Lo strano caso degli allenatori di Serie C rispetto a quelli di A e B. La possibile riforma delle panchine 

Lo strano caso degli allenatori di Serie C rispetto a quelli di A e B. La possibile riforma delle panchine 
Oggi alle 00:00Il Punto
di Redazione TC
Editoriale di Nicolò Schira

Siamo già a ottobre inoltrato e ho notato una cosa davvero singolare per le nostre latitudini calcistiche: tra Serie A e Serie B sono saltate finora zero panchine. Incredibile ma vero. Per un paese come il nostro abituato a trovare facilmente un capro espiatorio da dare in pasto a tifosi e opinione pubblica siamo di fronte a un segnale di netta controtendenza rispetto al passato. Solo la Serie C mantiene fede alla tradizione italiana dei mangiallenatori. A questo punto gli interrogativi sorgono spontanei: c’è meno pazienza nella terza serie oppure i motivi sono altri? La sensazione è che la risposta sia la seconda. Il motivo è semplice: ormai Coverciano è diventata una fabbrica di allenatori con 40 tecnici nuovi di zecca sfornati ogni anno. I club a disposizione però rimangono sempre gli stessi. Mai un bocciato e avanti Savoia, verrebbe da dire. Motivo per cui la domanda di posti di lavoro in panchina è nettamente superiore alla richiesta di tecnici.

E così all’interno di questa situazione ci sguazzano i presidenti che possono giocare al ribasso, offrendo in molti casi contatti capestro con durate brevi e compensi sempre più bassi. Il che agevola l’esonero e la sostituzione a stagione in corso con un altro specialista senza appesantire troppo i bilanci. Della serie: prendi due (a volte pure tre o quattro…) e paghi uno. Ecco perché in Lega Pro la girandola degli allenatori è già scattata a differenza di quanto sta succedendo ai piani di sopra. E al tal proposito ci verrebbe da fare una proposta: ristrutturare i corsi e i master di Coverciano stile facoltà universitarie, facendoli durare tre anni e possibilmente bocciando qualcuno ogni tanto. Non è possibile che tutti vengano sempre promossi (neanche ai tempi dell’URSS c’era il 100% di promossi…). Detto ciò, questa svolta avrebbe risultati immediati. Da un lato si formerebbero allenatori più pronti e al tempo stesso non ci sarebbe l’attuale caterva di disoccupati che pur di rientrare in pista (il discorso vale soprattutto per C e D) spesso volentieri accetta di tutto…