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Ds Lumezzane: "Arriveranno 2 o 3 innesti di esperienza in difesa e attacco"

Ds Lumezzane: "Arriveranno 2 o 3 innesti di esperienza in difesa e attacco"TMW/TuttoC.com
Oggi alle 15:00Girone A
di Redazione TC

Nel corso della diretta radio e tv mattutina di A Tutta C, format di TMW Radio interamente dedicato al mondo della Serie C, è intervenuto il Ds del Lumezzane Simone Pesce, che ha fatto il punto della situazione sulla formazione lombarda: "Quella passata è stata una stagione un po' dai due volti, perché abbiamo fatto un girone d'andata molto importante, anche forse al di sopra di tante aspettative, la squadra era stata rinnovata e ringiovanita molto, però eravamo partiti bene tanto che nel girone di andata eravamo quinti in classifica, e tutto lasciava presagire un girone di ritorno dove saremmo stati nei playoff. Però il calcio non è una materia, una scienza esatta, si innescano dei meccanismi strani e purtroppo nel girone di ritorno non abbiamo fatto quello che ci aspettavamo tutti, anche se, per fortuna, in un momento delicato siamo riusciti a portare a casa la salvezza. Tutto questo ci ha insegnato tante cose, non tralasciando comunque la convinzione del lavoro e della continuità di quello che abbiamo iniziato l'anno scorso".

A proposito di continuità con la stagione passata, c'è stata la conferma del tecnico Paci. Proprio in quest'ottica?

"Si, anche questo va nell'ottica di cui parlavo prima. Per noi è fondamentale che l'allenatore abbia una certa fame, la voglia di sposare questo progetto e Massimo, quando è arrivato, ha dimostrato tutto ciò: abbiamo quindi voluto dare continuità a questa mentalità".

Qualche particolare richiesta del tecnico sul mercato è arrivata?

"Sicuramente dobbiamo far qualcosa, essere bravi a inserire quei giovani giusti e poi quei calciatori un po' più esperti che dovranno guidare il gruppo. Dobbiamo operare nel reparto difensivo con un innesto, se non due, e sicuramente nel reparto avanzato, perché in questo momento purtroppo abbiamo uno dei nostri giocatori più importanti, Gaetano Monachello, che alla penultima giornata dello scorso campionato si è purtroppo rotto il crociato".

Il grande colpo a centrocampo è stato invece Fabrizio Paghera...

"Fabrizio è uno di quei ragazzi di spessore che deve guidare il gruppo di giovani su cui noi abbiamo puntato, perché sappiamo le qualità intanto calcistiche, che non sono io a dover decantare, è un ragazzo che ha più di 300 partite tra professionisti e soprattutto quasi tutte in Serie B, ma soprattutto quelle morali che ha: per noi era fondamentale mettere una persona di questo spessore".

Elementi di esperienza arriveranno poi anche negli altri reparti, o si seguirà solo la linea verde?

"Sicuramente dobbiamo prendere ancora qualche giovane, perché comunque la linea dettata dalla società è questa, anche giustamente per una realtà come la nostra, però dovranno arrivare anche quei due o tre elementi di esperienza che servono in una squadra per poi guidare un gruppo di giovani e soprattutto far capire cosa significa la professionalità, cosa significa fare il lavoro di calciatore".

Ma che campionato si aspetta in vista della prossima stagione?

"Il Girone A è sempre un girone molto equilibrato, perché comunque ci sono realtà solide che investono. È un girone dove c'è molta qualità, e non a caso comunque poi alla fine dell'anno tante squadre di quel raggruppamento arrivano sempre alla fine, anche nei playoff: la Gianna Erminio è stato un esempio lampante del tutto. Quindi sarà un girone molto equilibrato, soprattutto dalla metà in giù, perché veramente la linea è sottile tra chi può arrivare ai playoff e chi invece dovrà lottare per i playout. Poi ci saranno quelle due tre squadre, come sempre penso al Vicenza, ma credo anche il Cittadella, che si giocheranno la vittoria del campionato e il nuovo Brescia che sta per nascere, sicuramente".

Andiamo quindi al fronte societario: nel ruolo istituzionale, che presidente è Andrea Caracciolo?
Il presidente è molto presente, è un presidente che ti fa sentire la sua presenza e la fortuna è che sia lui che io siamo stati dei calciatori: su questa cosa siamo un po' avvantaggiati, perché alcune dinamiche le abbiamo vissute ed è più facile capirsi".

A proposito dell'esser stati calciatori, c'è anche un discorso anagrafico: siete giovani, sicuramente con una gap generazionale ridotto con i calciatori.
"Questo può essere un vantaggio, perché comunque su alcune cose siamo più vicini con le vedute con le generazioni che nascono. Sicuramente le nuove generazioni hanno strumenti diversi e delle chiavi diverse su cui accedere, noi dobbiamo essere bravi a entrare nella testa dei ragazzi e far capire loro quanto sia importante fare questo mestiere, questo lavoro. Inoltre, il fatto che siamo stati calciatori su alcune cose ci può agevolare perché comunque sono situazioni che abbiamo vissuto prima. Quello è l'unico aiuto o vantaggio che possiamo avere. Senza dubbio".

A proposito di giovani, come cambia il lavoro di un Ds con le Under 23 che magari tolgono una buona fetta di giovani dal mercato?
"Partirei col dire che io sono favorevole alle seconde squadre perché secondo me creano valore, creano calciatori, danno la possibilità a calciatori che comunque sono in settori giovanili importanti di capire subito cosa significa andare a giocare tra i grandi, ossia in campionati dove comunque il risultato è importante, dove c'è una classifica, dove la domenica si va a giocare in piazza e dove c'è pubblico. Sul fronte operativo, ci devono dare lo stimolo per andare a cercare calciatori anche in categorie minori per far sì che si possa poi provare a fare qualche plusvalenza. Chiaramente, però, per far giocare i giovani serve anche coraggio, dobbiamo avere la mentalità di non pensare che se un ragazzo è troppo giovane non è pronto e allora bisogna lasciarlo tranquillo. Se uno ci vede le qualità, il ragazzo deve essere buttato dentro perché deve imparare anche a sbagliare, lo sbaglio è più importante secondo me del gesto fatto bene. Lo sbaglio ti dà la possibilità di crescere. Su questo forse dovremmo avere più pazienza e dire 'ok, vai, sbaglia anche dieci partite ma vedrai che poi ne avrai un vantaggio': forse in Italia su questo abbiamo poca pazienza".

Nota conclusiva, al momento generale del calcio. Ancora formazioni in crisi, dopo le storie di Turris e Taranto. Come si può arginare il problema?
"Sicuramente con regole più ferree. Chi vuole fare calcio lo deve fare con le possibilità che ha per farlo, e noi in questo siamo fortunati perché abbiamo una proprietà molto solida che non fa il passo più lungo della gamba, ma quello che decide di investire è una cosa sicura. Infatti qui gli stipendi arrivano il 15 del mese, ma non promettiamo cose che non possiamo promettere. Secondo me questa deve essere la base, perché tante volte si vedono società che promettono, che fanno contratti che non potrebbero fare e poi succede quello che succede ogni anno. E, come in tutti i lavori, si dovrebbe metter la regola che lo stipendio deve arrivare ogni mese, anche in Serie B e Serie A. Perché se non lo puoi fare, allora vuol dire che non puoi fare un tipo di calcio o un tipo di percorso",