Nicola Romaniello, la bandiera dell'Aversa

L'allenatore dei granata non fissa limiti al campionato dei normanni. Ecco la sua intervista in ESCLUSIVA a TuttoLegaPro.com
24.01.2012 17:00 di  German Dionigi   vedi letture
Nicola Romaniello, la bandiera dell'Aversa
TMW/TuttoC.com
© foto di Anto.Abbate/TuttoLegaPro.com

Con 85 presenze da giocatore e già 21 da allenatore, solo in campionato, Nicola Romaniello rappresenta una sorta di bandiera per il San Felice Aversa Normanna, società nata nel 1925, ma nella configurazione attuale in essere dal 2005. Da quattro anni fra i professionisti, la società presieduta da Giovanni Spezzaferri, in sinergia con il Napoli, ha quest’anno sposato una linea verde, più delle stagioni passate e puntando prepotentemente sullo storico capitano dei granata.

Il neo-mister, giovane classe 1974, nativo proprio di Aversa, aveva contribuito da giocatore in maniera significativa alla scalata dei normanni, contribuendo alla doppia scalata per approdare in Serie D e giocare un ruolo significativo prima da allenatore nel settore giovanile, del quale è diventato responsabile nella stagione 2010-11, per poi  essere nominato allenatore della prima squadra nella stagione in corsa. Con un esordio da brividi, contro il Perugia e dopo un precampionato abbastanza complicato, costellato da risultati negativi ed una squadra che non si esprimeva al meglio:
Certo appena ho letto il calendario – esordisce Romaniello – c’era da farsi venire i brividi. Ho subito pensato che ci saremmo misurati la temperatura, come si dice in gergo, contro una delle favorite e soprattutto contro la compagine meglio assemblata in sede di campagna acquisti. Come si dice il buongiorno si vede dal mattino”.

Vittoria per 2-1, lottando, soffrendo, ma portando a casa i tre punti:
Si ed è quello che chiedo sempre ai ragazzi – prosegue il 38enne mister granata – giocarsela a viso aperto con tutti, senza remore e preoccupazioni. Facendo parlare il campo. Nessun tatticismo esasperato, combattendo il fattore ambientale tipico del nostro girone, ma pensando a giocare a calcio, nel senso lato della parola ”.

Confermando fuori dal campo, il ruolo di regista del centrocampo. Una carriera quasi sempre in D, fra Terracina, Bojano, Cassino, Potenza, Marcianise ed arrivare nella squadra della sua città:
E’ una cosa – si emoziona Romaniello – che se non provi non puoi comprendere. Giochi per la tua città, la tua squadra, i tuoi amici, tifosi. Fu quella la molla che mi fece scendere di categoria e prendere per mano l’Aversa. Capisco quello che possono provare giocatori come  Totti, o in passato Maldini, o le polemiche dell’anno passato con Quagliarella. Con tutto il rispetto e le dovute differenze fra realtà societarie come Napoli, Roma ed Aversa Normanna e le rispettive città”.

Quali le motivazioni che ti spingono a fare questo percorso:
Sposi un progetto. Io sono stato fortunato a trovare una società come la mia, con il presidente Spezzaferri ed il dottor Alfonso Cecere come amministratore delegato. Ritrovando quest’anno il mio direttore sportivo da giocatore, Nicola Pannone”.

Non tutte rose e fiori, durante questi primi sette mesi:
E’ tutto più complicato, non giochi una partita la domenica, ma due, tre o quattro match. Non ne parliamo da allenatore. Almeno da giocatore divide sorti e responsabilità con gli altri diciassette componenti, più lo staff. Da allenatore spesso sei solo. Inizio delle volte il lunedì mattina, quando vado a fare colazione, ad entrare in clima partita. Tutti e tutto ti chiede di vincere la domenica successiva. Cerco almeno in famiglia di staccare un po’ la spina, altrimenti ti esaurisci dentro. Senza nascondere che già dalla Coppa Italia ho iniziato ad avvertire spifferi e maldicenze, lamentele e gufate da più parti. Io ho cercato, in silenzio ed umilmente, di lavorare sul campo, migliorando me e la squadra.

Voluta la partenza lanciata dopo il pre-campionato?
“Conoscevo lo staff molto bene e sapevo che saremmo partiti “pesanti” in pre-campionato per l’enorme lavoro fatto in ritiro. Ma che ne avremmo giovato durante la stagione e che ci saremmo fatti trovare pronti ad inizio campionato”.

