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Ds AlbinoLeffe: "Cerchiamo un portiere e un quinto di destra. Poi l'attacco"

Ds AlbinoLeffe: "Cerchiamo un portiere e un quinto di destra. Poi l'attacco"TMW/TuttoC.com
Antonio Obbedio
© foto di Uff. Stampa AlbinoLeffe
Oggi alle 11:30Primo piano
di Valeria Debbia

Antonio Obbedio, direttore sportivo dell'AlbinoLeffe, è intervenuto nel corso di 'A tutta C', trasmissione di TMW Radio

Partiamo subito dalla stagione passata: un quarto posto nel girone A, un risultato di tutto rispetto considerando la concorrenza. Ora l’AlbinoLeffe è ripartito: come state procedendo e con quali novità?
"Arrivare al quarto posto con la rosa più giovane del girone per media età è stato molto gratificante. Ha alzato le aspettative di alcuni giocatori, e questo ha portato a dei cambiamenti, non solo per nostre scelte ma anche per le loro decisioni professionali. Avremmo voluto tenere qualcuno, ma ognuno ha fatto le sue scelte, quindi abbiamo dovuto rinnovare parecchio".

L’AlbinoLeffe è noto per sfornare talenti interessanti per il calcio italiano. Come state cambiando la squadra quest’anno?
"Abbiamo inserito tre centrocampisti, un difensore centrale mancino come Sottini e, in attacco, Svidercoschi. Manca ancora qualcosa: stiamo cercando un portiere del 2004 o 2005 e un quinto a destra di spessore, perché in quel ruolo siamo scoperti. Valuteremo poi cosa fare in attacco, considerando cosa potrebbe succedere con il nostro gioiellino Zoma".

Passiamo alla prossima stagione. C’è la sensazione che il girone A sarà più competitivo nelle zone alte, non più un dualismo come quello tra Vicenza e Padova dell’anno scorso, ma con più squadre pronte a lottare per la promozione. È una percezione che avete anche voi?
"Sì, ogni anno il girone si evolve. L’anno scorso alcune squadre, come la Triestina, sono mancate clamorosamente. Quest’anno, sulla carta, il roster delle squadre con ambizioni è più ampio: oltre a Vicenza, ci saranno Cittadella, l’Union Brescia, il Lecco e il Renate, che ha mantenuto quasi tutta l’ossatura dell’anno scorso ed è arrivato quinto. Poi ci saranno le solite conferme e qualche sorpresa, come il Trento, sempre ambizioso. Sicuramente ci sarà più equilibrio, e raggiungere la consapevolezza in fondo alla classifica sarà più difficile".

A proposito del girone A, hai accennato alla Triestina. Si rischia che non partecipi al campionato. Ritieni concreta l’ipotesi di un loro ritiro prima dell’inizio della stagione?
"In base alle notizie attuali, la situazione non è positiva. La Triestina non ha iniziato la stagione, e il regolamento prevede l’esclusione matematica se non ottemperano ai pagamenti entro il 1° agosto. Tuttavia, mancano ancora dieci giorni, e con proprietà straniere tutto è possibile: potrebbero saldare e ripartire con una squadra importante. A oggi, però, sembra più probabile una non partecipazione. Vedremo".

Secondo te, ci sono misure per evitare situazioni come quella della Triestina? Quest’anno c’è l’introduzione sperimentale del salary cap, e il presidente Marani ha parlato di altre regole dalla prossima stagione. Cosa si potrebbe fare di più?
"Ci sono solo due soluzioni, secondo me. La prima è una fideiussione di copertura basata su quanto spendi: se investi 3 milioni di euro, devi garantire una fideiussione di 3 milioni. Questo non succede per nessuna squadra, ma risolverebbe il problema. Su 58 squadre, 57 rispettano le regole, ma l’anno scorso qualcuno ha pagato a gennaio e poi si è salvato, il che non è corretto. La seconda soluzione è l’obbligo di pagamenti mensili. Il calcio è l’unico mondo lavorativo dove non sempre si paga regolarmente. In Serie C, con stipendi importanti, dovrebbe esserci l’obbligo di pagare ogni mese. Se non lo fai, al secondo mancato pagamento vieni escluso. Questo accorcerebbe i tempi della giustizia. Per me, sono le uniche due soluzioni: fideiussione totale e obbligo di pagamento mensile".

Torniamo all’AlbinoLeffe: per fortuna, non avete questi problemi. Il presidente Andreoletti gestisce la società in modo esemplare, un modello virtuoso per la Serie C. Quali sono i vostri obiettivi stagionali, pur sapendo che il mercato è ancora aperto e può cambiare gli equilibri?
"Il nostro obiettivo principale è raggiungere velocemente la quota salvezza, per preservare ciò che il presidente ha costruito, incluso il meraviglioso centro sportivo. Non è mai scontato per una realtà come la nostra, considerando i monti ingaggi delle altre squadre. È complicato mettere insieme tutte le situazioni in campo. Una volta raggiunta la salvezza, come l’anno scorso, cerchiamo di alzare l’asticella. Abbiamo cambiato molto, con sette over che sono andati via, quindi ci potrebbero essere sorprese, speriamo positive. Ma l’obiettivo resta la salvezza".

Domani ci sarà la presentazione della nuova Lucchese, che ripartirà dall’Eccellenza. Come vedi questa ennesima rinascita? Potrebbe essere la volta buona?
"Lo spero, sinceramente. Lucca è uno dei miei luoghi del cuore. Ho avuto il privilegio di indossare quella maglia da giocatore e di essere direttore sportivo. I tifosi e la città non meritano questa situazione calcisticamente deprimente, ripartire dall’Eccellenza. Purtroppo, Lucca è in linea con altre realtà blasonate, come Spal, Taranto o la stessa Brescia. Ormai si fa fatica, e bisogna abituarsi al fatto che grandi piazze possono fallire e ripartire dal basso. La speranza è che ci siano imprenditori seri che accompagnino la risalita senza fare il passo più lungo della gamba, strutturandosi e consolidandosi. Non è semplice: il calcio, per i migliori, disperde il 90% delle risorse economiche, quindi capisco chi si tira indietro. Spero che questa ripartenza sia la base per riportare Lucca nelle categorie che le competono".