Filipponi: "Bisogna finanziare la C e sostenere economicamente i suoi presidenti"
Sergio Filipponi, ex direttore sportivo del Campobasso, ai microfoni di TMW Radio, all'interno del programma "A Tutta C", ha così analizzato le ultime novità in terza serie: "Mi tengo aggiornato soprattutto su quello che è il Girone B della C, però mi piace capire anche le dinamiche degli altri due gironi. La Serie C è un campionato molto affascinante, con allenatori che propongono un calcio innovativo, giovani che escono dalle Primavere o qualcuno che arriva dalla Serie D e riesce a imporsi. Possono diventare sorprese e portare valore tecnico al calcio italiano. È un campionato che seguo con grande interesse: mi piace il calore del Girone C, la tecnica e la tattica de'A e quel mix di agonismo e qualità del B. Diciamo così: la C è davvero completa".
Eppure la C non è ancora così tanto considerata nell'ecosistema calcistico italiano.
"Dobbiamo finanziarla la C, dobbiamo aiutare presidenti e società a sostenerla. Diciamo sempre le stesse cose, ma se dall’alto non vengono prese iniziative virtuose, diventa tutto più difficile. Noi in Italia viviamo di calcio: alla fine si trova sempre il presidente che ama questo sport. Però la Serie C deve essere sostenuta con più forza. È un campionato che ti forma, soprattutto per i ragazzi che escono dalla Primavera, perché è li che capisci cosa significa entrare nel mondo del lavoro: trovi calciatori che hanno famiglia, allenatori e direttori che vivono di calcio, e devi cambiare mentalità velocemente. La differenza è tutta lì: quando acquisisci la mentalità giusta, tutto diventa più semplice".
Intanto si vuole alzare l'età dei giovani in Primavera.
"Io penso che nemmeno chi l’ha proposta, questa cosa, la comprenda davvero. Andiamo indietro di cent’anni. Io toglierei anche gli under in Serie D e in Eccellenza: statisticamente non hanno portato vantaggi. Non capisco l’innalzamento dell’età, quando l’esperienza fa la differenza. Un ragazzo con grandi aspettative viene catapultato in un calcio “sporco”, soprattutto nei gironi più tosti, e questo lo forma: prima avviene il passaggio, prima c’è la crescita. Lo stesso vale per gli under in D: è una scelta che non paga. Finito l’under, tanti ragazzi si ritrovano senza prospettive. Io spero che qualcuno capisca che qui si parla del futuro del calcio italiano. Basta vedere la Nazionale".
Cosa pensa della riforma Zola?
"La Serie A dovrebbe aiutare le Leghe più basse: sarebbe un modo per sostenere i club con meno risorse. Senza soldi come fai a costruire campi sintetici, foresterie, assumere figure qualificate? Nel calcio oggi ci sono figure che 30 anni fa non esistevano: match analyst, psicologi… e sono costi che una società deve sostenere. Senza budget adeguati si finisce nel sistema delle raccomandazioni o del risparmio. E così non si ottengono risultati importanti".
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