ESCLUSIVA TLP - Ferrigno: "Catania meglio del Lecce, a Catanzaro serve più personalità. Samb, Padova, Livorno e Pisa da Serie B. Sarri? Ora incanta a Napoli ma ricordo quell'esonero insieme in Serie C..."

21.10.2017 14:00 di Sebastian DONZELLA   vedi letture
ESCLUSIVA TLP - Ferrigno: "Catania meglio del Lecce, a Catanzaro serve più personalità. Samb, Padova, Livorno e Pisa da Serie B. Sarri? Ora incanta a Napoli ma ricordo quell'esonero insieme in Serie C..."
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

È uno dei direttori sportivi più esperti in terza serie. Parliamo di Fabrizio Ferrigno, diesse in passato di Perugia, Milazzo, Messina, Catania e Paganese. TuttoLegaPro.com lo ha intervistato in esclusiva per capirne di più sull'attuale stagione in terza serie.

Direttore, partiamo dal presente: oggi su che campi sarà?

"Mi aspetta una giornata in terra siciliana. Inizierò da Akragas-Juve Stabia sul neutro di Siracusa, una partita sicuramente molto combattuta. La squadra di mister Di Napoli a me piace tanto: il tecnico ha dato una grossissima organizzazione a dei ragazzi molto giovani e senza grandi nomi. Ottima forma fisica, squadra sempre corta: peccato non abbia ricambi di pari livello, altrimenti potrebbe fare un campionato ancora migliore. Tra i campani, invece, mister Caserta si sta affacciando in questo mondo da allenatore. Si vede la sua mano, non sta facendo male. La Juve Stabia ha fatto un buon mercato perché spendendo poco ha preso molti giocatori di prospettiva e altri con ottimi rapporti qualità-prezzo. Confesso che Viola, Crialese e Mastalli li avrei voluti in passato. Credo siano pronti per fare il salto in Serie B. I campani, comunque, dovranno fare attenzione all'intensità dei siciliani anche se sono abituati a giocare sul sintetico.
Stasera, invece, vedrò la sfida tra Catania e Sicula Leonzio al "Cibali". Gli etnei hanno costruito un'ottima squadra. Non tanto per i nomi dei calciatori ma perché quest'ultimi sono funzionali alle idee di Lucarelli. Non saranno i più forti del girone ma sono quelli di cui il tecnico aveva bisogno. La difesa non prende quasi mai gol, con un portiere incredibile come Pisseri che porta tanti punti. E poi ci sono calciatori come Spolli, Lodi e Ripa il cui curriculum parla da sé. Stasera comunque la Sicula Leonzio non sfigurerà contro gli etnei: hanno dato filo da torcere a tutti e se la giocheranno a viso aperto e con quel piglio in più che ci mettono le siciliane quando affrontano una big come il Catania. Bollino e Arcidiacono possono mettere in difficoltà i rossazzurri ma quest'ultimi ,credo e spero, faranno loro la partita. Attenzione, però: sarà però difficile per il Catania mantenere questo passo, per la legge dei grandi numeri prima o poi si stopperà questa serie positiva, anche se auguro al Catania di vincerne 20 di fila. Di sicuro bisognerà ottenere tutti i punti possibili: dove non si potrà vincere servirà non perdere perché un punto: in questo campionato, può fare la differenza".

A proposito di Girone C, chi vede favorita per la promozione?

"Il Catania è leggermente favorito rispetto al Lecce: la rosa dei salentini è di primissimo livello ma non possiedono una difesa solida come quella etnea. Per la promozione metto anche il Trapani che ha un'ottima squadra anche se sta facendo un po' fatica nel capire la categoria e in particolare il girone meridionale. Una cosa è salvarsi in serie B e un'altra è vincere in Lega Pro senza aver tanto tempo di programmare. Per questo metto i granata un gradino sotto rispetto a Lecce e Catania. Vedo molto bene il Monopoli e il Siracusa: entrambe, con un po' di fortuna, potrebbero arrivare a ridosso della vetta. Tra i Gabbiani il punto di forza è un grande bomber come Genchi che si sta ripetendo anche quest'anno. Anche quella aretusea è una squadra che ha fame, con un diesse come Laneri bravo a puntare su un debuttante in categoria come Bianco".

Non un gran momento per il "suo" Catanzaro.

