Perugia, Tedesco si presenta: "Volevo tornare qui, pronto per questa sfida"

Perugia, Tedesco si presenta: "Volevo tornare qui, pronto per questa sfida"TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 14:00Girone B
di Marco Pieracci

Stamattina il Perugia ha presentato ufficialmente Giovanni Tedesco, terzo allenatore della stagione dopo dopo Vincenzo Cangelosi e Piero Braglia. Calciogrifo.it riporta le sue parole: “Come prima cosa vorrei ringraziare il presidente Faroni e il direttore Borras che in questo momento difficile hanno pensato a me, ne sono orgoglioso e li vorrei ripagare con i risultati, l’impegno e la passione. Per me è una grande opportunità, non nascondo un’emozione pazzesca, ho ricevuto la telefonata alle 2 di notte e alle 7 avevo l’aereo. Quando mi hanno detto che la scelta ero io, per 30 secondi mi sono paralizzato. Come ho sempre detto nella mia vita ho due obiettivi da allenatore: allenare il Perugia e il Palermo, la squadra mia città e quella che mi ha dato di più. Mi sento perugino. Arrivare qui e trovare tante persone che mi vogliono bene, questo affetto, è stata un’altalena pazzesca di emozioni. Entrando in questo stadio ho tanti ricordi, anche delle persone che non ci sono più come Ilvano Ercoli, Mimmo Pucciarini e Carlo Giulietti. Sono entrato in sede, non c’erano Ercoli, Carlo, Mimmo con cui avevo l’abitudine di andare ai baracconi, alla fiera dei morti, ci facevamo tante passeggiate. Era probabilmente un altro calcio, in cui i sentimenti e i rapporti umani erano la priorità, ma quel calcio non c’è più. E’ un’emozione anche ritrovare voi, abbiamo vissuto anni importanti, c’è stato un bel rapporto, giusto, corretto, leale. Qui ho vissuto grandi emozioni ma ora bisogna metterle da parte, Giovanni capitano insieme a voi e alla grande società che era ha fatto grandi risultati ma ora devo essere valutato come allenatore. Lo so, lo capisco e sono pronto. E’ stimolante, sono ambizioso e consapevole delle mie qualità. Sottolineo che alleno da 12 anni, tra Malta, Qatar ed Emirati, il calcio è difficile ovunque. Un allenatore non può avere subito le chiavi di un club prestigioso, ora sì, mi sento pronto per questa sfida”.

Che idea si è fatto della squadra?

“Devo essere sincero, ho trovato grandissima disponibilità dei giocatori. Tante volte da fuori le cose vengono percepite male. Ho trovato grande organizzazione, un club che ci mette a disposizione qualunque cosa chiediamo. Una struttura sportiva tecnica all’avanguardia, grande disponibilità dei ragazzi. Mi ha fatto enormemente piacere, tante volte le cose che escono non sono vere. Volevo fare anche un saluto a Braglia, un collega molto più esperto di me. Quando arrivano esoneri o dimissioni non è mai bello. Saluto lui e anche Cangelosi che fu il mio primo allenatore. Ringrazio entrambi perché ho trovato una squadra fisicamente in buone condizioni. Non mi aspettavo che passasse così tanto tempo prima di tornare qui. 21 anni sono lunghi. Nella mia vita nessuno mi ha regalato nulla, ho sempre ottenuto tutto con la passione, i sacrifici e l’umiltà. Era un mio obiettivo, un mio sogno, grazie al club. La realtà dice che lunedì abbiamo una partita da non sbagliare”.

Ha visto le partite del Perugia?

“Certo, all’interno della società c’è un reparto tecnico che ha tutti i mezzi per farmi conoscere squadra e avversari, ci sono tante persone che lavorano per questo club. L’amore mi portava comunque a veder le partite anche quando ero a Malta. Conosco la squadra. Già avere la disponibilità dei giocatori è la cosa più importante e bella, dovrò curare prima di tutto l’aspetto mentale, i risultati portano a perdere autostima, fiducia, entusiasmo. Poi i principi. Io sono allenatore concreto, mi piace una squadra che abbia la mia identità, che sia la mia immagine, che lotta ed esce con la maglia sudata. Impegno e mentalità non devono mai mancare.”

Stesso staff, stessi giocatori, sette sconfitte. Può bastare un Tedesco per dare la svolta?

“Da solo no. Ho bisogno dell’appoggio del club e dei giocatori. Io sono orgoglioso e felice ma senza di loro non posso fare niente. ‘Io’ non mi piace, mi piace ‘noi’. Ho bisogno dei tifosi, dei giornalisti. Se tutte le componenti vano insieme ci possiamo tirare fuori”.

Si farà aiutare da esperti del settore sull’aspetto mentale?

