Ds Rimini: "In pochi giorni un piccolo miracolo sportivo, organizzativo e gestionale"

Tre vittorie, l'ultima nello scontro diretto con il Perugia. Il Rimini, nonostante le tantissime difficoltà, sta per cancellare la penalizzazione di 12 punti e sogna la salvezza diretta. Grande lavoro svolto da Stefano Giammarioli, direttore sportivo e generale del club, intervenuto nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.
La squadra si sta avvicinando all’obiettivo principale, cioè superare la penalizzazione e andare oltre lo zero. Frutto anche dell’ottimo lavoro da quando lei è arrivato. Partiamo proprio da questa sfida: che gara è stata e che soddisfazione c’è per questa rimonta? Quanto ci credete?
"È stata una gara combattuta tra due squadre che devono salvarsi. Non è stata la partita più bella, ma sotto l’aspetto agonistico è stata di grande qualità. Abbiamo avuto la bravura e la fortuna di sbloccare il risultato: in queste partite, quando vai in vantaggio, le possibilità di vincere aumentano molto, anche per una questione di stato d’animo. La squadra ha reagito bene, sono molto contento. Giocare a Perugia, davanti a quella curva, è sempre un motivo di prestigio, soprattutto per una squadra giovane come la nostra - una delle più giovani del campionato. I ragazzi si stanno divertendo e non pensano ai problemi. Quando sono arrivato, mi sono caricato tutto sulle spalle per permettere loro di pensare solo a giocare e a divertirsi, anche se non è facile. Stiamo recuperando terreno con calma e semplicità, grazie anche a un allenatore giovane che ha trovato un gruppo di ragazzi perbene, vogliosi di lavorare e molto silenziosi. Il messaggio che abbiamo voluto trasmettere è di tranquillità: non farsi prendere dall’ansia della classifica o delle questioni extracalcistiche. I ragazzi si stanno concentrando con serenità sul campo, al resto penso io".
Parlando proprio di campo, oggi è arrivato anche l’annuncio ufficiale dei tesseramenti di Francesco Contaldo e Antonio De Luca. Due rinforzi che si allenavano già da tempo con voi.
"Sì, erano già impegnati con noi, mancava solo l’ufficialità. Sono ragazzi che si allenano con il Rimini da un mese e che hanno già partecipato ad attività della squadra. In questo momento c’è bisogno di tutti, ma la cosa che mi tranquillizza è che, oltre allo zoccolo duro rimasto, abbiamo tanti giovani da valutare e da osservare con attenzione".
Direttore, l’ottimo lavoro svolto è sotto gli occhi di tutti. Le chiedo una cosa forse un po’ scomoda: cosa l’ha spinta ad accettare questo progetto? In estate la situazione a Rimini era molto complicata, e in parte lo è ancora. Qual è stata la scintilla che le ha fatto dire “sì”?
"All’inizio avevo detto di no. Ho dei progetti all’estero che mi stanno dando grandi soddisfazioni e una visione del calcio diversa da quella che avevo seguito negli ultimi anni. Poi sono stato chiamato e, sinceramente, non avevo intenzione di rimettermi in gioco subito, anche se avevo ricevuto altre offerte. Rimini però è una piazza importante, a poco più di un’ora da casa mia, con potenzialità enormi. Sono venuto per verificare la situazione, anche su pressione di alcuni amici riminesi. Ho trovato una realtà molto difficile, con tanto disordine e molte cose da sistemare. Ho accettato inizialmente come una sorta di consulente esterno, per dare una mano. Poi, vedendo l’atteggiamento positivo dei giocatori, che mi cercavano e mi davano fiducia, ho deciso di restare più vicino alla squadra. Per una volta ha prevalso il cuore. Avevo promesso ai ragazzi che sarei rimasto finché la situazione non si fosse stabilizzata, per aiutarli a ripartire. Devo dire che in pochi giorni è stato fatto un piccolo miracolo sportivo, organizzativo e gestionale. All’inizio non avevo nemmeno un contratto: ho agito solo per passione e per rispetto verso la piazza e verso tanti amici, ma soprattutto per i ragazzi e per l’allenatore, che erano davvero sconsolati".
Ci sarà la possibilità di intervenire ancora sul mercato a gennaio, qualora la situazione lo permetta?
"In una situazione normale, sì, ci sarebbe da intervenire, perché abbiamo dei ruoli da coprire. Ora non so, ci sono vicende societarie in corso e non voglio entrarci. Però credo che basterebbero pochi ritocchi, alcuni innesti mirati, per avere una squadra in grado di giocarsi la salvezza diretta fino alla fine".
Vorrei fare una menzione anche per mister D’Alesio, che sta facendo molto bene. All’inizio era stato scelto perché aveva il tesserino, ma ora sta dimostrando di poter guidare la squadra.
"Sì, è un ragazzo giovane che conoscevo solo indirettamente, ma avevo sentito parlare della sua grande passione. Ha sempre lavorato con i giovani e credo che questa situazione lo stia valorizzando. È molto educato, comprensivo e dialogante: qualità che i giocatori apprezzano molto. Questo gli ha permesso di tirare fuori tutto il suo potenziale. È una persona semplice, che lavora con umiltà e voglia di imparare, non uno di quei giovani che pensano di sapere già tutto. È una delle sorprese più belle di questa stagione".
L’ultima domanda, direttore, riguarda la Serie C in generale. Avete affrontato di recente l’Arezzo: secondo lei è la squadra da battere per la promozione, o Ravenna e Ascoli possono restare in corsa fino alla fine?
"Sono tutte squadre forti, con caratteristiche diverse ma sullo stesso livello. Praticano un calcio differente, ma credo che alla fine la differenza la farà la gestione umana: quella dello spogliatoio, dei momenti difficili e dell’ambiente. Nella Serie C, che conosco bene avendo vinto anche dei campionati, non è solo la bravura tecnica a fare la differenza, ma la capacità di gestire i periodi negativi. Chi saprà farlo meglio, vincerà".
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