TMW Radio

Martone: "Pagliuca ha fatto un capolavoro, Possanzini può fare bene in A"

24.04.2024 11:30 di  Antonino Sergi   vedi letture
Martone: "Pagliuca ha fatto un capolavoro, Possanzini può fare bene in A"
TMW/TuttoC.com

Durante l'appuntamento odierno con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Nello Martone. Queste le sue parole: 

Ci puoi raccontare il personaggio Guido Pagliuca?
“Lo avevo incontrato da avversario a Imola, lui era alla Lucchese e già lì dimostrava la sua impronta alla squadra. A Castellammare ha fatto un capolavoro, una squadra giovane e bella da vedere che correva come collettivo. C’è qualche perplessità su di lui nei momenti di difficoltà, in alcune partite non è riuscito a rimanere 90 minuti in panchina. Io credo che l’allenatore è sempre completato dal lavoro del direttore sportivo, in questo Matteo Lovisa ha fatto un grande lavoro e a volte è stato mandato fuori lui per difendere l’allenatore. Hanno fatto un grande lavoro, giocando un grande calcio con una squadra molto giovane”. 

Ci si aspettavamo molto dal Crotone, se dovesse uscire dai playoff prima delle uscite si potrebbe parlare di psicodramma o esaltazione?
“Tutti ricordiamo il Crotone dei miracoli di Nicola e per questo tutti si aspettano di più, a gennaio si è indebolito togliendo giocatori di qualità come Petriccione per alleggerire il monte ingaggi. Crotone e Catania possono essere le delusioni, ma nei playoff possono essere mine vaganti perché hanno qualità. A Crotone però vedo la squadra che segue l’allenatore, al contrario di quanto succede a Catania dove sembra regnare l’anarchia e manca il direttore sportivo, un ruolo fondamentale per gestire allenatore e spogliatoio. Vedo meglio il Crotone rispetto al Catania in chiave playoff”. 

Possanzini è già pronto per il doppio salto?
“È un discorso che affronto regolarmente con i miei colleghi. Guardiamo allenatori come De Rossi o Cannavaro, che lo scorso anno sono stati esonerati e ora sono in Serie A. Possanzini era stato esonerato a Brescia, quest’anno ha fatto un capolavoro insieme a Botturi al Mantova e possono consacrarsi entrambi rimanendo un altro anno a Mantova. Credo però che Possanzini possa fare bene anche in Serie A fin dal prossimo anno. C’è una differenza tra allenatore e mister, l’allenatore è uno come Possanzini o De Zerbi, un uomo in grado di darti un’identità forte. Un mister invece può essere Mourinho, un gestore di uno spogliatoio, come ad esempio ho avuto D’Angelo che è perfetto nel darti stimoli e nel gestire il gruppo”. 

Una possibile sorpresa per i playoff?
“Riallacciandomi al Cosenza dei miracoli, io sono uscito quell’anno proprio con loro con D’Angelo in panchina e sono passati con il pareggio visto che avevano due risultati su tre. Sono più drastico adesso, per me la Serie B se la giocheranno le prime quattro di ogni girone, squadre costruite per vincere, mentre le altre giocheranno per partecipare e basta. Divido il 10% di possibilità per ogni squadra, il restante 10% tra Catania e Crotone. Donati sta facendo benissimo a Legnago, poi lui era reduce da un esonero a San Benedetto e questo dimostra che devi costruire le squadre in base alle necessità di ogni allenatore. A Legnago sta lavorando benissimo e può puntare alla B”. 

Hai visto talenti che ti hanno illuminato?
“L’unico è stato Seghetti del Perugia, che sta facendo benissimo. Vi dico la verità, l’anno che stavo a Imola ho avuto giocatori importanti come Benedetti e Angeli che sono andati alla Samp e al Bologna, però solo poche squadre seguono la Serie C. Tutti vogliono trovare il nuovo Osimhen e il nuovo campione, si crede molto poco nello scouting. Secondo me ci sono giocatori bravi e che hanno fatto una scelta giusta, prima andare in C e poi provare a salire in B. Altri invece fanno il percorso inverso, provare subito in B e poi scendere in Serie C. Il Cesena gioca con Shpendi e Garbo in attacco, due giovani che stanno facendo bene. Sgarbi è un giocatore già pronto per la Serie B, così come Shpendi e Adoranti. A Messina aveva fatto bene, a Trieste ha vissuto un’annata maledetta, bisogna aspettare questi giocatori”. 

Cosa manca ad alcune società come l’Alessandria per avere più stabilità?
“Il discorso è più drastico, secondo me il pesce puzza sempre dalla testa. Alcune proprietà dovrebbero essere tolte dal mondo del calcio, non si tratta di soldi ma di non conoscere le dinamiche. Qualcuno pensa di poter fare calcio solo con i soldi, ci vogliono invece i rapporti e le idee. L’Alessandria ha pagato questo, ho fatto una chiacchierata con loro e ho capito subito che regnava l’anarchia. Si fa calcio come i dilettanti, questo è il problema della Serie C. È il mondo di mezzo tra il calcio vero della Serie B e quello dei dilettanti della Serie D”.