SERIE C AL CAPOLINEA, UNA SCELTA INEVITABILE. TUTTI CONTRO TUTTI, ULTIMA CHIAMATA PER EVITARE IL DEFAULT

21.04.2020 00:00 di  Marco Pieracci   vedi letture
SERIE C AL CAPOLINEA, UNA SCELTA INEVITABILE. TUTTI CONTRO TUTTI, ULTIMA CHIAMATA PER EVITARE IL DEFAULT

La Serie C è ancora lì su un binario fermo e non ripartirà più, almeno per questa stagione. Bene mettersi il cuore in pace fin da ora, il campionato è già arrivato al capolinea, semplicemente perché non ci sono le condizioni per proseguire. Niente di nuovo sotto al sole, il Consiglio direttivo di sabato non ha fatto altro che confermare l’orientamento comune emerso nella precedente assemblea dei club. Impossibile pensare di applicare il rigido protocollo sanitario messo a punto dalla commissione medica della Figc, che apre una corsia preferenziale ai calciatori per tamponi e test sierologici. Esami ai quali una larga parte di italiani non riuscirà mai ad accedere. Lo si farà forse in Serie A, dove in realtà non tutti hanno le strutture adeguate, ma gli interessi economici sono troppo alti, i ricchi contratti televisivi non possono diventare carta straccia ed allora una soluzione si troverà, in qualche modo.

Perchè in fondo in un’estate atipica come quella che ci attende, nella quale rischiamo di non vedere il mare nemmeno col binocolo, cosa c’è di meglio di una scorpacciata di calcio in tv? Con partite ogni tre giorni, magari anche negli orari più impensabili. Poco importa se a porte chiuse, in stadi asettici, rispettando le distanze di sicurezza ed evitando rigorosamente gli abbracci dopo un gol segnato. Si spinge per tornare in campo a tutti i costi, senza chiedersi se è veramente ciò che vuole la gente. Un calcio che di calcio ha ben poco. E con una classe dirigente dominata dall’indecisione. La frattura tra le leghe è venuta fuori ancora una volta, in tutta la propria evidenza. Manca una visione unitaria per cercare di superare insieme la crisi. Ognuno cerca di difendere il proprio orticello. B contro C, D contro C. E la A da sola contro tutti, a protezione del suo giardino dorato. Ecco la fotografia attuale del nostro sistema, spaccato come non mai.

Varie proposte sono state formulate in questi ultimi giorni. Alcune interessanti, altre decisamente meno. Onestamente, quella di determinare la quarta promozione attraverso un sorteggio è difficilmente difendibile e come era logico ha scatenato un vespaio di polemiche. Se la prima reazione di molti è stata quella di chi si trova davanti ad un pesce d’aprile fuori tempo massimo un motivo ci sarà. La Lega Pro però è stata anche la prima a interrompere i tornei, dando un segnale forte di fronte all’immobilismo generale, e questo è bene non dimenticarlo. Il grido di allarme lanciato in questi giorni dai suoi presidenti non può restare inascoltato. Se non ci si siede tutti ad un tavolo facendo un passo indietro per trovare un punto di incontro difficilmente si arriverà a delle soluzioni valide per riformare un movimento destinato al collasso. Tanti, troppi, treni sono già passati. Questo rischia di essere l’ultimo.