Palermo-Ferrero tutta la verità. Ecco quale sarà il futuro della Samb. Il tandem dell’Amaro del Capo. Lega Pro unica un grande flop: torna la vecchia C2
TMW/TuttoC.com
Lo stop della FIGC alle multiproprietà (salvaguardate quelle già acquisite come Lazio/Salernitana di Lotito e Napoli/Bari con De Laurentiis...) a partire dalla stagione 2021/22 blocca lo sbarco di Massimo Ferrero al Palermo. Il produttore cinematografico era in trattativa avanzata per rilevare almeno il 60% delle quote del club rosanero, con il restante 40% che sarebbe rimasto a Di Piazza. Una operazione entrata nel vivo, con tanto di incontri davanti a un noto notaio della Capitale. Ferrero aveva già iniziato il casting per le figure di direttore generale, direttore sportivo e allenatore del suo Palermo. Nomi di alto livello per la categoria, con l’obiettivo dichiarato di tornare in Serie B nell’arco di un biennio. Ora la mossa del Consiglio Federale pone un alt all’operazione, salvo clamorosi colpi di scena legati al mondo Samp. Per la prima decade di maggio era già stato fissato il summit decisivo a Roma per concludere l’accordo che adesso è congelato. Che succederà? Il Palermo rischia di perdere una bella occasione per tornare ai fasti del passato dopo l’attuale anonimo campionato di metà classifica in Lega Pro.
Adesso che tutti hanno scoperto l’acqua calda, è ben ribadire che ufficialmente le promesse di Serafino si sono rivelate prive di fondamento. Uno scenario che porterà al fallimento pilotato della Sambenedettese, unico scenario percorribile per evitare al club di sparire di nuovo dal calcio professionistico. Vicenda che vi avevamo anticipato lo scorso 25 marzo con dovizia di particolari (LEGGI QUI). Da allora Serafino ha continuato a illudere una tifoseria senza mantenere mezza promessa e di coreani all’ombra del Riviera delle Palme manco l’ombra. In caso di fallimento pilotato (il titolo verrebbe messo all’asta e dovrebbero essere saldate tutte le spettanze di questa stagione per calciatori e staff tecnico) a oggi c’è solo un gruppo concreto interessato al club e fa capo al duo Moneti-De Sarlo. Per il resto solo voci. Meglio diffidare dagli incantatori di serpenti e da chi sbandiera progetti a destra e manca. A San Benedetto dopo le batoste degli ultimi 10 anni si meritavano un Serafino come quello del film di Adriano Celentano e non un imbonitore neppure in grado di presentare il libretto di deposito vincolato da 25mila euro a cauzione della domanda di concordato. Dallo scorso ottobre avevamo acceso i fari su ciò che accadeva nella Marche e puntualmente non ci eravamo sbagliato. Chissà dove sono finiti invece gli aedi che celebravano ogni mossa della Samb targata Serafino nei mesi scorsi. Forse gli stessi che stanno chiudendo gli occhi su 2 altri club a rischio tracollo da qui al 30 giugno dopo aver narrato fantomatiche trattative societarie. Ma questa è un’altra storia, sulla quale torneremo a campionato concluso. Ne vedrete delle belle...
In molti si erano, colpevolmente, dimenticati di loro e adesso qualcuno mastica amaro. Sorseggiando appunto...l’Amaro del Capo per digerire. Ogni riferimento alla Vibonese del patron Pippo Caffo non è affatto puramente casuale, ma totalmente voluto. Il club calabrese ha svoltato con l’arrivo di Giorgio Roselli in panchina. Un allenatore che in carriera dovunque é andato ha centrato l’obiettivo prefissato. Eppure nell’ultimo anno pre-Covid era stato addirittura costretto ad andare a Malta per allenare. Follia di un mondo senza memoria. D’altronde nel malandato calcio italiano ogni tanto si preferiscono allenatori alle prime armi che accettano la qualunque pur di allenare o magari personaggi accompagnati da raccomandazioni e sponsor. Per fortuna ogni tanto la meritocrazia c’è ancora. È il caso del vecchio Giorgione Roselli, che non predicherà calcio spettacolare tanto di moda mediaticamente, ma può essere considerato un profeta dei risultati. I successi e i traguardi conquistati in giro per la penisola i suoi unici sponsor. Chiacchiere poche, fatti tanti. Basti pensare ai risultati clamorosi centrati con Cremonese, Pavia e Cosenza, tanto per fare qualche esempio. La scelta vincente di Roselli ha la paternità di Gigi Condò, dirigente del quale si erano un po’ perse le tracce dopo gli anni ruggenti con Trapani e Cosenza. Il Diesse di Gioia Tauro, trapiantato per amore in Abruzzo, ha saputo aspettare in silenzio un’occasione, arrivata a mercato estivo quasi finito dopo due anni da scout per se stesso a divorare partite di B e C. Piano piano è riuscito a incidere il suo marchio anche a Vibo con alcune scommesse vincenti. I nomi di Plescia (11 gol), Marson e Vergara oggi sono sulla bocca di tutti. Gente destinata a un’estate da protagonisti sul mercato. Eppure tutti pescati a zero da illustri sconosciuti (Plescia e Marson) o come talenti perduti da rilanciare (Vergara). Perché si può fare calcio lanciando talenti senza spendere cifre elevate. La lezione di Condò è un manifesto di come si debba operare in terza serie. Così come quella del tecnico di Montone, che non a caso i tifosi di Cremonese e Pavia avevano soprannominato “Re Mida”. Da loro a Vibo Valentia possono ripartire per sognare un posto al sole nella prossima stagione. E a quel punto l’Amaro del Capo diventerà dolcissimo da sorseggiare per festeggiare le vittorie...
Prepariamoci infine a un ritorno al futuro. La tanto vecchia vituperata Serie C2 è pronta a tornare in auge. Sotto mentite spoglie, tra C d’elitè e amenità varie, ma la realtà dei fatti è una sola: la Lega Pro unica è stata un buco nell’acqua. Per questi si tornerà indietro, ripristinando una categoria cuscinetto tra la C e i Dilettanti. La vecchia C2 appunto. Probabilmente - qualora si restasse con l’attuale format a 60 partecipanti - con due gironi di C2 da 20 squadre ciascuno sotto la C d’élite, che altro non sarebbe che la storica C1 da Bolzano a Palermo. Mentre la C2 sarebbe divisa dal Piemonte alla Toscana (con Sardegna annessa) nella C2 Girone A e dalle Marche alla Sicilia il Girone B. Una mossa volta a diminuire i costi per quelle società che non puntano a salire in Serie B, ma puntano a restare nel calcio professionistico. Una restaurazione in piena regola da completare nel giro dei prossimi 15 mesi. Obiettivo partire col nuovo format ad agosto 2022. Lavori in corso...
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