Trento, Tabbiani: "Dispiace perché abbiam bisogno di vittoria. Resilienza è mantra"

È mancato solo il gol al Trento contro la Pergolettese, anche se i gialloblù ci hanno provato fino all’ultimo: "Abbiamo giocato tanti minuti nella loro metà campo, creando diverse situazioni per segnare - ha evidenziato in sala stampa mister Luca Tabbiani. - Il gol è la chiave del risultato, e dispiace perché avevamo bisogno di una vittoria. C’è rammarico: la sensazione è che il gol avrebbe fatto vedere tutto in modo più positivo. Però ci sono aspetti positivi: abbiamo percepito il pericolo, come discusso prima della gara, contro una squadra molto chiusa. Abbiamo concesso poche ripartenze, siamo stati svegli e abbiamo reagito agli errori. Stiamo crescendo nella qualità del gioco, concediamo meno rispetto all’inizio del campionato e gestiamo meglio il possesso. Manca la fase finale, su cui lavoreremo, l’ultimo step per la nostra crescita".
A chi ha chiesto se si tratta di un blocco mentale, il tecnico ha risposto: "Nella prima parte del primo tempo arrivavamo spesso e concludevamo verso la porta, ma avremmo potuto tirare di più. Contro squadre così chiuse, che giocano in 20 metri con 10 giocatori, anche ad alti livelli è difficile bucarle. Il tiro da fuori è fondamentale per sbloccare queste partite, magari con una deviazione o una respinta, ma lo abbiamo usato poco. È un aspetto su cui lavoreremo. Bisogna prendersi la responsabilità di concludere, perché dentro è difficile passare con tanti giocatori. Sugli esterni li tenevamo aperti, ma quando scaricavamo dentro potevamo essere più propensi a tirare. Alla fine, c’è stata una palla di Benedetti che è passata sopra la testa di Cappelletti. Queste partite, se le sblocchi, cambiano; altrimenti diventano noiose, con un muro davanti. Abbiamo riempito bene l’area e crossato discretamente, ma ci è mancato il tiro da fuori, e rivedendo la partita credo avremmo avuto le possibilità per farlo".
Forse si sarebbe potuto pensare a cambi più rapidi: "Giannotti aveva un fastidio al tendine, emerso oggi (ieri, ndr). Non avendo la prova del campo, non sapevamo come stesse realmente. L’idea era dargli più minutaggio, perché è un giocatore importante, ma Mehic e Aucelli hanno fatto un’ottima gara nel suo ruolo, quindi ero indeciso. Ho deciso di farlo entrare negli ultimi 5 minuti, sperando non accadesse nulla di grave. Non è niente di serio. Nell’ultima mezz’ora, più passava il tempo, più serviva un episodio: un corner, una punizione. Abbiamo avuto più occasioni fino alla mezz’ora, cercando di sfondare sugli esterni, ma ci è mancato concludere quando la palla tornava dentro. Capone, ad esempio, è stato rimpallato in alcune situazioni che potevano sbloccarla. Non parlo di fortuna o sfortuna, ma siamo primi per pali colpiti, cinque in sei partite, e questo non aiuta".
Guardando il calendario, la classifica sembra amica per le prossime partite: il Trento non deve infatti affrontare le prime della classe. "Se può essere un vantaggio? In questo campionato ci sono tre o quattro squadre molto più forti, e con quelle è dura per tutti. Rispetto all’anno scorso, c’è molto equilibrio, come dicevo con mister Loro prima della partita. Non ci sono partite in cui dici: “Domenica si vince”. Ogni punto è importante, prevedo una classifica corta tutto l’anno, senza squadre deboli. Oggi avevamo qualcosa in più, gestendo la partita per 90 minuti, ma il Trento, ben organizzato, ha scelto di aspettare. Non siamo riusciti a bucare il loro modo di difendere. A volte, un gol subito cambia la partita. Parlare di sfortuna è stupido, non lo faccio. Serve pazienza, non ascoltare le voci esterne, anche se tutti volevamo la vittoria. La resilienza è il nostro mantra: continuare a lavorare, perché il percorso di crescita è evidente".
Il messaggio finale è per il magazziniere gialloblù: "Aspettavo una vittoria per dedicarla a Michele, il nostro magazziniere, che ha avuto un intervento al cuore ed è assente da giorni. I ragazzi e io volevamo regalargli un successo. Non ci siamo riusciti, ma voglio togliere questo tabù e mandargli un grande abbraccio. È una persona che ha dato tanto al gruppo, soprattutto in ritiro. Non vediamo l’ora di rivederlo al campo, augurandogli di rimettersi presto".
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