La caduta dei dg: Lo Monaco senza budget, Corda-Seregno si va in tribunale! Flop Siena: lo sciroppo non fa effetto e la congiura tosco-armena prepara un’altra vittima...

02.12.2021 00:00 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
La caduta dei dg: Lo Monaco senza budget, Corda-Seregno si va in tribunale! Flop Siena: lo sciroppo non fa effetto e la congiura tosco-armena prepara un’altra vittima...
TMW/TuttoC.com

La caduta dei direttori generali: nel giro di poche ore escono ufficialmente di scena due totem per la categoria come Ninni Corda e Pietro Lo Monaco. Due personaggi che non passano certamente inosservati e le cui rispettive separazioni con Seregno e Messina meritano un approfondimento particolare, essendo molto diverse come storie. 

Partiamo dall'addio più scontato, quello di Corda. Una separazione quella col Seregno che era scontata per noi, tanto che vi avevamo anticipato 15 giorni fa la lettera di licenziamento predisposta dal patron dei brianzoli Davide Erba. Tutto secondo copione così come la coda velenosa successiva allo strappo, tanto che all'orizzonte c'è una battaglia legale non indifferente. A suon di carte bollate. Corda, infatti, vantava un triennale a cifre importanti da 100mila euro netti a stagione (90 più 10 di integrazione per il secondo e terzo anno) con il Seregno. Un contratto non solo da direttore generale ma pure da dirigente d'azienda, il che potrebbe permettere al manager sardo di ricorrere al Tribunale del Lavoro per ottenere integralmente le sue spettanze con tanto di eventuale risarcimento danni. Si parla di una possibile richiesta intorno ai 500mila euro (tra spettanze e richiesta per danni di immagine). Dal club biancoblù asseriscono che l'allontanamento di Corda sia stato per giusta causa dopo una feroce lite con un dottore e il vicepresidente del club. Il tutto sarebbe accaduto un mese fa, precisamente un venerdì mattina, quando queste persone avrebbero impedito fisicamente a Corda di entrare al campo di allenamento. Ci penserà la Giustizia a dirimere la questione, facendo il suo corso. Intanto vi possiamo anticipare che 7-8 calciatori del Seregno verranno messi sul mercato a breve e ceduti a gennaio, essendo considerati troppo vicini a Corda. Intanto due fedelissimi di Corda come Anelli e Gentile sono già finiti fuori rosa e si sono rivolti all'AIC per tutelare i propri diritti e difendere la posizione contrattuale in essere con il sodalizio lombardo.  A differenza di quanto circolato nei giorni scorsi non c'è il portiere Ermanno Fumagalli tra gli epurati, visto che l'estremo difensore avrebbe voltato le spalle al mentore Corda. Chissà se il vecchio Ninni non si sia pentito del biennale fatto siglare a un calciatore di rendimento ma quarantenne. Forse dovrebbe valutare meglio l'affidabilità dei suoi cosiddetti fedelissimi. Ne vedremo delle belle...

Gli stessi scenari pirotecnici che stanno caratterizzando le ultime ore in quel di Messina, dove in serata è stato prima pubblicato e poi rimosso dai social il comunicato relativo alle dimissioni di Pietro Lo Monaco. Alla base di questo gesto - annunciato ma da ratificare a partire dal primo gennaio 2022 - la divergenza di vedute su progetti e ambizioni con il patron Pietro Sciotto. Quest'ultimo sogna e vorrebbe puntare alla Serie B facendo però le nozze con i fichi secchi visto che il club peloritano quest'anno ha speso molto meno di 2 milioni di euro (costo azienda al lordo). Uno dei budget più bassi delle categoria per una squadra che gioca con tantissimi giovani e ha una delle età medie più basse di tutta la Serie C. Evidentemente tra le promesse estive presidenziali e la realtà autunnale le cose sono andate differentemente. Ecco perché c'è stato il passo indietro di Lo Monaco, che ha preferito non rivivere i fantasmi del passato e ha scelto di separarsi. Tra l'altro Sciotto quest'anno ha un budget a disposizione inferiore a quello con cui ha trionfato in D visto l'addio dei soci salernitani. E senza denari nel calcio non si cantano messe...

Lo sciroppo Massimiliano Maddaloni non ha avuto gli effetti ricostituenti che si aspettavano in casa Siena. I bianconeri non sono competitivi per la promozione come vi avevamo anticipato due mesi fa e possono puntare al massimo al quarto posto. Ecco perché avevamo azzardato il pronostico che il cambio in panchina tra il pupillo di Marcello Lippi e Alberto Gilardino non avrebbe affatto cambiato la musica nella città del Palio. Anzi, i numeri dell’ex Guangzhou sono addirittura peggiori di quelli del Gila. Appena 6 punti in 5 gare con già 3 sconfitte sul groppone contro formazioni tutt’altro che irresistibili (cocenti gli scivoloni nei derby toscani contro Lucchese e Grosseto). Insomma, numeri da tranquilla salvezza. Altro che puntare alla B. Condicio sine qua non fondamentale per avere il via libera da parte del sindaco per i progetti extra-campo (tra cui lo stadio...) della proprietà. La domanda che adesso ci viene da fare è un’altra: dopo aver scaricato tutte le colpe sugli allenatori la proprietà armena e i dirigenti cittadini (Belli-Bellandi più il consulente Ristori) su chi scaricheranno le colpe della mancata competitività per vincere il campionato? Bella domanda. Meglio stare con gli occhi aperti. Consiglio non richiesto, ma doveroso vista la stima che nutriamo nei suoi confronti: fossimo al posto del Diesse Giorgio Perinetti inizieremmo a guardarci le spalle...