Giacomense, DG Vagnati a TLP: "Ecco i giovani più interessanti. Amo questo lavoro, crediamo nella salvezza"

Longevità calcistica? C'è chi dice no. E preferisce la gioventù dirigenziale. Davide Vagnati, 34 anni, ha deciso la passata stagione di appendere al chiodo gli scarpini per passare dietro una scrivania. Quella da direttore generale della Giacomense. L'ex centrocampista di Benevento e Pisa, ricordato da molti per la splendida rovesciata segnata con la maglia della Massese al Napoli, non rimpiange affatto la scelta. Lo rivela in un'intervista esclusiva a TuttoLegaPro.com: nella quale ha parlato anche dell'ottimo momento di forma della sua squadra.
Direttore, avete battuto il Savona, avete totalizzato dodici punti nelle ultime quattro giornate. Eppure i play-out sono ancora vicini...
"Le quattro vittorie consecutive ci hanno permesso di poter evitare la retrocessione diretta. Adesso abbiamo un margine non matematico ma molto importante sulle ultime tre posizioni. Il capitolo play-out, invece, è ancora aperto. Come ogni anno le squadre che lottano per non retrocedere nel girone di ritorno fanno sempre più punti. Il Bellaria, ad esempio, sta facendo qualcosa di straordinario. Ma noi non dobbiamo avere paura, abbiamo dimostrato di essere artefici del nostro destino. La salvezza dipenderà molto dalle nostre prestazioni, con rispetto per le altre squadre".
La vostra è una delle squadre più giovani del campionato. Per salvarsi non serve esperienza?
"Il nocciolo della questione è la consapevolezza di dover affrontare un campionato che avrà un epilogo difficile. La società, scegliendo i giovani, ha saputo fin dall'inizio del torneo che avrebbe dovuto lottare fino all'ultima giornata, sperando di poter essere ancora in corsa (vedi Casale e Milazzo, ormai retrocesse). Il fatto di essere lì a lottare contro squadre che hanno speso molto e preferiscono affrontare i match con qualche under in meno per la Giacomense è importante: noi non nascondiamo che i contributi della Lega sui giovani sono molto importanti".
A 34 anni molti giocatori sono ancora in attività. Non le manca il campo?
"Il lavoro di direttore generale ti prende 24 ore su 24. Questa professione è molto bella e spero di poterla praticare il più possibile. Ritornare a giocare non mi è mai passato per la testa: una volta presa una decisione, giusta o sbagliata, bisogna avere la forza per mantenerla".
Nemmeno quando avete preso sette gol a Renate ha pensato di scendere in campo?
"Il 7-0 è stata una sconfitta mia più che altro. Io sono il primo responsabile: fa parte di quelle occasioni in cui uno abbassa la testa e può solo vergognarsi. Mi dispiace perché il mio è stato un lavoro totale, sin da inizio stagione mi sono impegnato al massimo. Purtroppo però gli errori capitano".
Quali sono i giocatori che l'hanno colpita positivamente quest'anno?
"Mi piacciono tre ragazzi del 1991: Gabriele Franchino, difensore del Monza, Nicholas Siega, attaccante del Casale e Lorenzo Galassi, centrocampista del Mantova. Preferisco concentrarmi sui giovani perché sono loro il futuro del calcio. Però non bisogna dimenticare elementi più grandi e di ottima caratura come Nossa della Pro Patria e Del Sante del Mantova. Della Giacomense vi faccio un nome: Gianluca Draghetti, in prestito dal Bologna, potrebbe avere più prospettive di tutti. Se capisce che vuole fare questo mestiere, lo potrà fare ad altri livelli. Dei nostri tesserati invece non dirò nulla: non sarebbe giusto"
Le sue preferenze per i TLP Awards, i premi di TuttoLegaPro.com per i migliori tecnici della stagione (VOTA QUI)?
"In Prima divisione dico Luca Prina dell'Entella, solo un soffio avanti a Roberto Boscaglia del Trapani. Entrambi stanno facendo ottime cose. In Seconda senza dubbio Paolo Indiani del Pontedera. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui per tre anni. E' un tecnico che riesce a far uscire il meglio di ogni calciatore".
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