Seconde squadre, adesso si fa sul serio. Anche nell'incertezza e tra stadi che sono un problema

15.05.2023 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Seconde squadre, adesso si fa sul serio. Anche nell'incertezza e tra stadi che sono un problema
TMW/TuttoC.com

Sono servite cinque stagioni di Juventus, per far capire che le seconde squadre siano una grandissima possibilità non sfruttata. Adesso che i bianconeri, storicamente neanche troppo prodighi a livello di vivaio, ne stanno raccogliendo i frutti, all'improvviso sembra esserci la linea. Cosa la Next Gen abbia rappresentato per la Juve è sotto gli occhi di tutti: Fagioli, Miretti, Barrenechea, Soulé, Iling Jr e i prossimi in rampa di lancio. Non tutti sono gioielli, non tutti rimarranno in bianconero, ma il valore aggiunto è sotto gli occhi di tutti.

E infatti diverse società sono pronte a seguire il modello della Vecchia Signora. Atalanta e Sassuolo, pare, sin da subito. L'Inter ha in cantiere il progetto, il Torino ha più o meno deciso di tuffarsi nell'avventura dalla prossima stagione. Il Milan valuta, la Fiorentina è storicamente stata propensa a dotarsi di una squadra B e per la Roma sarebbe solo il naturale sviluppo di un settore giovanile tra i più floridi d'Italia. La riforma dei prestiti, più di ogni cosa, spinge la storia del calcio in questa direzione.

Resta l'incertezza. Almeno nell'immediato. Perché a oggi le seconde squadre hanno una corsia preferenziale, ma una per volta. E chi vuole dotarsene potrà soltanto affidarsi su ragionevoli previsioni, fino all'estate. Da questo punto di vista, le novità regolamentari che si apprestano tra FIGC e Lega Pro sono indispensabili, perché chi vuole programmare deve farlo ora - anche prima - e non può aspettare la mezza lotteria dei ripescaggi. L'altro ostacolo è la ferma opposizione della Lega B, che almeno mediaticamente sembra pronta a scendere sul piede di guerra. E poi c'è l'abbondanza, che all'improvviso potrebbe diventare pure troppa perché è fisiologico che il campionato di Serie C non possa accogliere più di 2-3 seconde squadre, alla volta, se non in assoluto.

E poi ci sono gli stadi. Il caro vecchio cruccio di un Paese che nel '90 ne ha costruiti tanti già vecchi, e poi in larga parte si è fermato lì. Euro 2032, che l'Italia ambisce di organizzare, è sicuramente una grande occasione. Ma per chi? Quanto al nostro Paese, pochi dubbi. Viene qualche dubbio in più sul fatto che lo sia per la UEFA: sembrerà strano, ma in Turchia sono decisamente più avanti sulle infrastrutture e questo, di solito, diventa un vantaggio. Tifiamo comunque per l'Europeo, ma non può diventare l'unica speranza. Per molte delle società succitate, le strutture restano il problema principale, alcune non sanno dove far giocare un'eventuale seconda squadra. A dire la verità, in qualche caso neanche la prima.