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De Rosa: "Si faccia report sui disoccupati e non sul 10% di giovani in più"

De Rosa: "Si faccia report sui disoccupati e non sul 10% di giovani in più"TMW/TuttoC.com
Maurizio De Rosa
Oggi alle 19:15Primo piano
di Valeria Debbia

L'avvocato Maurizio De Rosa, ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio Il 61, ha affrontato temi scottanti del calcio italiano, in particolare il controverso progetto delle seconde squadre e le sue implicazioni sulla Serie C.

Sarri ha detto che le seconde squadre Under 23 sono la morte del calcio di Serie C e del campanilismo. Cosa ne pensi di questo progetto, che festeggia otto anni?

"Il progetto Under 23 è in antitesi col campanilismo, perché occupa posti di società legate al territorio, come il Foggia, che preferisce affrontare il Bari piuttosto che una squadra Under 23. Ma il problema non sono le Under 23, bensì le regole. Le liste e l’obbligo degli under favoriscono società bisognose di minutaggio, andando contro la meritocrazia. Questo crea illusioni per i giovani, che spesso diventano professionisti solo perché under, ma dopo 2-3 anni il 90-95% smette o finisce in Serie D. Calciatori esperti, che potrebbero ancora dare tanto, restano disoccupati. Queste regole politiche, non nate dal calcio, abbassano il livello di Serie A, B e C. In C, con un milione di euro si fa calcio, ma non seriamente. In B servono 4-5 milioni, spesso da mutualità. Con pochi soldi circolano meno calciatori qualificati, e lo slogan “valorizziamo i giovani” nasconde un calo di investimenti".

È uscito un report della Lega Pro sulla riforma Zola, voluta dal vicepresidente Gianfranco Zola, per valorizzare i giovani dei vivai di Serie C. I dati dicono che i giovani in campo sono aumentati del 10%, con tutte le squadre che schierano almeno un ragazzo del proprio settore giovanile. È un passo nella giusta direzione?

"Non parlerei di riforme. Queste regole tolgono alla competizione e alla meritocrazia. Zola, senza queste norme, è passato dalla Torres al Napoli perché era un campione. Bisogna premiare il talento, non dare soldi per far giocare un giovane del vivaio. Dare più contributi a chi arriva primo in classifica, perché investe milioni. Benevento, ad esempio, prende minutaggio non per la riforma Zola o altre, ma perché il presidente Vigorito investe nel settore giovanile, tirando fuori talenti come Carfora, un classe 2006 che gioca perché merita, non per il minutaggio. La politica del calcio deve capirlo. Queste regole lasciano famiglie di calciatori disoccupati, dalla A alla C. Inviterei a fare un report sui calciatori senza contratto, non sul 10% di giovani in più".

Hai due assistiti importanti nel Girone C: Caturano al Catania e Maita al Benevento. Si profila un girone tosto con Salernitana, Benevento, Catania e Cosenza. Sono queste le favorite per la promozione diretta?

"Sulla carta, Salernitana, Catania, Benevento e Cosenza sono le più attrezzate. Hanno investito di più e si vede un calcio di qualità. Ad esempio, la Salernitana schiera un 2004 come Ferraris perché è un talento, non per il minutaggio. Il cammino è lungo, siamo alla nona giornata, ma queste squadre si sono mosse meglio e mostrano un livello superiore. Altre società, invece, puntano a sopravvivere con il minutaggio, non a creare valore".

Parliamo di Riccardo Cargnelutti, un difensore con sette presenze, un gol e un assist al Crotone. Ha le carte per un gradino sopra. E ci sono novità sui tuoi assistiti, con il mercato chiuso? Rinnovi o situazioni di svincolati?

"Confermo gli apprezzamenti per Cargnelutti, un calciatore di categoria superiore. Ci sono stati interessamenti, ma le liste a 18 giocatori penalizzano: si preferisce un 2003 che non occupa posti, tagliando le ali a calciatori come lui e al calcio stesso. Angileri ha rinnovato con il Monopoli fino al 2028. Per il resto, con il mercato chiuso, stiamo lavorando su situazioni future, ma queste regole limitano le opportunità".