"La società ha avuto pochissimo tempo per programmare. E non tutto è andato per il verso giusto: quando si manda via l'allenatore significa che la società ha sbagliato. Quest'ultima ha rischiato nel tenere un allenatore presente con la vecchia gestione ma posso capirla, visto che Erra aveva dimostrato di essere valido in precedenza ed era ancora sotto contratto. Credo che la squadra non sia male anche se ha delle lacune che stanno venendo fuori. Io comunque per blasone reputo Catanzaro come Catania e Lecce: parliamo di una piazza importante con un grandissimo seguito. Alle Aquile servono calciatori che sanno quanto pesa quella maglia giallorossa che indossano, giocatori che si assumano le responsabilità nei momenti di difficoltà: lì però ne vedo pochi, ne servono in abbondanza. Perché, in un campionato così difficile e in una squadra così importante, serve prima di tutto scendere in campo con una forte personalità".

Un anno fa alla Paganese ha ottenuto un gran bel posizionamento ai playoff. Quest'anno come vede gli azzurrostellati?

"La Paganese aveva voglia di continuare il lavoro da me impostato lo scorso anno. Ricordo che spendemmo veramente pochissimo e ottenemmo comunque un gran risultato. È normale che hai qualche difficoltà nel cambio di direttore, anche perché non è facile quel tipo di lavoro: serve una grossa conoscenza sui calciatori sui quali vuoi investire perché basta poco per scivolare in fondo. Ma conoscendo il patron Trapani so che a gennaio si rinforzerà perché non gli piace pensare esclusivamente alla salvezza, è un uomo molto ambizioso. Sono andato via perché volevo provare i Gironi A e B dopo un decennio al Sud, avevo molti contatti in estate e avevo quasi firmato con un club. Inoltre volevo alzare un po' l'asticella: ci siamo comunque lasciati in buonissimi rapporti". 

E mister Grassadonia, con lei a Pagani un anno fa, intanto è salito in Serie B...

"È una grossa soddisfazione vederlo in cadetteria. Sta facendo un grandissimo lavoro per la squadra che ha: alla Pro Vercelli ha dovuto cambiare modulo in base ai calciatori per adattare la rosa ai suoi canoni. Grassadonia ha un modo di vedere il calcio che è bellissimo: ti fa divertire anche in allenamento. Prendeva troppi gol, ha rivisto anche questo andando in cadetteria. Credo possa arrivare in Serie A dopo che si consoliderà in Serie B".

Chi invece è messo male è il Cosenza, ultimo nel Girone C.

"Non è mai semplice riconfermarsi. A Cosenza il problema nasce a monte, dall'idea di non aver fatto una squadra in funzione dell'allenatore. Fontana è un buon allenatore, solo che come Grassadonia e Sarri devi costruire una squadra adatta al loro credo tattico e avere pazienza. Però c'è ancora tutto il tempo per recuperare, la squadra non è sicuramente da ultimo posto".

A proposito di Sarri...

"Già, proprio Maurizio Sarri. Lo scelsi al Perugia, al mio primo anno da diesse. Quando il presidente mi disse che voleva mandarlo via, gli dissi che esonerando il mister avrebbe dovuto cacciare anche me. E in effetti lo fece: ci licenziò insieme ma io ho continuato a credere in mister Sarri. E direi che il tempo mi ha dato ragione visto che ora parliamo di uno degli allenatori più forti al mondo. Da tifoso del Napoli non posso che essere felice sia per noi sostenitori che per lui: non si vedeva un gioco così bello dai tempi di Maradona, con la differenza che trent'anni fa il gioco era basato sulla forza dei singoli, con Sarri la vera forza è quella del collettivo. Per giocare con Sarri ti servono almeno 6-7 mesi per capire cosa vuole lui: gioca a memoria, sembra di giocare alla Play Station".

Quali sono i tecnici che assumerebbe, se potesse?

"Mi piacciono allenatori giovani che possono portare idee nuove come Longo, Grassadonia, Vivarini. Mi piacerebbe anche vedere un Lello Di Napoli con una squadra pronta per altri obiettivi. Direi anche Petrone che ha fatto un ottimo lavoro tra Bassano e Ascoli. Purtroppo, però, in Serie C tanti allenatori vengono bruciati da squadre veramente scarse che preferiscono mandare via il mister piuttosto che cambiare 10 calciatori in una volta".

Passiamo al Girone A. Come lo vede?

