Lo scempio di Foggia: roba da Dilettanti allo sbaraglio! Reggiana show con due infiltrati. Il ritorno del Mando
 TMW/TuttoC.com
Come rischiare di sfasciare una stagione in pochi giorni. Il Foggia viaggiava alla grande e aveva tutte le carte in regola per chiudere quarto con vista sul terzo posto (il Pescara è in grande frenata…) nel Girone C. Lo step ideale per vivere la rassegna dei Playoff con ambizioni e possibilità di recitare un ruolo da protagonista. E invece adesso il futuro della squadra torna in bilico. Come quando era sbarcato sulla panchina rossonera Fabio Gallo al posto di Roberto Boscaglia. La compagine della Capitanata era in zona retrocessione e da allora ha svoltato. Peccato che negli ultimi tempi il feeling tra il patron Nicola Canonico e l’artefice della rinascita si fosse guastato. Divergenze sulle mosse di mercato da un lato, a cui si sommano voci poco gradite su altri allenatori contattati (Brocchi, Calori e Novellino) all’indomani dell’eliminazione in Coppa Italia per mano della Juventus Next Gen ai calci di rigore. Apriti cielo. Il casus belli che ha provato l’ira funesta di Gallo. Il 3-0 calato con facilità sulla Juve Stabia non ha acuito la ferita e soprattutto non ha minimamente rimarginato la frattura creatasi. Il resto sono dichiarazioni, da entrambe le parti, su cui sarebbe meglio stendere un velo pietoso. Dire che sono volati gli stracci è dire poco: roba da Dilettanti allo sbaraglio e non da grande club come meritano i tifosi rossoneri. Le vere vittime di un balletto tendente allo scempio che rischia di ridimensionare seriamente quello che stava diventando un giocattolo molto interessante e in grado di dare fastidio a tante big nella corsa alla Serie B. Già una volta era andata bene (rottura in estate con Zeman). Perseverare rischia di essere diabolico. Peccato…
Attenti a quei due. Una coppia che sta facendo un lavoro incredible e vuole pilotare la Reggiana di nuovo in Serie B. Una categoria che per quanto dimostrato negli ultimi anni meritano entrambi. Senza se e senza ma. Uno l’ha frequentata per anni con ottimi risultati con Perugia e Cosenza, l’altro invece vuol sbarcarci da allenatore per la prima volta dopo una semina eccellente tra FeralpiSalò, Melfi, Renate e Reggiana. Ogni riferimento a Roberto Goretti e Aimo Diana non è puramente casuale. Il giovane dirigente in estate ha avuto coraggio, pure troppo: chi scrive riteneva quello effettuato da Goretti un passo indietro pericoloso per la sua carriera. Dopo stagioni brillanti in B scendere di categoria poteva essere una trappola. Una di quelle che può tagliarti le gambe e comprometterti la carriera. Invece ha avuto ragione Goretti che non sta sbagliando una mossa e punta a centrare un’altra promozione dopo quella conquistata 10 anni fa a Perugia. Perché a volte bisogna fare un passo indietro per prendere la rincorsa e balzare in avanti. Dopo aver sfiorato Spezia e Cremonese e centrato una salvezza miracolosa a Cosenza (con il budget più risicato della cadetteria…) il Goro ha trovato in Emilia l’habitat naturale per aprire un nuovo ciclo. In Umbria se lo ricordano bene, con tanti talenti lanciati (Conti e Spinazzola, tanto per fare due nomi), ora se lo gode il popolo granata. Lo stesso da che da un anno e mezzo ha potuto apprezzare da vicino uno degli allenatori più interessanti ed emergenti dell’ultimo lustro. Quel Diana che dopo aver perso sul filo di lana lo scorso campionato (decisivo il gol del portiere Gagno su rinvio nel testa a testa col Modena…) può completare lo splendido lavoro con la vittoria del Girone B. Perché la gavetta spesso paga e fa la differenza: la storia dell’ex esterno di Samp e Palermo lo dimostra. Anche se sei stato un giocatore di ottimo livello, bisogna avere l’umiltà di rimettersi in gioco dal basso. Detto, fatto. Lo scontro diretto promozione con il Cesena porta la firma del tecnico bresciano. Decisiva l’intuizione tattica di spostare di venti metri più indietro il suo pretoriano Kabashi. Una mossa che ha mandato in tilt gli avversari. Il resto lo dice la classifica. E i numeri - si sa - non mentono mai. Goretti e Diana: la Reggiana viaggia spedita verso la B trascinata da due infiltrati speciali. Due che meriterebbero di calcare palcoscenici più importanti. Ci arriveranno, ne siamo certi: con le loro gambe e senza “scorciatoie”…
Rieccolo. Finalmente ci viene da aggiungere. Dopo oltre un anno e mezzo ai box torna in panchina Andrea Mandorlini. Il tecnico di Ravenna era stato un po’ dimenticato dal calcio italiano. Nessuna proposta importante l’anno scorso, allorquando l’ex calciatore dell’Inter era reduce da un’annata di spessore alla guida del Padova. Il Mando, infatti, era arrivato due volte a un passo dalla B col Padova (primo posto a pari punti col Perugia e finale Playoff persa ai rigori) che senza di lui non ha fatto meglio. Anzi. Ma questa è un’altra storia. Pure quest’anno nella prima parte di stagione il telefonino dell’ex tecnico di Atalanta e Genoa era squillato ben poco. Fin al “mi ritorni in mente” di un vecchio amico come Maurizio Setti, che ha deciso di optare per un altro ritorno al futuro. Quello dirigenziale a Verona con Sean Sogliano ha dato la scossa, tanto che l’Hellas è passato dall’ultimo al terzultimo posto e crede di nuovo nella salvezza. Adesso il deja-vù in salsa mantovana con un altro dei personaggi con cui ha vissuto annate storiche. Fu Mandorlini a condurre il Verona dalla C alle soglie della lotta per l’Europa League. Eppure il curriculum vitae sembrava non valere più nulla per Mandorlini, che adesso è pronto all’ennesima sfida della sua carriera. Salvare il Mantova e rilanciarsi agli occhi dei tanti addetti ai lavori che si erano scordati di lui…
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IL PUNTO di Nicolò Schira
 Oggi ne parlano tutti. Tutti lo conoscono, tutti l’avevano visto, tutti erano convinti diventasse un giocatore importante. Mateo Retegui con due gol in altrettante presenze è diventato l’uomo copertina della Nazionale italiana. Tanto che le sirene di mercato...

Ecco le prime pagine dei quotidiani sportivi di oggi 30 marzo 2023.
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