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Braglia rivela: "Vi racconto le mie dimissioni dal Perugia"

Braglia rivela: "Vi racconto le mie dimissioni dal Perugia"TMW/TuttoC.com
© foto di Andrea Rosito
Oggi alle 19:00Primo piano
di Sebastian Donzella

L'avventura di Piero Braglia a Perugia è terminata con le dimissioni. Anzi, con l'esonero. Anzi, con entrambe. TuttoC.com ha raggiunto l'esperto tecnico, in attesa di un nuovo club, per analizzare il mese passato in terra umbra senza troppa fortuna.

Mister, si è dimesso o è stato esonerato?
"Entrambe. Mi sono dimesso subito dopo la gara persa col Pineto. Ho preferito fare un passo indietro perché mi sembrava giusto, soprattutto per rispetto dei tifosi. Con la società, oggi, abbiamo preferito la via della risoluzione consensuale, in modo da poter allenare ancora in questa stagione se troverò l'occasione giusta. Ci tengo a dire che ho lasciato sul piatto un bel contratto, rinunciando a tutti gli emolumenti da qui al resto della stagione".

Dopo di lei anche il direttore Meluso ha scelto di salutare. Decisione presa insieme?
"No, non è stata presa di comune accordo. Io ci pensavo già dalla settimana scorsa e avevo deciso di giocarmi l'ultima carta col Pineto. È andata male e allora ho rassegnato le dimissioni. Forse anche il direttore ci pensava da qualche giorno ma le due cose non sono collegate".

Cos'è che non ha funzionato?
"Io ho avuto un po' di problemi e ho preferito fare un passo indietro. Non sono riuscito a incidere come volevo e lo dimostrano anche i risultati. A questo punto uno deve prendere atto della situazione, un minimo di dignità lo devi avere e ho preferito prendere questa scelta. Più volte, parlando col direttore, avevo esposto i vari problemi. Però vedevo che c'erano sempre delle difficoltà e allora ho scelto di fermarmi".

Problemi con la società o con lo spogliatoio?
"Non è mio costume raccontare quanto accade all'interno di un gruppo di lavoro. A livello personale non ho avuto problemi né con la società né con lo spogliatoio. Dico solo che abbiamo passato un mese di lavoro importante ma se non vengono i risultati sarà un po' colpa mia, un po' di quello e un po' di quell'altro. Ho capito che era inutile restare lì, purtroppo non è andata come speravo per vari motivi. Non è il momento, però, di mettere ancora benzina sul fuoco, ce n'è già parecchio a Perugia. Il passo indietro fa capire ai giocatori che non possono più scherzare, se mai avessero scherzato, responsabilizzandosi ancora di più. Ma non voglio fare polemiche". 

Quanto spiace aver lasciato una piazza così importante?
"Moltissimo. Ma l'ho fatto per rispetto della piazza. Avrei potuto fregarmene altamente, continuando a prendere lo stipendio. Ma non è la mia visione del calcio. Se non stai bene in un posto è giusto fare un passo indietro. Non ero felice di quello che vedevo".

Vista la tua precedente esperienza in un Rimini derelitto, forse a Perugia manca un po' quel fuoco che i romagnoli hanno avuto sin dall'inizio a causa della situazione societaria complicata.
"Sono due situazioni nettamente diverse. Il Rimini, ricordiamolo, viene dalla vittoria della Coppa Italia di categoria. Ma quella rosa è stata smantellata alla fine del mercato. Chi è rimasto sta facendo quel che può e, sicuramente, è da prendere a esempio. Questo non significa che a Perugia non lo facciano, bisogna capire cosa c'è che non va e mi sa che non l'ho capito nemmeno io fino in fondo. A Rimini l'esperienza è stata positiva e ho conosciuto ragazzi veramente in gamba. A Perugia ho fatto più fatica a farmi capire".

Il futuro?
"Ora giriamo pagina e cerchiamo di trovare in questi mesi un club che mi permetta di fare ciò che vorrei fare".