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Filipponi: "Perugia, l'atmosfera è diversa. Ora tocca al mercato di gennaio"

Filipponi: "Perugia, l'atmosfera è diversa. Ora tocca al mercato di gennaio"TMW/TuttoC.com
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di Antonino Sergi

Sergio Filipponi, direttore sportivo, è intervenuto nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.

Partiamo dal Perugia, una piazza che conosci bene. Dopo un avvio disastroso, l’arrivo in panchina di Tedesco e il ritorno di figure storiche come Gaucci e Novellino hanno riportato entusiasmo. Come lo vedi adesso il Perugia?
"Sicuramente a livello motivazionale le cose sono cambiate. La presenza di persone che hanno fatto la storia del Perugia ha dato un impulso diverso alla squadra e alla città. È tornato anche il pubblico: ora ci sono più di cinquemila spettatori, e l’atmosfera è completamente diversa. Ovviamente non basta solo l’entusiasmo, ma vedo una squadra più cattiva, più rabbiosa. In certe situazioni di classifica – quando sei terz’ultimo – devi pensare meno al gioco e più alla lotta, a vincere i duelli. Il Perugia ha buoni giocatori, e credo non meriti quella posizione, anche perché il livello del campionato, rispetto all’anno scorso, è più basso. Però per una piazza come quella non è facile accettarlo. Il nuovo assetto societario ha puntato sul riaccendere l’ambiente: ora tocca al mercato di gennaio intervenire nei punti giusti, ma sicuramente Gaucci, Novellino e Tedesco hanno cambiato l’aria intorno alla squadra".

Domenica c’è uno scontro diretto con la Torres. Anche loro hanno cambiato allenatore. Ti sorprende vederli così in basso?
Molto. Per me la Torres, per organico e per continuità con la scorsa stagione – perché ha mantenuto il 70-80% della rosa - doveva stare almeno nelle prime cinque. Probabilmente non si è creato il giusto feeling tra allenatore e gruppo, e questo ha inciso. È una sorpresa negativa".

Invece, il Ravenna neopromosso in vetta te lo aspettavi?
"Onestamente no, ma guardando la rosa si capisce. Hanno inserito giocatori importanti, anche ex Serie B, e in un campionato dove mancano corazzate come Reggiana, Pescara o Entella, si è aperto spazio. Ravenna è una società sana, seria e guidata bene: quando l’ambiente è così, per i giocatori fa la differenza. E i risultati si vedono".

Tra gli acquisti spicca il nome di Stefano Okaka. Due anni fermo, ma un curriculum enorme: avresti fatto anche tu una scommessa del genere?
"Sì, ma solo se capisci che tipo di persona hai davanti. Giocatori come Okaka non c’entrano nulla con la C: hanno leadership, esperienza e sanno essere positivi dentro lo spogliatoio. Credo che a Ravenna abbiano visto in lui soprattutto qualità morali, oltre a quelle tecniche che non si discutono. È un leader, uno che aiuta gli altri a crescere. Penso abbiano fatto un grande colpo".

Ravenna o Arezzo: chi vedi favorito per la promozione?
"L’Arezzo resta una squadra fortissima, ma il Ravenna ha trovato continuità e ha alle spalle una società pronta a intervenire a gennaio se serve. Se aggiungeranno due o tre giocatori con le giuste qualità tecniche e umane, allora sì, può arrivare fino in fondo a giocarsela con l’Arezzo".

Da direttore sportivo: una squadra che va così bene va rinforzata o è meglio non toccare l’equilibrio?
"Si può sempre migliorare, ma serve attenzione. In uno spogliatoio dove c’è entusiasmo e compattezza devi inserire un giocatore più forte di quelli che hai, ma che abbia anche grandi qualità morali. Deve entrare in punta di piedi, rispettare il gruppo e farsi trovare pronto. Se sbagli persona, rischi di spaccare lo spogliatoio. Il segreto è tutto lì".

Quest’anno in Serie C è stato introdotto in via sperimentale il “Football Video Support”, il VAR a chiamata. Che ne pensi?
"Positivamente. È un aiuto concreto: toglie dubbi, chiarisce situazioni e rende il campionato più equo. È un passo avanti importante dal punto di vista tecnologico, e secondo me è un’introduzione giusta e utile per tutti".