A inizio settembre ci sono già 29 punti di penalizzazione. E non è detto che sia un male

Dopo ben due giornate di campionato, la Serie C ha già collezionato 29 punti di penalizzazione. Per problematiche, ovviamente, risalenti al precedente campionato. Ultima, in ordine, di tempo, la più pesante: meno 11 a un Rimini sempre più in crisi. Ne abbiamo parlato e continuiamo a parlarne, inutile dilungarci qui. La speranza è che il club biancorosso non termini il suo campionato anzitempo. Di sicuro la lotta salvezza appare già falsata: un club con grandi problemi economici e con una rosa indebolita dal mercato deve già recuperare un distacco in doppia cifra.
Prima dei romagnoli a finire nella scure della giustizia sportiva sono stati Trapani, Triestina e Foggia. La situazione dei siciliani appare la più tranquilla: il meno 8 comminato a maggio e confermato a giugno riguarda un episodio isolato, relativo ai crediti d'imposta della passata stagione. I granata hanno mantenuto una rosa di rilievo (seppur meno appariscente rispetto alla scorsa, folle, stagione) e potrebbero tranquillamente conquistare un posto nei playoff.
Situazione più burrascosa per la Triestina: sette punti in meno (erano nove prima del ricorso accolto in parte) e un mercato praticamente bloccato. Adesso, però, la situazione pare in netta schiarita, con la proprietà che ha deciso di immettere capitali freschi e di buttarsi sul mercato degli svincolati. Evitando, magari, spese troppo elevate come nel recente passato che hanno portato gli alabardati vicino al baratro.
Cielo sereno anche in quel di Foggia, con i tre punti arrivati per ritardi nei pagamenti di marzo (con i rossoneri che invocano, però, la causa di forza maggiore della tentata intimidazione criminale ai danni del club) già assorbiti grazie al successo col Sorrento. Rosa, intanto, rivoluzionata e ricerca in primis di una salvezza tranquilla.
In tutto, insomma, siamo, come detto, a 29 punti di penalità. Con la speranza che quota 30 venga superata il più tardi possibile. Occhio, però, a non cadere nella trappola: tanti punti in meno significano tanti controlli in più. Che non bastano mai, come sappiamo. Ma che, è bene ribadirlo, sono sempre più stringati e portano a sanzioni sempre più severe.
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