Poi una crescita partita dopo partita, dopo l’esordio difficile, con la prima vittoria in trasferta proprio domenica scorsa a Celano:
“Indescrivibili le emozioni alla comunicazione di essere diventato allenatore della prima squadra. Giravano già alcune voci a fine stagione, però se non metti nero su bianco, difficile crederci. Certo ho trovato una società coraggiosa e ne approfitto per ringraziarla  per il coraggio avuto nell'affidarmi tale incarico”.

Con l’ambizione di cercare sempre il bel gioco, qualcuno parla di un piccolo Barcellona, vista la bassa statura di centrocampisti ed attaccanti:
Non scherziamo nemmeno. Come si dice dalle nostre parti cerchiamo di cuocere il pesce con l’acqua. Altro che modello Barca. Abbiamo disponibilità diverse ed un bacino d'utenza limitato. Cerco il bel gioco e non ho un modulo fisso. Vorrei esaltare al massimo le caratteristiche dei ragazzi. La soddisfazione di rispettare i programmi, di essere al di sopra della quota salvezza e degli stessi playout è il nostro obiettivo. Penso avendo fatto bene contro tutti e su tutti i campi. Dando un’identità di gioco alla squadra, al di là degli uomini”.

Avete lanciato diversi giovani:
Come chiedeva la società. Hanno già giocato e con profitto, Varsi, nostro esterno d’attacco ’94, Sorrentino altro esterno di proprietà classe ’93, Puca, punta del ’92, Vitale, laterale sinistro ’91 convocato in rappresentativa, più una serie di giovani prestati dal Napoli, come Gatto (’92), Diana (’91), Varriale (’91) e  Monda (’91)”.

Lanciati subito senza nessuna paura:
Un po’ per necessità, considerati gli infortuni, un po’ perché li conoscevo dal settore giovanile. Così  dopo un avvio non del tutto esaltante fra pre-campionato e coppa, ho preferito puntare subito su di loro. Certo abbiamo avuto la fortuna di una super-difesa guidata dal trio Gragnaniello, portiere di categoria superiore ed i due centrali Mattera e Castaldo, con il primo che visto il rendimento di quest’anno merita ribalte più importanti. Con Grieco davanti che ci dà la qualità che ci manca. Forse proprio Giuseppe (ndr. Mattera) e Gaetano (ndr. Grieco) hanno raccolto in carriera meno di quanto meritavano”.

Quali squadre l’hanno particolarmente impressionata:
Nonostante abbiamo ottenuto quattro punti su sei, il Perugia mi è sembrata una corazzata. In un torneo dal buon spessore tecnico, con Paganese, Catanzaro e L'Aquila che si giocheranno con gli umbri la promozione diretta. Dietro molto bene il Lamezia, forse con un organico meno forte sulla carta, ma molto ben organizzato, ed Aprilia, Gavorrano e Chieti a contendersi la griglia play off”.

L’Aversa invece:
Noi stiamo facendo meglio del previsto. La sinergia con la SSC Napoli può essere motivo di crescita per tutto l'ambiente. L'augurio e la speranza è quella di incidere in maniera positiva in un processo di crescita, sia tattico che caratteriale, nei tanti giovani in rosa. La salvezza è un traguardo che vale doppio essendo aversano doc. Ma preferisco parlarne a campionato concluso”.

Con un bilancio perfettamente in pareggio:
Si con otto vittorie, otto pareggi e sette sconfitte, siamo proprio a metà classifica. Con un’ottima difesa, con soli 18 reti subite, solo due in più della capolista ma dovendo migliorare tanto in attacco, dove abbiamo realizzato solo 18 reti”.

Per la salvezza chi sono le candidate:
Vista la classifica Celano, Melfi ed Isola Liri sono quelle messe peggio. Però l’esperienza dei gironi meridionali, mi insegna che nel girone di ritorno inizia un altro campionato. Vedi squadre come il Celano che nel ritorno ha impresso una marcia notevole al suo cammino. Direi che dal Giulianova in giù, quindi noi, Campobasso, Fano, Milazzo, Fondi, Neapolis, Ebolitana e Vibonese, oltre le ultime tre, dovremo lottare, per evitare gli spareggi”.