Ma che sorpresa! Giocare la Coppa dei grandi in casa delle piccole è meglio. Ve ne accorgete solo ora?

Chi vi scrive lo chiede da anni: allarghiamo la Coppa Italia a tutti i club di C, Serie D ed Eccellenza. Giocando il maggior numero possibile di gare negli stadi dei club più piccoli, leggi permettendo.
Ed è stato talmente ascoltato che i pochissimi club di D che già vi partecipavano sono stati esclusi, mentre la C ha visto ridurre la sua presenza a soli 4 club su 60. E, ovviamente, le gare continuano a giocarsi in casa delle big.
Poi viene fuori, del tutto fortuitamente, che l’Audace Cerignola, arrampicatosi al secondo turno, deve ospitare l’Hellas Verona causa indisponibilità del “Bentegodi”. Ne è venuta fuori una gara bellissima sugli spalti e tiratissima in campo, risolta ai rigori, che ha regalato una giornata di festa alla cittadina pugliese.
Tutta l’Italia sportiva ne ha parlato e tutti gli analisti concordano sul fatto che l’inversione di campo abbia reso la gara magica. Così come il fatto che Davide abbia tenuto testa a Golia sia stato davvero interessante da seguire.
In Inghilterra, Francia, Spagna, Germania e via discorrendo tutto questo lo sanno già. In Italia, invece, preferiamo lasciare in mano alla Lega di A l’organizzazione del torneo. La FIGC di patron Gravina, che la Lega Pro l’ha conosciuta e l’ha guidata, dovrebbe battere un colpo, dare un segnale, semplicemente svegliarsi.
Anche perché, economicamente e sportivamente, sarebbe tutto solamente un guadagno.
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