Foggia, Barilari: "Non voglio essere visto come un nemico. Mi gioco la carriera"
Era dal 18 ottobre che il Foggia non riusciva a vincere e ieri sono tornati i tre punti contro il Cosenza. Una vittoria pesantissima che riporta i rossoneri in piena lotta salvezza. Ma ci sono anche dei coni d'ombra nelle file dei satanelli: Garofalo non mi è sembrato al livello delle sue migliori partite, soprattutto nel primo tempo, e la fascia destra del Cosenza ha creato problemi, specie nella ripresa: "Hai visto bene sulla fascia. Loro raddoppiavano sistematicamente e nel momento in cui stavamo soffrendo di più avevo già detto a Morelli: «Se continuiamo così ti sposto a sinistra e D’Amico va a destra». Poi loro sono passati al 4-4-2 e noi al 3-5-2 per chiudere meglio - ha infatti confermato in sala stampa mister Enrico Barilari. - Su Garofalo: alla fine ha fatto una buona partita. Nel primo tempo perdevamo un po’ le distanze a centrocampo perché loro ruotavano tanto e non riuscivamo quasi mai a mandare la mezzala opposta sul play. Continuavo a urlare di alzarsi, ma non c’era verso. All’intervallo abbiamo deciso di andare a uomo e i primi 10’ della ripresa, con le tre ripartenze pericolose, hanno funzionato alla grande.
A distanza di quattro partite le parole del tecnico (“l’unica soluzione è il lavoro”) trovano conferma: "A che percentuale siamo del Foggia che ho in testa? Oggi (ieri, ndr) con la palla non abbiamo fatto bene: abbiamo buttato via troppi palloni semplici, potevamo palleggiare molto meglio. La pressione del Cosenza è diversa da quella di altre squadre, ma domani mattina alle 9 siamo già in campo, perché si gioca sabato e non c’è solo da lavorare. Devo essere coerente: se dopo Trapani avevo detto “bravi perché abbiamo fatto 18 tiri”, oggi devo dire “si poteva fare molto meglio con la palla”. Però la fase difensiva mi è piaciuta tantissimo: hanno difeso fino alla morte. Percentuale? Non lo so, ma c’è ancora tantissimo da lavorare".
Sabato c’è il Siracusa: al momento è la partita più importante della stagione: "Sì, assolutamente. È uno scontro diretto. Loro sono una squadra forte, conosco bene Guadagni e Candiano (ho un rapporto splendido con entrambi) e so quanto valgono. Sarà una settimana cortissima e delicatissima, perché le fatiche di oggi si faranno sentire per 48 ore".
Bello vedere i giocatori andare sotto la Curva Sud a salutare i 50 tifosi presenti: "Lanciare un appello alla città e alla società per ricompattarsi e riempire lo stadio? Parlo a titolo personale: io non voglio essere visto come un nemico. All’inizio molti mi vedevano così, ma io sono il primo ad avere a cuore il destino del Foggia. Qui mi gioco la carriera: se faccio male scendo di categoria anch’io. I ragazzi ce la stanno mettendo tutta, ve lo garantisco. Abbiamo limiti, li ho io e li hanno loro, ma ci mettono l’anima. Se i tifosi ci danno una mano è meglio per tutti. Oggi, con lo stadio pieno, chissà come finivano certe decisioni arbitrali… non ce n’è andata dritta una, due rigori contro (quello su Buttaro lo devo ancora rivedere). Però non voglio entrare nel discorso società-tifosi: ci sono cose pregresse che non conosco e che rispetto".
Non è stato un Foggia brillantissimo, eppure è bastato un leggero miglioramento per battere la quarta in classifica: "Se vuol dire che i margini sono ancora enormi, soprattutto con i rientri e il mercato di gennaio? Esatto. Il lavoro quotidiano ci porterà a migliorare. Già oggi in fase difensiva abbiamo lavorato bene a uomo e si è visto. Il recupero di Peterman e Castorri sarà fondamentale: nel secondo tempo non avrei avuto quei problemi di cambi a centrocampo. Il mercato arriverà per tutti. La mia paura è che qualcuno, vista la situazione pesante, ci dica di no, ma noi ci proveremo lo stesso: se dicono no andremo su chi dice sì".
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