima incompiuta di Pippo Pancaro
TMW/TuttoC.com

Spezzare un sortilegio che durava da 17 anni vale come una magia. E nella cavalcata straordinaria del Catanzaro c’è sicuramente un’alchimia un po’ paranormale. Colpa anzi in questo caso bisogna dire merito di Giuseppe Magalini, uno che - non a caso - da quasi due decenni lo chiamano il Mago. D'altronde portare il Mantova dalla modesta C2 a un passo dalla Serie A nell'arco di un triennio (2003-2006) non poteva che valere al Maga un appellativo del genere. A Vicenza era stato determinante nel riportare prima i biancorossi in Serie B e poi a essere protagonisti in cadetteria. Dopo il suo addio sono arrivati una retrocessione in C e un torneo anonimo nella terza serie. Solo un caso? Diremmo proprio di no. Con mister Vincenzo Vivarini (tecnico preparatissimo ma troppo spesso sottovalutato mediaticamente…) ha composto un binomio micidiale che ha riacceso l'entusiasmo di una piazza reduce da lustri di delusioni e tornata ora a sognare in grande. Merito di una proprietà solida (citofonare a Mister Noto), ma pure di un dirigente tra i più capaci e competenti della categoria. Magalini tra B e Lega Pro ha ottenuto risultati brillanti con diversi club (Grosseto e Alessandria, con quest'ultimi arrivando a una storica semifinale di Coppa Italia contro il Milan), sfiorando in più occasioni l'opportunità di arrivare in Serie A. Lo avevano cercano, in momenti differenti, il Chievo per il post Sartori (il suo maestro) e la Sampdoria. Chissà, magari quella massima serie tanto sognata la raggiungerà proprio con il Catanzaro nel giro di qualche anno. Eh già, perché ora che sono tornate a volare le aquile vogliono arrampicarsi sempre più in alto. In estate Magalini partiva da una rosa già di ottimo livello alla quale ha saputo aggiungere calciatori importanti (Vandeputte e Pontisso) e funzionali (Fulignati e Brighenti) più giovani di prospettiva (Ghion e Brignola) creando una corazzata inarrestabile. Il resto ormai appartiene già ai libri di storia. D'altronde con un Mago dalla tua parte è più facile scoprire l'incantesimo per vincere. 

Essere stato un grande giocatore non equivale a essere di riflesso un bravo allenatore. L’adagio che spesso viene ripetuto nel mondo del calcio si applica alla perfezione al caso di Pippo Pancaro. Da calciatore ha vinto due scudetti da protagonista con Lazio e Milan giocando una vita in Serie A e vestendo pure la maglia della Nazionale. Uno dei quei terzini che faceva la fortuna dei propri allenatori essendo in grado di giostrare con ottimo rendimento sia a destra sia a sinistra. Oltre ad essere un prezioso uomo spogliatoio, tanto da aver lasciato bei ricordi ovunque ha giocato. In panchina invece un’incompiuta dietro l’altra. Alla Juve Stabia nella stagione 2014/15 dopo un buon avvio smarrisce la bussola e viene esonerato a metà del girone di ritorno. Stesso film anche a Catania l’anno successivo, dove nuovamente il mese di marzo risulta fatale. Il finale di stagione due anni dopo a Catanzaro da traghettatore (9 gare) lo riporta un po’ in auge prima dell’esonero di Pistoia e i successivi due anni fermi ai box. Monopoli poteva essere l’occasione giusta per rilanciarsi alla guida di una squadra reduce da annate ruggenti. E invece anche qui a marzo arriva puntuale, come ormai fosse una triste abitudine, l’esonero. Con il mantra recitato nelle ultime conferenze stampa di una squadra “sfortunata e poco cinica” nel motivare l’assenza di risultati e le ultime 3 sconfitte di fila. Occasione sprecata. Rimandato ancora una volta. La Serie C non perdona e non aspetta: quando il curriculum vitae da calciatore non basta per brillare in panchina…