"L'Alessandria è una delle squadre più forti del girone ma è partita male e sta facendo una fatica incredibile. Se riesce a ingranare può farsi forte delle proprie forze, arrivando in alto, ma non so se ciò avverrà. Anche perché vedo un Livorno bello tonico, con un allenatore che bada molto al sodo: Sottil fa rendere al mille per mille il prodotto che ha a disposizione. Quando c'è da correre e menare, la squadra corre e mena, quando c'è da vincere, la squadra cerca di vincere la partita.
Il Pisa ha tanti grossi giocatori però la squadra non era funzionale a Gautieri: parliamo di un ottimo allenatore e di una squadra con ottimi calciatori. Purtroppo, però, l'assemblaggio non era quello giusto, con un centrocampo poco dinamico e diversi giocatori che si pestano un po' i piedi. Trovando il tecnico adatto alla rosa pisana, i toscani possono ambire alla vittoria del campionato. Spero comunque che si possa risolvere questa situazione perché società e tifosi meritano la Serie B. Il Siena, infine, è una piccola sorpresa: non mi aspettavo potesse disputare questo tipo di campionato. Per me un anno fa ha speso più soldi ma fatto peggio. Credo possa rimanere nelle zone nobili a lungo".

Uno sguardo al Girone B.

"Difficile individuare chi possa vincere il campionato: un anno fa Venezia e Parma hanno fatto un campionato a parte, stavolta c'è più equilibrio. Mi fa piacere per Checco Moriero che sta facendo vedere un grande calcio: con la sua Sambenedettese potrà giocarsela fino alla fine. La squadra è molto forte ma paga il fatto di essere relativamente nuova: Renate, Padova, Bassano e Pordenone, avversarie nella lotta per la Serie B, stanno programmando da molti anni. La Samb, invece, è una sorpresa: due anni fa era in D, quest'anno ha cambiato allenatore e una bella fetta di giocatori. Però credo che, da new entry, possa arrivare in cadetteria. L'altra favorita per me è il Padova, la squadra più pronta per l'approdo in Serie B. Però mi piace tantissimo il Renate: ogni anno cambia due-tre pezzi e va sempre benissim. I lombardi non sono così in alto per caso ma per bravura della proprietà. Da tenere d'occhio anche Bassano e Pordenone che investono molto di più rispetto ai nerazzurri e che ogni anno vanno a giocarsi i playoff".

Quest'anno, per lei, avventura lampo a Messina: meno di un mese e poi ha salutato tutti. Come mai?

"Partiamo dal fatto che la Serie D non l'avrei mai presa in considerazione. Sono andato a Messina solo per il blasone della squadra e per il fatto che Messina merita di stare nel calcio che conta. Purtroppo non è stata una scelta felice: avevo pattuito diverse cose con la società che strada facendo sono venute meno. Sono abituato a fare calcio in maniera organizzata. Lì purtroppo non andava bene quasi nulla: non c'era organizzazione e i patti non sono stati rispettati".

Tornando alla Serie C: quali giocatori possono essere i migliori quest'anno?

"Se Russotto del Catania continua così, può ritornare nelle categorie che più gli competono. Mi piace molto anche Miracoli, attaccante della Sambenedettese. Seguo anche Mastalli della Juve Stabia e Izzillo del Pisa: quest'ultimo lo presi a Messina quando nessuno lo conosceva. Sono due giocatori che potranno salire di categoria se messi nelle condizioni giuste. Magari seguendo le orme di Deli, Agazzi e Cicerelli, ora in B. La C, per fortuna, ha perso Pessina, scuola Milan e ora dell'Atalanta, salito in cadetteria con lo Spezia: ricordo che a Catania giocò poco ma ha i numeri per arrivare in Serie A".

Chiusura con un pensiero sui giovani in Lega Pro?

"Che ci sono due modi di vedere il calcio: da un lato il primo, quello che prediligo, nel quale giocano i più forti, quasi tutti italiani e pochissimi stranieri, valorizzando così il settore giovanile. Poi c'è il secondo, in cui i presidenti preferiscono prendere giovani solo per il minutaggio. Ci lamentiamo che il livello della Nazionale cali di anno in anno ma non ci accorgiamo che nei settori giovanili è rarissimo trovare talenti italiani. Lo stesso campionato di Lega Pro una volta era ottimo per far crescere quei giovani che meritavano di giocare accanto ai più grandi e che poi finivano nelle serie superiori. Il problema è a monte: se in Lega Pro arrivassero più soldi, i presidenti non avrebbero sempre l'ansia di ridurre le perdite gestionali e le squadre potrebbero veramente puntare sui giovani di qualità".