Nasce il Perugia Nostalgia Canaglia. Un club di Lega Pro pronto a parlare brasiliano

Rieccoli. Per il ciclo “a volte ritornano” il Perugia ha deciso di provare a risollevarsi dopo la prima disastrosa parte di stagione, puntando sull’effetto Nostalgia Canaglia tanto cara ad Al Bano Carrisi. Si spiegano in questa maniera le nomine di figure che hanno scritto la storia del Grifo. A partire dall’ex capitano dell’epoca aurea dei primi anni Duemila in Serie A e Coppa Uefa Giovanni Tedesco, che rientra da Malta per evitare di far sprofondare nei Dilettanti l’amata formazione biancorossa. Svolta in panchina ma non solo: pure in società, dopo un anno davvero faticoso e deludente, si è arrivati al cambio. Andrà via il ds Mauro Meluso che - dopo l’infelice esperienza al Napoli post Scudetto - aveva optato per un doppio salto all’indietro stile gambero che però non ha affatto pagato. Motivo per cui serviranno innesti di spessore per salvare il salvabile. Operazioni di mercato che saranno affidate a Riccardo Gaucci come consulente di mercato. Un cognome che nel capoluogo umbro resta speciale e non potrà mai passare inosservato, visto che l’epoca più bella e vincente del club resta indelebilmente legata alla famiglia Gaucci e soprattutto a papà Luciano. Così come ha lasciato un ricordo speciale al Curi uno degli eroi del Perugia sbarazzino degli anni Settanta come calciatore e poi allenatore nel 1992/93 ai inizio carriera: quel Walter Alfredo Novellino che fungerà da consigliere del presidente Javier Faroni e anche possibile tutor per Tedesco. Il Perugia agli ex perugini, verrebbe da dire: slogan certamente affascinante che ora, però, dovrà essere tramutato in punti e risultati brillanti sul campo. Ci riusciranno? Ai posti l’ardua sentenza.
Sempre nel Girone B c’è un’altra situazione da tenere d’occhio. Fari puntati su Pontedera, col club che potrebbe presto passare di mano ed essere acquistato da un fondo brasiliano. Si tratta di Sportheca che punta a rilevare in tempi brevi la società toscana per sbarcare nel calcio europeo. Vedremo se questa pista se concretizzerà. Nel frattempo la dirigenza granata ha fatto bene a rinnovare la fiducia a una vecchia volpe della panchina come Leonardo Menichini, che a queste latitudini rappresenta una garanzia. Vero che quest’anno il Pontedera sta balbettando e probabilmente faticherà a salvarsi, ma l’obiettivo dichiarato a inizio stagione era il mantenimento della categoria anche a costo di strappare la permanenza in categoria all’ultimo minuto ai Playout. Dopo annate ruggenti e con vista su Playoff, infatti, la squadra è stata smantellata in estate con relativa riduzione del monte ingaggi: fuori i big e dentro un manipolo di giovani arrivati dal campionato Primavera al posto di gente come i due attaccanti Corona e Italeng (un tandem da 25 gol) e la cerniera difensiva Moretti-Guidi più il portiere Tantalocchi. Elementi di spessore e che l’anno scorso erano i punti di forza, rappresentando la spina dorsale della squadra. Dura così restare in Lega Pro, a meno di mezzi miracoli. Se c’è qualcuno in grado di riuscirci - più che maghi o stregoni brasiliani - però è proprio il tecnico di Ponsacco.
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