Perugia, Meluso: "C'è chi fa all in, noi no. Chi incassa 1 e spende 6 non dura"

Perugia, Meluso: "C'è chi fa all in, noi no. Chi incassa 1 e spende 6 non dura"TMW/TuttoC.com
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di Giacomo Principato

Mauro Meluso fa il punto della situazione. Il direttore generale del Perugia in conferenza stampa torna a parlare di mercato, analizzando le scelte e rivelando alcuni dettagli sulla gestione societaria: "Prima di tutto ho agito in maniera autonoma, sono stato messo nelle condizioni di farlo e ringrazio la proprietà. Sono state tutte scelte mie, il presidente ieri scherzava che non gli ho preso nessuno dei giocatori che diceva lui. Grazie a Hernan Borras, Eleonora Massetti, Angelo Antenucci, Alberto Marino e Giovanni D’Andrea, con loro abbiamo cercato di fare del nostro meglio - riporta Calciogrifo.it -. Pensiamo di avere allestito una squadra che può lottare per le prime cinque posizioni ma con il concetto della sostenibilità, di cui parlai il giorno del mio arrivo. Ho sempre pensato che invece di far spendere soldi alla proprietà è basilare mantenere l’entusiasmo di Faroni. Ora siamo fuori da una sostenibilità, la proprietà ha investito tanti soldi e abbiamo un delta negativo di previsione. Dobbiamo dunque ringraziare chi ci fa fare questa annata fuori dalla sostenibilità oggettiva. Poi c’è la sostenibilità soggettiva, ho la possibilità di farlo e lo faccio. Ma un club che incassa 1 e spende 6, numeri a caso ma che spiegano, non è destinato a continuare in eterno. Mi ero sbilanciato sul 70 per 100 della rosa in ritiro? Ma non ci sono andato molto lontano. In ogni caso di questo mi scuso, c’è stato anche un ritardo che pensavo di poter colmare".

Sul mercato i nomi che circolavano, vedi La Mantia e Corsinelli, erano diversi: “Ci sono cose che vengono fuori e altre no, per questo vengo odiato dai giornalisti, non rivelo nulla, faccio gli interessi del club in maniera riservata, a volte riesce e a volte no. Tanti nomi trattati erano prime scelte e non sono usciti, abbiamo dovuto fare interventi all’ultimo, potevamo prenderne altri e poi abbiamo scelto, sono le logiche del mercato. Sono arrivati giocatori in prestito ma la maggior parte hanno il diritto di riscatto. Per Nwanege c’è un diritto di riscatto alto ma anche un controriscatto che rappresenterebbe una notevole plusvalenza, per Terrnava c’è diritto, sono giocatori di prospettiva, ci abbiamo ragionato a fondo. Su Manzari come per Montevago c’è diritto di recompra, nel suo caso del Sassuolo. Ma le scelte sono state fatte sempre in funzione di fare del nostro meglio per la squadra. Per fare la squadra ammazza campionato devi fare ‘all in’ come alcuni fanno, ma noi no. Siamo in linea con quello che ci eravamo prefissati, non mi nascondo, i risultati non sono soddisfacenti ma sono fiducioso. Quando cresceranno la condizione e l’amalgama, sono sicuro che la squadra riuscirà ad esprimersi bene e tireremo le somme. Le difficoltà ci sono, non c’è mai stata un’annata tranquilla in cui vinci tutte le partite, qualche tensione c’è sempre come in tutte le famiglie”.

E a chi parla di eventuali tensioni con la società risponde: “Non sono soddisfatto, non posso esserlo, ma è evidente che abbiamo lavorato con difficoltà oggettive. Da quando la nuova proprietà ha acquistato il club, le difficoltà riguardavano il passato e ce ne siamo fatti carico tutti. Sono soddisfatto invece in prospettiva futuro e rifarei la stessa scelta. Le frizioni con Faroni? Certo, il calcio non è una scienza esatta, rientra nella normalità della vita. Se parlate con gli altri presidenti che ho avuto, di visioni differenti e di disaccordi ce ne sono stati. Fa parte del gioco. L’aspetto tecnico non è marginale, è preminente, ma tutti gli allenatori, e Piero è tra quelli, hanno la possibilità di cambiare la loro tattica. Ha giocato a quattro e a tre, non trovo problemi. Dovevamo dare una scossa dal punto di vista psicologico e abbiamo preso un allenatore che è una garanzia, ora i giocatori ci devono dare delle risposte, senza per questo gravarli di eccessive responsabilità”.