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Ds Ospitaletto: "Niente spese folli, vogliamo fare un calcio sostenibile"

Ds Ospitaletto: "Niente spese folli, vogliamo fare un calcio sostenibile"TMW/TuttoC.com
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di Marco Pieracci

Nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, programma in onda dal lunedì al venerdì sulle frequenze di TMW Radio e su Il 61, è intervenuto Paolo Musso, direttore sportivo dell'Ospitaletto:

Direttore, partiamo dal mercato: siete una delle squadre più dinamiche in questa fase. Ieri avete ufficializzato Riccardo Nessi dal Caldiero, ma non solo.

"Esatto. Ieri abbiamo chiuso per Riccardo Nessi e anche per Alessandro Torri, attaccante classe 2005 proveniente dall’Empoli. Nell’ultima stagione ha giocato a Villavalle in Serie D, segnando 10 reti nel Girone C. Stiamo lavorando per costruire da zero una rosa, visto che non avevamo giocatori sotto contratto. L’obiettivo è consegnare al mister un gruppo già strutturato per l’inizio degli allenamenti, in vista dei primi impegni ufficiali".

Per chi ci segue su TMW Radio o su Canale 61, può raccontarci che cos’è il mondo Ospitaletto?

"L’Ospitaletto ha radici profonde nel calcio bresciano. Non tutti sanno che Gino Corioni, storico presidente del Brescia, iniziò qui il suo percorso. Lo stadio oggi porta il suo nome. Negli anni ’80 e ’90, qui nacque anche il celebre "calcio champagne" di Luigi Maifredi, poi arrivato fino alla Juventus. Dopo anni difficili, grazie all’impegno del presidente Giuseppe Taini, siamo ripartiti dalla Seconda Categoria e, in sei-sette anni (compresi quelli del Covid), siamo tornati tra i professionisti".

Qual è la missione del club?

"Vogliamo fare calcio in modo sostenibile, senza spese folli. Abbiamo un budget contenuto, ma sufficiente per allestire una squadra competitiva con l’obiettivo di raggiungere la salvezza. Puntiamo tanto sui giovani e sul lavoro del settore giovanile, che sta crescendo anno dopo anno".

Enoch Barwuah Balotelli è stato uno dei protagonisti della promozione. C’è la possibilità di rivederlo con voi anche in Serie C?

"Abbiamo parlato con tutti i giocatori che hanno contribuito alla promozione. Al momento, le riconferme ufficiali saranno Panatti, Gobbi e Messaggi, oltre a Guarneri e Gualandris, che erano in prestito dalla Feralpisalò e ora sono stati acquisiti a titolo definitivo. Stiamo lavorando anche per il ritorno in prestito di Cantamessa, classe 2006, che ha fatto molto bene".

Hai citato spesso la Feralpi: con il possibile coinvolgimento del presidente Pasini nel nuovo Brescia, cambierà qualcosa nei rapporti?

"Assolutamente no. Il rapporto con la Feralpisalò è ottimo, basato su stima e collaborazione reciproca, soprattutto a livello giovanile. Non abbiamo accordi scritti, ma ci siamo sempre aiutati in modo trasparente e sincero. Collaboriamo davvero bene, e questo ci ha permesso di crescere in modo solido".

Che opinione hai sull’ingresso delle seconde squadre e sul loro impatto?

"Credo che le seconde squadre siano una risorsa importante, se gestite con serietà. L’Atalanta U23 è l’esempio perfetto: organizzata come una replica della prima squadra, con identità, qualità e continuità. Non tutte le società però hanno capito quanto sia impegnativo il campionato di Serie C. Il Milan, per esempio, ha pagato la superficialità nella gestione: non puoi affrontare la C come se fosse una Primavera rinforzata. È un campionato vero, tosto, dove incontri avversari che lottano con fame, non con stile".

Dal tuo punto di vista, la C è davvero il miglior palcoscenico per far crescere i giovani?

"Sì, assolutamente. Per me è molto più difficile vincere un campionato di Serie C che salvarsi in Serie B. Il livello si è alzato tantissimo. La C è una scuola di vita: un giovane che riesce a emergere in C può tranquillamente giocare in A. Ma deve sporcarsi le mani, vivere partite vere, intense. Il passaggio dalla Primavera alla C è un salto mentale prima ancora che tecnico".

Hai già individuato squadre che potrebbero essere le protagoniste del Girone A?

"È ancora presto, il mercato non è nemmeno cominciato per molti. Ma le Dolomiti Bellunesi, per come si stanno muovendo, stanno costruendo una rosa importante. Altre realtà da tenere d’occhio potrebbero essere la Pergolettese o la Giana, che ha fatto un campionato straordinario l’anno scorso. In generale, però, è difficile fare previsioni ora".

Guardando indietro, cosa ti ha colpito di più della scorsa Serie C?

"Mi ha colpito la capacità della categoria di creare un brand forte, competitivo e coinvolgente. La Serie C, oggi, è un campionato che attira, che forma e che valorizza. Noi vogliamo farne parte con serietà e ambizione, anche se sempre con i piedi per terra".