INTERVISTA TC - Pagni: "Bisogna dare un sostegno ai presidenti di C"

13.01.2022 18:00 di Dario Lo Cascio Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Pagni: "Bisogna dare un sostegno ai presidenti di C"
TMW/TuttoC.com

Danilo Pagni, direttore sportivo dal lungo curriculum, dalla prima categoria alla Serie A, di recente a Viterbo e Terni passando per le esperienze al ChievoVerona e al Milan, protagonista di alcune remuntade storiche, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per un commento sui temi caldi della Serie C

Direttore, un mercato molto particolare, condizionato dall'emergenza Covid-19 e con particolare attenzione al risparmio.
"Siamo in una fase epocale, nella quale i parametri economici e tecnici sono cambiati. Nonostante le iniziative fatte, le società sono in grandissima difficoltà. In Lega Pro c'è un grave problema economico e non si risolverà fino a che non si riscriveranno le regole. Le proprietà devono essere scremate, fuori dal tempio gli avventurieri e i fachiri. Chi acquisisce un club deve avere rispetto per la città, per la provincia e per i dipendenti, perché c'è gente che vive solo di calcio. I presidenti hanno bisogno di iniezioni di liquidità, di essere supportati. È un sistema che ormai si regge sulla legge Melandri, sul minutaggio e sugli sponsor. È un sistema in default. Mancando la C2, uno step tecnico importante, il livello dello spettacolo si abbassa".

Così la Serie C sembra sull'orlo del baratro...
"Mi ripeto, bisogna riscrivere le regole, cercare di abbassare la tassazione e trovare gli strumenti giuridici ed economici affinché i proprietari possano attingere a liquidità. Altrimenti è un sistema fallimentare. Il fatto di non aver pagato i contributi fino adesso è un vantaggio, ma domani sarà un problema. Adesso è tempo di ispezioni Covisoc, le società dovranno ricapitalizzare e pagare i contributi".

Passiamo all'aspetto tecnico del mercato, fin qui non sembra possano esserci colpi eclatanti.
"In questo momento il segnale fortissimo lo ha dato secondo me il Catanzaro. Nonostante sia a 12 punti dalla vetta, andare a prendere Sounas, trattare Iemmello e altri, fare contratti pluriennali, significa che la proprietà rilancia. Questa è linfa per il calcio, un bene prezioso per i tifosi. Il Catanzaro ha dato così anche una proiezione per il futuro, per la prossima stagione, qualora non riesca nel salto di categoria quest'anno. L'Avellino sta cercando di inserire quei due o tre elementi che possano spostare ulteriormente gli equilibri, altrimenti per le sue potenzialità sta facendo un buon campionato".

Il Bari sta cercando invece di razionalizzare la rosa.
"Quando si opera in una squadra come Bari, nella quale si eredita quanto fatto negli anni passati, non è facile. L'obiettivo come tutti è quello di allegerire il monte ingaggi. Il direttore Polito è al lavoro in questo senso, ha ereditato questi contratti e non sarà facile, ma sono sicuro che ci riuscirà.

A proposito di cessioni, lei ne sa qualcosa, con il record della Ternana.
"Record ancora imbattuto, con 19 uscite senza scambi con un milione e duecento mila euro in Lega Pro".

Da direttore sportivo lei ha scoperto tanti giovani.
"Molti si riempiono la bocca con i giovani. Nelle mie squadre, in B, C e D, annovero ragazzi presi dal nulla come Canotto, Caserta, Carretta, Strambelli, Chiricò. Per non parlare di Pobega, Rivas, Hristov, Giraudo, che non giocavano titolari con me in C ma non per mia scelta. Non mi sono mai porso il problema del minutaggio, li ho scelti sempre per merito. Bisogna lavorare con competenza e coraggio. Potrei fare esempi anche di giocatori a livello internazionale o in Serie A".

Parliamo del Taranto, che ha resistito alle richieste per Giovinco, la scelta giusta?
"Ho imparato una cosa in ventidue anni di direzione sportiva e generale: quando uno vuole un giocatore lo prende, anche durante la crisi. Anche quest'anno abbiamo esempi di acquisti di buon livello. Quando un giocatore è forte, serve, emoziona, non c'è santo che tenga. Il Taranto ha giocatori interessanti, ma difficile in questo caso riuscire a perfezionare plusvalenze. Furono fatte con le cessioni di Mancini e Zito al Siena per oltre un milione di euro. Ma era un altro calcio. Oggi vengo a conoscenza di società di C che comprano cartellini per 300/400 mila euro. Il Taranto sta facendo un buon lavoro con il direttore Motervino, il mister Laterza è stato scelto dal presidente con il mio avallo. Galigani a Taranto significa successo, tre volte che opera e tre volte che vince".

