AlbinoLeffe, Potop: "Meritavamo di più, ma squadra in crescita"

AlbinoLeffe, Potop: "Meritavamo di più, ma squadra in crescita"TMW/TuttoC.com
Simone Potop
© foto di Francesco Moscatelli
Oggi alle 17:30Girone A
di Francesco Moscatelli

Un primo tempo più che positivo fino agli ultimi metri dalla porta avversaria, una ripresa segnata da un avversario cinico. E poi un rigore all'interno di un'azione sanzionabile con la massima punizione in quattro casi su cinque, ma davvero ancora una volta il FVS scotta a tempo ormai scaduto e il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare, tanto per citare un autore che con la città di Lecco c'entra giusto un filo. Niente rigore e post-gara che si sviluppa nella più classica delle trame: chi vince festeggia, chi perde spiega.

A spiegare è dunque l'AlbinoLeffe, una squadra che ha dimostrato anche contro la vice-capolista Lecco di essere in crescita in merito alla tenuta fisica, all'intensità e alla capacità di produrre gioco. C'è invece molto da lavorare in tema di finalizzazione e il primo tempo contro Zanellato e soci è un po' la fotografia del problema: con i gol dei Parlati e dei Lombardi si sopravvive senz'altro; per vivere bene serve altro, servono i gol di chi i gol è chiamato a farli. E poi gli assenti: ancora tanti, ancora in modo particolare nel pacchetto arretrato. Ed è qui, nel regno delle cinturate e dei gomiti alti, che va preservata con cura, oggi più che mai, la salute di Simone Potop, l'uomo che quel pacchetto arretrato coordina con personalità imparando in fretta come si indossa una fascia al braccio.

Simone Potop, la guida in campo. Cresciuto tra la Milano rossonera e la Torino granata, gli è bastato un anno in bluceleste per prendersi le chiavi della squadra e diventare, anche con merito, il capitano della truppa seriana. Stabilmente centrale nella difesa a tre, contro il Lecco ha avuto il suo bel da fare ad ovviare ai centimetri (in più) di Sipos, oggettivamente una bella gatta da pelare. E' un anno decisivo anche per Simone che davvero rappresenta, con la sua maturità ancora tutto sommato giovane, il perfetto trait-d'union tra l'AlbinoLeffe dello scorso anno e quello, profondamente rinnovato, di questa stagione. Una maturità attestata anche dalle parole davanti ai giornalisti, in totale equilibrio tra necessaria prudenza e giusta ambizione.

"La prestazione l'abbiamo fatta e devo dire che si è visto un buon AlbinoLeffe" spiega il capitano in una sala stampa insolitamente affollata. "Stiamo crescendo molto come squadra e miglioriamo gara dopo gara. In merito all'episodio del rigore io ero un po' indietro, ma sentendo i miei compagni avrebbe dovuto essere un rigore netto: è un episodio, la partita è fatta anche da episodi, ma -ripeto- la prestazione è stata fatta. Chiaro che potevamo fare qualcosina di meglio, chiaro che il gol nasce anche da una nostra disattenzione, ma sinceramente si è visto più AlbinoLeffe che Lecco nell'arco della gara. Stiamo imparando a giocare in maniera in parte differente rispetto all'anno scorso anche perché abbiamo salutato alcune individualità tra cui ovviamente Momo (Zoma, passato al Norimberga, ndr), ma devo dire che i nuovi, tutti nessuno escluso, da Sali a Lupinetti passando per Lombardi, si stanno calando in questa realtà e stanno facendo tutti bene aiutando anche noi "della vecchia guardia". Del resto il direttore (Obbedio, ndr) li ha presi e se li ha contrattualizzati ci ha visto qualcosa di buono: infatti ora stanno dimostrando sul campo il loro valore. Secondo me l'AlbinoLeffe non deve limitarsi a puntare alla salvezza ma deve sempre puntare al meglio, è una realtà che deve sempre alzare l'asticella e direi che lo stiamo facendo. Per esempio quest'anno vedo che giochiamo più "di squadra". E questo è un dato senz'altro positivo".