Nella guerra degli stipendi la C meglio della A. Gironi e tifosi le partite per la prossima stagione. La Virtus Verona insegna: guai a fare pronostici

17.05.2021 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Nella guerra degli stipendi la C meglio della A. Gironi e tifosi le partite per la prossima stagione. La Virtus Verona insegna: guai a fare pronostici
TMW/TuttoC.com

Soldi non ce ne sono. Difficoltà si, sofferenza anche. Alcune situazioni da tenere oggettivamente d’occhio e qualche piazza storica del nostro pallone che o cambia proprietà o rischia di non iscriversi al campionato. Però nel calcio italiano è esplosa, con colpevole ritardo, la bolla degli stipendi. Ai massimi livelli: si è parlato per mesi dell’Inter, a campionato pressoché concluso l’intera Serie A ha avanzato una richiesta che i calciatori non accetteranno ma aprirà un inevitabile dialogo. Tardivo, perché la questione è comprensibile ma magari parlarne un po’ prima dell’ultimo momento disponibile avrebbe aiutato. Da questo punto di vista, la bistrattata Serie C (e quindi la Lega Pro) arriva discretamente meglio all’estate. La premessa è per significare che dei problemi ci sono e ne sono perfettamente consapevole. Ce ne sono anche altri che qui non approfondiremo (per esempio, un conto sono gli stipendi e un altro le tasse). Ma nel complesso la sensazione è che i club di terza serie si siano fatti meglio i conti in tasca e arrivino a fine campionato con meno richieste al tavolo dell’assocalciatori.

Una piccola lezione, come quella che arriva sul fronte della Coppa Italia. Da via Rossellini è partita una decisione senza confronto, se n’è ragionato anche una settimana fa: è vero che trattasi di una competizione di lega e non federale, ma rivoluzionarla così dall’oggi al domani non aiuta nessuno. Alla fine, risponde meglio la Lega Pro: dialoghiamo. Confrontiamoci e vediamo cosa fare. Probabilmente alla fine della fiera servirà a poco perché contano i soldi e decide chi ne ha di più, ma è un approccio che aiuterebbe parecchio nell’ottica della riforma di cui si parla da parecchio e al 17 maggio ancora è in bozza. A proposito, i tempi sono stati sempre risicati, vedremo. Nell’attesa, una piccola grande novità potrebbero/dovrebbero offrila i gironi del prossimo campionato. Sempre nell’ottica di un confronto tra i diretti interessati, cioè i club, ma mi aspetto che l’attuale ripartizione sarà superata perché ha un senso ma il risultato è anche uno squilibrio a livello di competitività piuttosto evidente. Personalmente, sarei un fan dei gironi a livello nazionale. Metterebbero davvero l’Italia tutta a confronto. È anche l’ipotesi che mette davanti a più difficoltà: servirebbe calibrarli bene (un sorteggio con dei coefficienti?), inoltre a livello di costi e di organizzazione si alza di parecchio la mira rispetto alle altre ipotesi in campo. Ma così torniamo alla riforma e al presupposto che la Serie C di oggi viaggi ad almeno due velocità, questione risolvibile con il ritorno a C1/C2 (ma chiamate la prima anche C d’élite, come vi pare). La vera partita per la prossima stagione, al di là dei gironi, si gioca sugli stadi e sui tifosi. Anche qui torno indietro su argomenti già trattati: chiudere con una qualche presenza sarebbe un bel messaggio. Dall’anno prossimo ripartire si può e si deve (situazione sanitaria permettendo), anche perché per la stragrande maggioranza dei club di C avere il 40/50 per cento della capienza vorrebbe dire poter tornare alla normalità. Ultima riga sui playoff: sono una bella lotteria, guai a dare qualcosa per scontato. La Virtus Verona (chapeau ai suoi calciatori) insegna: ha ribaltato le aspettative, dettate dalla classifica, dalle assenze, dalle difficoltà incontrate per giocare una partita che sembrava destinata a non doversi giocare mai. Ora si entra nel vivo, godiamoceli incrociando le dita.