Focus operatori di mercato: Como, Dolci unico responsabile

Giovanni Dolci, all’anagrafe Giovanni Battista, nasce a Carrara il 12 settembre 1968. Esordio come osservatore “a casa”, proprio con la Carrarese, poi Alto Adige, tre anni con l’Hellas Verona come capo osservatore, poi due anni con la Juve di nuovo come osservatore, un anno addirittura col Real Madrid, prima di approdare con Pasquale Sensibile al Novara come responsabile degli osservatori. Arriva a quel punto il “salto della barricata”, supercorso a Coverciano come ds (ndr passato col massimo dei voti, 110), prima esperienza a Viareggio come ds e poi gli ultimi due anni a Como. Dapprima come direttore tecnico, con ds Mauro Gibellini e poi come unico responsabile. Unico responsabile che qualcuno ora vuole identificare come 'capro espiatorio' a Como di una stagione comunque buona. Finiti ottavi, dopo aver mollato nelle ultime partite con Pavia e Carrarese e poi l’uscita ai playoff con il Sud Tirol ai rigori. L'obiettivo è il mister Giovanni Colella, ma Dolci dovrà scegliere, senza più Gibo come "pater familias".
Proprio la frattura tra il Calcio Como e Gibellini è suonata stonata. Rapporto idilliaco, Dolci come uomo forte nello scouting e dei giovani prospetti e “Gibo” come grande tessitore di trame ed affari sul mercato. Le solite “malelingue” sul lago sostengono che le frizioni c’erano. Il doppio ruolo fra Gibo e Dolci si è arricchito via via di incomprensioni. E sulla stessa natura della doppia funzione, ci sono state polemiche e spifferi. Il presidente Porro, a quanto pare – in assenza di notizie ufficiali - prese la decisione di interrompere il rapporto con “Gibo” in maniera burrascosa. Uno che era stato preso dopo un lungo corteggiamento, durato mesi, persino con una «lettera d’amore» - come la chiamò Porro - scritta per convincere il ds veronese ad accettare. Tutto era anche legato al passato, con “Gibo” centravanti del Como anni ‘80 che fu del papà di Porro dirigente, quasi un filo conduttore che legava questa società a modi e tempi fatti di altra classe e altra statura, rispetto al modo di fare calcio oggi. Poi la prima la scelta dei due, quasi una scommessa, con Silvio Paolucci, autore di uno splendido campionato a Chieti l'anno precedente. Però con risultati deludenti, anche se gioco e prestazioni non mancavano. Quindi l'esonero di Paolucci per virare su Colella, allenatore che Dolci, ma anche Gibellini conoscevano bene, sin dai tempi di Verona. Salvezza insperata, all’ultima giornate e trio forte in sella nella stagione prossima. Ma proprio nell’anno in cui tutto finalmente sembrava quadrare, arriva il curioso esonero di Gibo per modi e tempi. I tempi, prima: durante la sessione di calcio mercato invernale. In uno dei due mesi su dodici in cui il ds è fondamentale. I modi, poi: la notizia viene comunicata alla squadra, al ds stesso, ma non alla stampa. Anzi, in un momento così delicato, la dirigenza ha evitato qualsiasi contatto con l’esterno affidandosi a telefonini muti. Si pensa a qualche operazione di mercato, ma nessuna ragione ufficiale. O qualche semplice incomprensione in un “menage a trois”. Questi segreti attorno a una vicenda fa sorgere il sospetto che sia accaduto qualcosa di improvviso e grave. Con l’istrionica moglie del Gibo che su twitter ha maledetto “… la zizzania che si è introdotta a Orsenigo”.
Difficile imputare e capire le operazioni fatte da Dolci, sempre fedelmente insieme a Gibo. Nell’ultimo periodo - finito il mercato - la sua funzione è stata quella di tutor e fratello maggiore di Colella. Ad oggi ufficialmente i due sono stati confermati, anche se sul mister – pur avendo un altro anno di contratto – ci sono diversi interrogativi. Anche Dolci ha un altro anno di contratto, si vedrà.
Proprio il diesse ci ha confermato in esclusiva al nostro sito tuttolegapro.com come fosse arrivato al Como con l’obiettivo di costruire e consolidare. Avendo al fianco una proprietà molto disponibile che ti lascia lavorare. Adesso il ruolo da ds “a 360 gradi” che si occupa un pò di tutto, non solo l’area tecnica. Non del settore giovanile, dove però ha scelto l’allenatore della Beretti “lo zio” Beppe Bergomi. Questa la posizione del ds.
Malelingue e critici, confessano che durante la stagione il “doppio ruolo” con Gibo meno yes man ed il forte binomio Dolci-Colella ha fatto sì che – naturalmente – in società si pensasse a risolvere un doppio costo e scegliere il direttore più giovane. Forse anche più attento alle esigenze della proprietà. Un Dolci di nome e di fatto, con un atteggiamento sempre conciliante, quasi una sorta di “pretino” che preferisce smussare, evitare scontri e discussioni. Non una grande esperienza in prima persona, ma comunque neanche troppi legami a “giri” o procuratori. Certo con la Juve, Hellas e Novara un rapporto stretto, così come un riferimento costante a Sensibile, Però le scelte sono sue, i giocatori li conosce e se gli serve o gli piace qualcuno va per la sua strada. Ora essere il responsabile dell’area tecnica, unico ed in una piazza come Como, sarà un bel banco di prova.
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