“Bella domanda, ti rispondo che ascolto tutti e poi decido io. La formazione, il capitano, faccio tutto io, decido. Poi il confronto con la società non deve mai mancare, mi hanno affiancato una persona come Riccardo che sa di calcio e vive di calcio, ci guardiamo negli occhi e ci capiamo ma lui non si è mai permesso di impormi un giocatore, se lo fai io faccio il contrario. Ho due modelli, Conte e Mourinho. Non sono un pirla, lo amo alla follia Mou. Non riuscirei a guardare i giocatori negli occhi altrimenti. Abbiamo tutto, società tifoseria competenza, ora le partole stop, dimostrare coi fatti”.

Il modulo?

“Quelli sono numeri, dobbiamo cambiare l’atteggiamento. Ho comunque maturato un’idea di come può giocare la squadra, viste le difficoltà enormi nel fare gol e le mancanze in fase difensiva.

Novellino e Gaucci saranno accanto a lei, quanto è importante questo aspetto?

“Anche questo fa parte dell’emozione, ritrovarsi lunedì sera in quella panchina che fu di Cosmi, Castagner, Mazzone, Boskov, Novellino… fuoriclasse. Ho bisogno di tutti, di loro, ascolto tutti e poi decido io. Averli è un valore aggiunto ma ho la mia idea, devo recuperare prima di tutto i giocatori, poi decido quale è la cosa migliore”.

Servirà più cattiveria?

“Siamo bellini con la palla, ma nel calcio si gioca anche senza palla. Ho notato anche io che manca atteggiamento e cattiveria sportiva, ma ho la disponibilità della squadra a cambiare questo. Mi preoccupa e mi preme invece cambiare la rotta, poi sarà tutta una conseguenza. Una vittoria e una prestazione possono sbloccare la stagione. La cosa più bella è essere sincero, non dobbiamo vincere il campionato, dobbiamo tornare ad essere il Perugia. Tirarci fuori da questa situazione, da questa classifica che non ci compete e non è da Perugia”.

Come vede la Serie C?

“E’ un campionato difficile, dove c’è più quantità che qualità, ed emerge l’organizzazione. Devi avere uno che ti butta la palla dentro, se siamo penultimi sinora, un motivo ci sarà e non è sempre colpa degli allenatori. Si è sbagliato tutti, società, allenatori e giocatori, non è mai colpa solo di uno. Bisogna dare di più e fare di più a partire da me che sono appena arrivato per arrivare a tutte le componenti”.

Da cosa ripartire?

“Intanto dalla capacità di azzerare. Resettare, tenendo però le cose buone. Ripartire subito, tra quattro giorni abbiamo la finale di Champions, affermazione azzeccata. Lui le vive così (Riccardo, ndr), la mentalità deve essere così. Sono d’accordo, poi penseremo alla Coppa e alle altre partite”.

Ricominciate da dove avevate lasciato?

“Bisogna tornare a vivere il calcio con passione, il rapporto umano fa la differenza, io sono un passionale. Cercavo disperatamente Renzo (Luchini, ndr), mentre parlavo è arrivato ed è stata l’emozione più grande, lui è un pezzo della mia vita. Io ho vinto l’Intertoto ma la mia medaglia l’ho regalata a lui, l’unica che ho vinto nella mia vita. Prima di lasciare Perugia, in lacrime, andai sotto casa sua e gliela lasciai, per me è un fratello. Un grande merito del club è la felicità e la sorpresa di Riccardo. Forse aveva un po’ di timore, era convinto che la gente fosse un po’ arrabbiata, che l’amore fosse passato, l’ho visto felice e di questo bisogna dare merito alla società, avere questa intuizione da parte del Dg Borras. L’amore talvolta nel calcio viene messo in secondo piano, io invece cercherò di trasmetterlo ai miei giocatori”.

Che centrocampo ha in mente?

“Non voglio parlare di numeri. Il reparto più completo è quello, ci sono giocatori che sanno muoversi con e senza palla, bisogna dargli un’identità, chiedere determinate cose, poi mezzala o interno, con me siete in buone mani. A Giunti ho detto ‘se vuoi essere una forte mezzala devi fare 7-8 golì, gli chiederò più partecipazione alla fase offensiva, tranquilli. Ora lavoriamo”.

Ha firmato solo fino a giugno?

“La priorità è lunedì. Insieme a tutti, dobbiamo cambiare le sorti del Perugia. E io devo meritarmi quello che mi è stato dato. Ho un contratto fino a giugno, pane, amore e passione. Sono felice ma c’è da pensare al presente, non al futuro, non avrebbe logica”.

Chi farà l capitano? 

“Il capitano è Angella. Dal mio punto di vista, ho avuto già un confronto con il club. Se gioca è lui. Giunti lo sa, è un ragazzo fondamentale. Io lo devo tutelare facendolo giocare e mettendolo in condizioni di fare grandi cose”.