Baldini torna al Palermo, un'occasione di riscatto per il tecnico dopo la precedente esperienza. 
"Non mi faccio suggestionare dai nomi delle piazze, verso le quali ho grande rispetto. Quando si parla di Palermo, Catania, Taranto, eccetera, il blasone, con tutto il rispetto, non è proporzionale al valore tecnico. Hanno responsabilità molto superiori al blasone, si creano delle aspettative molto superiori alla normalità. Baldini è un tecnico che ha un suo modo di essere, preparato e originale. In campo non va il blasone ma i valori tecnici. La C si è abbassata come valore, non c'è più la C2 né grandissime proprietà, oltre al Covid-19. Si creano aspettative eccessive legate al blasone attorno a giocatori normali".

Ha citato il Catania, una situazione molto particolare. Sembra che il club possa portare a termine la stagione, ma vendere una società con 3 milioni di euro di debiti non è semplice.
"Se una società presenta le liberatorie, una fideiussione genuina, ma ha milioni di euro di debiti, si parte già con il piede sbagliato. Adoro la piazza di Catania, ho tanti amici e addetti ai lavori che sento continuamente. Quando il Catania fallì tanti anni fa fu la sua fortuna. Se riusciranno a salvare la società saranno degli eroi, ma a volte passare dal purgatorio per poi tornare in paradiso, come successo allo stesso Catania, al Messina, alla Salernitana, al Parma, non sarebbe male. Fermo restando che auguro al Catania di salvarsi. Ma non è normale iscriversi con milioni di euro di debiti".

Le dispiace che Lotito abbia venduto la Salernitana? Lei fu il primo direttore generale granata sotto la sua presidenza.
"A Salerno siamo partiti senza una sede, senza un campo d'allenamento e con il materiale sportivo risicato. Nel libro che hanno scritto sulla Salernitana hanno ripreso uno slogan: la via del San Paolo non è così lontana. Fui ottimo profeta. Come lo fui a Gallipoli, quando dissi che il Via del Mare era vicinissimo. E ci fu il derby in B tra Gallipoli e Lecce. Me lo sentivo perché c'era una piazza importante, una società importante e la Serie A a Salerno era l'obiettivo. Chi l'ha presa ha fatto un affare e chi l'ha ceduta ci ha perso. Sono partito dalla Serie D senza un ufficio con il direttore sportivo Susini, con un addetto stampa alle prime armi, un segretario bravo ma giovanissimo e un magazziniere alla prima grande esperienza che rompeva sempre il furgone".

Cosa pensa di questo entusiasmante duello tra Reggiana e Modena?
"Un bello spettacolo, si stanno battendo con grande qualità tecnica e spirito sportivo. Un bel duello da gustare e da vedere. È ovvio che una delle due debba passare obbligatoriamente dai playoff. Sono due piazze fantastiche e due squadre che obiettivamente stanno fornendo uno spettacolo non da Lega Pro".

Possiamo nonostante tutto aspettarci qualche colpo a effetto da questa sessione di mercato?
"Nella scorsa stagione un giocatore che ha spostato gli equilibri è stato Cesar Falletti alla Ternana. A oggi non riesco a individuare un giocatore così in Serie C. Su quella falsa riga, sognando, farei di tutto per convincere Sebastian Giovinco. Se fossi una società facoltosa, vicina per giocarmi la Serie B, farei un'operazione alla Berlusconi e proverei a ingaggiare Giovinco. Quando portai Lima a Taranto o Sissoko a Terni, non bisogna porsi limiti. Sono calciatori che non giocano più per i sogni. Chiaro come detto che si tratta di un sogno provocatorio. Falletti per la C era come un piccolo Messi. Oltre Giovinco mi vengono in mentre altri nomi ma preferisco non dare vantaggi a nessuno! (ride, ndr.)".

Il presente e il futuro di Danilo Pagni?
"Sto facendo workshop con osservatori di tutta Italia. Con i miei collaboratori sto monitorando le varie competizioni. Di recente ho avuto qualche colloquio, ci siamo anche piaciuti, sperando ci siano i presupposti. Fermo restando che le motivazioni sono intuibili, sono aggiornatissimo, devo valutare bene le proposte. Se si vuole mantenere un trend vincente, bisogna provare a difenderlo. Ovvio che la scelta definitiva di un presidente è legata a molti fattori, spesso non dipendente dai meriti e dagli algoritmi, può scegliere e ci si deve scegliere a vicenda".