Cesena, Francesconi: "Stavo per essere ceduto, ma in Coppa ho svoltato"

"Dopo l'amichevole di Forlì di questa estate, dove tra l'altro avevo giocato piuttosto male, il mio procuratore mi disse che probabilmente avrei dovuto lasciare il Cesena per andare in prestito in una bassa C o addirittura in D. Nella prima settimana di agosto avevo la valigia in mano, poi è arrivata l'Entella ed è cambiato tutto". La storia di Matteo Francesconi raccontata ai colleghi del Corriere Romagna fa sorridere: il classe 2004 ha Infatti fatto il suo debutto da titolare in una gara ufficiale con il Cesena nei preliminari di Coppa Italia vinti ai rigori contro i liguri e da lì è arrivata la svolta tanto che ora è il giovane più utilizzato tra le fila bianconere: "Non me lo aspettavo, soprattutto se ripenso a quest'estate, quando a un certo punto ho avuto paura di dover andar via. Per fortuna le due partite di Coppa Italia mi hanno fatto guadagnare fiducia. Poi si sono fatte vive alcune squadre spagnole e portoghesi, ma il Cesena mi ha tenuto e ora sono qua. Sono davvero contento, perché il calcio è un'altalena: un giorno sembri uno scappato di casa, il giorno dopo diventi un fenomeno. La chiave è l'equilibrio. Dopo Forlì avevo perso fiducia, ero abbastanza triste. La Coppa Italia con l'Entella, da titolare, mi ha regalato una grande occasione. Ho pensato: se non la sfrutto è giusto andare via, ma se la sfrutto posso restare. Quella sera ho capito che avrei potuto dare qualcosa a questo Cesena e ha cominciato a crederci, poi è arrivato il derby di Bologna, contro una squadra di serie A, e tante cose sono cambiate".
Francesconi ha anche spiegato quale è stata la gara in cui ha capito che in questa squadra e in questa categoria poteva starci davvero: "Quando sono entrato con l'Ancona, nell'ultima mezz'ora, sul 2 a 0 per noi. Ero entrato anche a Olbia, ma era una partita diversa ed era paradossalmente più facile entrare perché nella prima ora la squadra non si era espressa bene. Con l'Ancona ci tenevo a mantenere alto il livello: sentire gli applausi quando recuperavo palla o vincevo un contrasto mi ha dato una grande fiducia. Da quel momento mi sono sentito pienamente dentro al gruppo, ho capito che ero uno di loro".
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