Sorrento, DS Amarante: "Il nostro percorso non è semplice, la rosa è ampia"

Il Sorrento si conferma una delle possibili mine vaganti del prossimo Girone C, con i primi impegni ufficiali che, seppur poco fortunati, hanno mostrato una squadra che in campo entusiasma e produce gioco. Affidata all’esperienza di Mirko Conte in panchina, la squadra è chiamata a una salvezza tutt’altro che semplice: i rossoneri, infatti, sono ancora costretti a disputare le gare interne allo stadio Viviani di Potenza, vivendo di fatto un campionato sempre in trasferta. Nonostante le difficoltà logistiche, non sono mancati giovani pronti a sposare il progetto, formando una rosa che potrebbe presto riservare piacevoli sorprese. A tracciare un bilancio del mercato estivo, ai microfoni di TuttoC.com, è il direttore sportivo del Sorrento, Alessandro Amarante.
Direttore, partiamo con un bilancio sull’ultima sessione estiva di mercato.
"Secondo me è stata un’ottima campagna acquisti. Abbiamo registrato parecchie uscite e altrettante entrate, di fatto rivoluzionando la squadra. La necessità è nata anche dal cambio di modulo: siamo passati dal 4-3-3 al 3-5-2 e questo ci ha portato a dover sostituire diversi interpreti per adattarci alla nuova filosofia di gioco. Non è stato semplice, ma credo che la rosa allestita risponda bene alle esigenze e che il gruppo abbia le qualità giuste per affrontare un campionato lungo e competitivo."
Che impatto ha avuto l’arrivo di Mirko Conte sulla panchina, anche nelle linee guida dei nuovi acquisti?
"Con Conte ci siamo trovati subito alla perfezione, fin dal primo giorno. Si è creato un ottimo feeling e questo ci ha permesso di lavorare in grande sintonia. Già dallo scorso anno, con il cambio di modulo, abbiamo fatto un’analisi congiunta per capire quali giocatori potessero fare al caso nostro, chi potesse alzare il livello della rosa e chi, invece, era arrivato alla fine del suo percorso con noi. Il mister ha dato indicazioni chiare e condivise e credo che il mercato sia stato costruito su basi solide."
Tra le scommesse di questo Sorrento c’è sicuramente Vincenzo Plescia, reduce da buone stagioni a Renate, anche se con qualche pausa realizzativa. Può essere lui l’uomo da rilanciare, come lo è stato Musso lo scorso anno?
"Noi crediamo molto nell’intero pacchetto offensivo che abbiamo costruito. Plescia è un giocatore su cui puntiamo, perché ha caratteristiche importanti e può fare la differenza. A breve recupereremo anche un altro elemento in avanti, abbiamo D’Ursi e altri attaccanti che ci permettono di cambiare modulo e proporre soluzioni diverse a seconda delle partite. L’idea è proprio quella di avere un reparto vario e completo, non legato a un singolo uomo ma capace di garantire più armi offensive."
Sono arrivati anche tanti giovani di prospettiva. Quanto possono dare a questa squadra in termini di freschezza, corsa e intensità?
"Abbiamo inserito profili che riteniamo molto interessanti. Penso a Tonni, un 2007 che ha già avuto esperienze di livello tra Serie D e campionato Primavera: è un ragazzo con grande intensità, voglia di lavorare e tanta umiltà. È molto applicato, ascolta e si mette a disposizione. Noi siamo convinti che, passo dopo passo, saprà ritagliarsi spazio in questa squadra e potrà crescere in un contesto che lo stimola e lo responsabilizza."
Uno sguardo al girone: tante squadre hanno investito molto, anche quelle di media classifica. In questo contesto, dove può proiettarsi il Sorrento e come riuscite a restare sostenibili?
"Il nostro percorso non è mai semplice, perché ormai da tre anni ci alleniamo e giochiamo lontano da casa. È un fattore che pesa, perché non avere un vero campo amico significa, secondo me, lasciare per strada cinque-sei punti a stagione. Nonostante questo, andiamo avanti con grande convinzione e umiltà. Come sempre, guardiamo partita dopo partita: l’obiettivo primario resta la salvezza e prima la raggiungeremo, prima potremo eventualmente pensare ad ambire a traguardi più importanti."
Chi vede come favorite per la vittoria del campionato?
"Credo che Catania, Benevento, Trapani e Salernitana siano le squadre più attrezzate. Hanno investito tanto, hanno organici profondi e società solide alle spalle. Forse mi sfugge qualcuna, ma queste sono sicuramente le realtà che, ad oggi, hanno qualcosa in più rispetto alle altre."
In Serie C si parla spesso della difficoltà di trovare attaccanti da doppia cifra. Crede sia un problema generazionale?
"Sì, credo sia proprio un problema diffuso. Lo vediamo anche dalla Serie B, dove ormai non è semplice trovare prime punte con grande continuità realizzativa. Speriamo di aver fatto le scelte giuste e di aver individuato i profili più adatti al nostro contesto, ma è indubbio che sia diventato difficile pescare sul mercato attaccanti da doppia cifra. Lo dimostra anche il fatto che, nell’ultima sessione, i movimenti riguardanti le punte centrali non sono stati tantissimi."
In che modo si può ovviare a questa mancanza?
"Credo che la chiave sia l’organizzazione di squadra. Non bisogna pensare solo all’attaccante che segna, ma a costruire una manovra che porti più giocatori a essere pericolosi. È fondamentale distribuire il peso realizzativo tra più elementi, valorizzando al meglio le caratteristiche dei singoli e creando meccanismi offensivi che consentano a tutta la rosa di contribuire."
Quest’estate si era parlato anche di qualche trattativa non andata a buon fine, come quella con Anzolin della Triestina. Rimpianti?
"No, assolutamente. Nel mercato ci sono sempre tante trattative, alcune si concretizzano e altre si interrompono lungo la strada. È fisiologico e ci si fa l’abitudine. Non ci sono rimpianti, perché siamo convinti del gruppo che abbiamo costruito."
Quali pregi individua in questa rosa?
"È una rosa ampia e completa, con tanti ricambi. Abbiamo la possibilità di cambiare modulo anche a partita in corso e questo è un vantaggio importante. Inoltre, ci sono giocatori duttili, disposti a mettersi al servizio dell’allenatore e del collettivo. Credo che proprio la disponibilità e la compattezza del gruppo possano diventare la nostra vera forza."
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